L'Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO) è una misura di sostegno economico rivolta ai lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata INPS. Inizialmente prevista per il triennio 2021-2023, è stata resa strutturale dalla Legge di Bilancio 2024. Questa indennità mira a garantire stabilità reddituale in momenti di difficoltà economica per i professionisti e i titolari di partita IVA, fornendo un importo mensile variabile tra 250 e 800 euro.
L'Iscro è attualmente regolamentata dalla Legge 30 dicembre 2023, n. 213, articolo 1, commi 142-155, che l'ha resa una misura definitiva, e disciplinata dal'Inps prima con la Circolare numero 94 del 30-06-2021 e poi con la successiva e aggiornata Circolare numero 25 del 29-01-2024.
L'ISCRO, come detto in precedenza, è un'importante misura di sostegno economico introdotta per i lavoratori autonomi, con l'obiettivo di garantire una certa stabilità finanziaria ai professionisti che hanno subito una significativa perdita di reddito rispetto agli anni precedenti.
Nello specifico, viene erogata per un periodo di sei mesi consecutivi e l'importo mensile varia tra un minimo di 250 euro e un massimo di 800 euro.
Il meccanismo della ISCRO è strutturato per rispondere tempestivamente alle esigenze dei lavoratori autonomi. Una volta presentata la domanda, l'erogazione dell'indennità inizia dal giorno successivo alla sua accettazione.
Per finanziare questa misura, nel 2024 è stato previsto un incremento dell'aliquota contributiva dello 0,35% per i lavoratori iscritti alla Gestione Separata dell'INPS. Tale contributo è a carico degli stessi beneficiari e rappresenta un'ulteriore garanzia di continuità nella copertura economica dell'ISCRO.
La Iscro rappresenta una sorta di 'cassa integrazione' per i titolari di Partita IVA, offrendo una rete di protezione finanziaria in periodi di flessione economica e contribuendo alla stabilità del reddito dei professionisti autonomi.
La normativa attuale in merito all'ISCRO è stata significativamente aggiornata con la Legge di Bilancio 2024 (legge 213/2023). Inizialmente introdotta sperimentalmente per il triennio 2021-2023, l'ISCRO è diventata strutturale, garantendo loro una reale continuità reddituale, essenziale durante i periodi di crisi economica.
La novità principale consiste nell'ampliamento della platea dei beneficiari, permettendo accesso ad un numero maggior di lavoratori autonomi che dichiarano un reddito annuale entro i 12.000 euro, contro gli 8.145 euro previsti fino al 2023. Questa misura è stata adottata per riconoscere e sostenere un maggior numero di professionisti che si trovano in difficoltà economiche.
Un'altra importante modifica introdotta dalla normativa attuale riguarda l'attività della partita IVA. Ora, la partita IVA deve essere attiva da almeno tre anni alla data di presentazione della domanda, invece dei quattro anni richiesti in precedenza. Questo cambiamento è stato realizzato per velocizzare l'accesso all'indennità da parte dei giovani professionisti e dei lavoratori autonomi che incontrano difficoltà nei primi anni di attività.
Per finanziare l'ISCRO nel 2024, è stata prevista una dotazione finanziaria di 16 milioni di euro, con piani di incremento per i dieci anni successivi. Questo stanziamento è volto a garantire la continuità dell'indennità e a sostenere le categorie di professionisti più vulnerabili, contribuendo così alla loro stabilità economica.
La normativa impone, inoltre, la partecipazione obbligatoria dei beneficiari a percorsi di aggiornamento professionale, che saranno dettagliati in un decreto interministeriale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Tali percorsi hanno l'obiettivo di migliorare le competenze professionali dei beneficiari e di aumentarne la competitività sul mercato del lavoro.
I lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata dell'INPS, con partita IVA attiva possono beneficiare dell'ISCRO se hanno particolari requisiti di reddito e di apertura dell'attività. inoltre, condiziona fondamentale è che via sia una precisa e determinata riduzione del giro di affari indicato dalle leggi che regolano tale aiuto economico.
Sono compresi tra gli aventi diritto all'Iscro, quindi, sia le Partite Iva ordinarie e sia le Partite Iva forfettarie.
Ne sono esclusi i liberi professionisti iscritti alle Casse private previdenziali, come gli avvocati, i giornalisti, i medici, i geometri, gli archietti, ecc.
Per poter beneficiare dell'ISCRO, i professionisti e i titolari di partita IVA devono soddisfare una serie di requisiti chiari e specifici. Innanzitutto, devono essere iscritti alla Gestione Separata dell'INPS. Inoltre, è essenziale che la partita IVA sia attiva da almeno tre anni alla data di presentazione della domanda, contrariamente ai quattro anni richiesti nelle normative precedenti.
Non devono essere titolari di trattamenti pensionistici diretti, né iscritti a forme previdenziali obbligatorie diverse dalla Gestione Separata. Un altro requisito fondamentale riguarda il reddito: il professionista deve aver dichiarato, nell'anno precedente alla domanda, un reddito inferiore a 12.000 euro, importo rivalutato annualmente secondo l'indice ISTAT.
Inoltre, si richiede che il reddito di lavoro autonomo conseguito nell'anno precedente alla domanda sia inferiore al 70% della media dei redditi da lavoro autonomo dei due anni precedenti. Questa condizione serve a dimostrare una significativa riduzione del reddito.
È obbligatorio essere in regola con la contribuzione previdenziale. Chi presenta la domanda deve attestare, attraverso autocertificazione, i redditi prodotti per gli anni di interesse, che saranno poi verificati dall'INPS in collaborazione con l'Agenzia delle Entrate.
Infine, i beneficiari devono partecipare a percorsi di aggiornamento professionale, le cui modalità saranno stabilite da un specifico decreto interministeriale. L'obiettivo è sostenere il mantenimento e l'aggiornamento delle competenze, al fine di favorire il reinserimento nel mercato del lavoro o l'adattamento ai mutamenti delle domande di settore.
È importante ricordare che questi requisiti devono essere mantenuti per tutta la durata dell'indennità ISCRO. La cessazione della partita IVA durante il periodo di percezione dell’indennità comporta l'immediata cessazione della stessa, con il recupero delle eventuali mensilità erogate indebitamente.
Gli importi dell'ISCRO variano a seconda del reddito dichiarato dal lavoratore autonomo. L'indennità è pari al 25% della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati nei due anni precedenti l'anno precedente alla presentazione della domanda. La cifra mensile da riconoscere non può essere inferiore a 250 euro e non può superare gli 800 euro, aggiornati annualmente in base all'indice ISTAT.
Per comprendere meglio il calcolo, vediamo alcuni esempi pratici:
Dal 2024, l'importo percepito concorre alla formazione del reddito, e quindi è soggetto a tassazione.
Per fare domanda all'INPS per l'ISCRO, è necessario seguire una procedura telematica o può essere fatta anche tramite il Contact Center dell'INPS.
Per presentare la domanda per l'ISCRO, è fondamentale preparare attentamente tutti i documenti necessari. Una corretta e completa documentazione garantirà un processo di richiesta senza intoppi e una valutazione rapida da parte dell'INPS.
Innanzitutto, è richiesto il modulo di domanda specifico che deve essere compilato online sul sito dell'INPS. È importante avere le credenziali SPID, CIE o CNS per accedere al portale e garantire la sicurezza delle informazioni fornite. Tra i documenti essenziali, vi è l'autocertificazione dei redditi prodotti negli anni di interesse, che comprende i redditi dichiarati per l'anno precedente alla domanda e la media dei redditi degli due anni ancora precedenti.
L'autocertificazione è cruciale perché permette all'Istituto di Previdenza di verificare il rispetto dei criteri reddituali necessari per l'accesso all'Indennità. Bisogna fornire anche la certificazione di iscrizione alla Gestione Separata dell'INPS, che attesta l'effettiva iscrizione alla specifica gestione previdenziale dedicata ai lavoratori autonomi. Inoltre, è necessario dimostrare che la propria partita IVA sia attiva da almeno tre anni alla data di presentazione della domanda; è richiesto un documento che dimostri l'apertura e la continuità della partita IVA.
La regolarità contributiva è un altro aspetto fondamentale. Per ottenere la ISCRO è, infatti, necessario essere in regola con i pagamenti dei contributi previdenziali obbligatori, per cui serve presentarne apposita certificazione. Infine, per facilitare il processo, si può anche allegare una copia del documento d'identità e un recapito aggiornato. Questo garantisce la possibilità di essere contattati più facilmente dallo stesso Inps per eventuali chiarimenti.
Per presentare la domanda per l'ISCRO online, il richiedente deve seguire una serie di passaggi specifici sulla piattaforma dell'INPS. Prima di tutto, è necessario autenticarsi sul portale INPS utilizzando le credenziali autorizzate, come lo SPID di livello 2 o superiore, la Carta d'identità elettronica (CIE) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS). Una volta effettuato l'accesso, bisogna cercare la sezione dedicata alle prestazioni non pensionistiche.
Il percorso da seguire è il seguente:
Una volta all'interno di questa sezione, è necessario selezionare l'opzione "Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO)". A questo punto, il richiedente deve compilare il modulo di domanda online, inserendo i dati personali e le informazioni riguardanti il reddito degli anni precedenti.
È importante dichiarare correttamente i redditi prodotti, poiché l'Istituto effettua controlli incrociati tramite l'Agenzia delle Entrate per verificare l'esattezza delle informazioni fornite. In caso di discrepanze, la domanda potrebbe essere respinta o l'indennità revocata.
Una volta completata la domanda, è possibile stamparne una copia per la propria documentazione. Dopo l'invio, l'INPS comunica al richiedente l'esito della richiesta tramite il portale o altri canali di comunicazione ufficiali, come l'e-mail o l'area riservata sul sito.
Per chi preferisce effettuare la richiesta dell'indennità ISCRO di persona o via telefono, l'INPS mette a disposizione diverse opzioni. Recarsi direttamente negli uffici preposti può essere una scelta pratica, soprattutto per coloro che desiderano ricevere assistenza personalizzata nella compilazione della domanda. Gli uffici INPS distribuiti sul territorio nazionale possono fornire informazioni dettagliate sui requisiti, sulla documentazione necessaria e assistenza nella procedura di richiesta.
Un'altra via alternativa è quella telefonica. Gli utenti possono contattare il Contact Center dell'INPS per presentare la domanda. Per chi chiama da rete fissa, il numero da comporre è 803 164, mentre per chi chiama da rete mobile il numero è 06 164164. È bene sapere che il servizio da rete fissa è gratuito, mentre da rete mobile è a pagamento, a seconda delle tariffe del proprio operatore. Durante la chiamata, l'operatore INPS guiderà l'utente nella compilazione della domanda, verificando i dati e fornendo tutte le informazioni necessarie e le risposte a dubbi e domande sull'indennità.
È importante avere a portata di mano tutti i documenti richiesti per evitare rallentamenti o complicazioni. Inoltre, è consigliabile conservare una copia della domanda presentata e la ricevuta di avvenuta consegna, per avere una traccia e poterla eventualmente esibire in caso di necessità.
In alternativa, è possibile presentare la richiesta per avere l’Iscro anche tramite Caf, Patronati e commercialisti.
In questi casi, bisogna sempre presentare tutta l’apposita documentazione richiesta.
A differenza della procedura online, che è completamente gratuita, rivolgendosi a Caf, Patronati o commercialisti, potrebbero essere richiesti dei costi, che sono, però, variabili, a seconda da chi ci si reca.
Una volta presentata la domanda per l'ISCRO, i tempi di lavorazione possono variare. Generalmente, l'INPS impiega diverse settimane per elaborare le richieste e verificare i requisiti dichiarati. I controlli incrociati con l'Agenzia delle Entrate sono necessari per confermare la veridicità dei dati forniti dagli aspiranti beneficiari.
Dopo l'invio della domanda, l'Ente previdenziale comunica l'esito tramite una notifica online nella sezione personale del portale. Una volta che la domanda è stata approvata, l'erogazione dell'indennità inizia dal primo giorno successivo alla data di accettazione della domanda. Il richiedente può aspettarsi di ricevere i primi pagamenti entro un mese dall'approvazione.
L'indennità viene versata in rate mensili per la durata complessiva di sei mesi. È importante notare che durante il periodo di erogazione, i requisiti devono essere mantenuti. Qualsiasi cambiamento nei dati dichiarati, come la cessazione della partita IVA, deve essere tempestivamente comunicato all'INPS per evitare la revoca del beneficio e il recupero delle somme indebitamente percepite.
I limiti e le condizioni di cessazione dell'ISCRO sono aspetti cruciali per i lavoratori autonomi beneficiari. L'indennità viene interrotta immediatamente in caso di cessazione della partita IVA durante il periodo di erogazione. Inoltre, la titolarità dell'assegno di inclusione o di altri trattamenti pensionistici comporta la decadenza automatica dall'ISCRO. È fondamentale mantenere tutti i requisiti previsti per poter continuare a beneficiare della misura. In caso di perdita delle condizioni necessarie, le mensilità indebitamente percepite dovranno essere restituite.
La durata dell'ISCRO è semestrale, il che significa che l'indennità viene erogata per un periodo di sei mesi consecutivi. Questo periodo inizia dal giorno successivo a quello di presentazione della domanda. Non è possibile ottenere una proroga o una seconda erogazione per lo stesso periodo, e in caso di decadimento delle condizioni necessarie per il beneficio, l'erogazione verrà interrotta immediatamente.
Un altro aspetto rilevante è che non può essere richiesta nel biennio successivo all'anno di inizio della fruizione della prestazione stessa. Ciò significa che se un lavoratore autonomo beneficia dell'ISCRO per il 2024, non potrà ripresentare la domanda fino al 2026. Questo limitazione è stata introdotta per evitare abusi del sistema e garantire che il beneficio sia distribuito equamente tra tutti i professionisti che ne hanno bisogno.
L'ISCRO è cumulabile con alcune prestazioni e benefici di carattere previdenziale o assistenziale, purché rispettino specifiche condizioni. Tra le prestazioni cumulabili rientra l'Assegno Ordinario di Invalidità.
L'indennità è compatibile anche con i compensi derivanti da attività lavorativa. Ad esempio, i ricavi ottenuti da incarichi politici o elettivi sono ammessi a condizione che siano limitati a gettone di presenza. Tuttavia, se tali incarichi prevedono emolumenti maggiori, compensi o indennità, l'ISCRO diviene incompatibile.
Può anche essere cumulata con caratteristiche specifiche di carità o beneficenza. In questi contesti, il beneficiario deve dichiarare con precisione quale tipo di reddito è percepito e come si intende sommarsi con il pagamento dell'ISCRO.
È altresì cruciale notare che l'ISCRO non influisce sul riconoscimento dei redditi di sostegno al reddito percepiti anteriormente. Ciò significa che l'erogazione non si sovrappone e non crea conflitti con altre indennità riconducibili a periodi precedenti alla richiesta dell'ISCRO.
La Iscro è, infine, incompatibile anche con l’assegno di inclusione e le indennità di discontinuità dei lavoratori dello spettacolo.