Quando posso andare in pensione prima anche con una invalidità sotto al 50%

Pensione anticipata per invalidi quali sono i casi in cui si può uscire prima con percentuale inferiore all'80%

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Quando posso andare in pensione prima an

Quando si può andare in pensione anticipata per invalidità sotto al 50%?

Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, si può andare in pensione anticipata per invalidità solo quando viene riconosciuta una percentuale di invalidità non inferiore all’80% ma ci sono casi, seppur pochi, in cui si può chiedere la pensione anticipata per invalidità sollo al 50% e si tratta dei casi in cui l’invalidità viene riconosciuta per specifiche malattie mentali.

Quando si può andare in pensione anticipata per invalidità sotto al 50%? La legge non prevede esplicitamente la possibilità di andare in pensione anticipata per invalidità, ma esistono forme che permettono di uscire prima a chi sviluppa una invalidità determinata da specifiche condizioni o malattie. Vediamo se e quando è possibile andare in pensione prima con una invalidità inferiore al 50%.

  • Andare in pensione anticipata per invalidità quali percentuali richieste
  • Casi pensione anticipata con invalidità sotto al 50% quando e come fare


Andare in pensione anticipata per invalidità quali percentuali richieste

Per andare in pensione anticipata per invalidità è necessario che la percentuale di invalidità riconosciuta superi una determinata soglia. In particolare, stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, gli invalidi possono avere uno sconto sulla pensione se hanno una percentuale di invalidità dell'80% per uscire, in generale, a 61 anni di età per gli uomini e a 56 anni di età per le donne, e in ogni caso con almeno 20 anni di contributi, invece che a 67 anni, come richiesto per la pensione di vecchiaia ordinaria.  

Entrando più nel dettaglio, quando l’invalido civile è non vedente, il requisito anagrafico per andare in pensione scende a 56 anni di età per gli uomini e a 51 anni per le donne, sempre con 20 anni di contributi in entrambe in casi, e se la percentuale riconosciuta di invalidità civile è inferiore all’80% e ma almeno del 74%, l’invalido civile può andare in pensione prima con l’Ape social, a 63 anni di età invece che a 67 anni e con almeno 30 anni di contributi. 

Casi pensione anticipata con invalidità sotto al 50% quando e come fare

Stando a quanto previsto dalle norme in vigore, in generale, si può andare in pensione anticipata per invalidità solo se la percentuale di invalidità è all’80% o comunque non inferiore al 74% nel caso di pensione anticipata con Ape social. 

Esistono, tuttavia, casi in cui malattie specifiche implicano una invalidità di percentuale inferiore all’80% e al 74% dando comunque la possibilità di uscire prima. Si tratta dei casi in cui l’invalidità è determinata da malattie mentali.

In questi casi, è possibile andare in pensione anticipata con una percentuale di invalidità riconosciuta inferiore al 50%, perché si tratta di malattie mentale, riportate in apposite tabelle Inps, che provocano una riduzione della capacità lavorativa, come:

  • sindrome depressiva endogena lieve del 30%;
  • sindrome depressiva endoreattiva grave dal 31% al 40%;
  • per sindrome depressiva endogena media dal 41% al 50%;
  • per nevrosi fobico ossessiva lieve e per nevrosi ansiosa del 15%;
  • per nevrosi fobico ossessiva e/o ipocondriaca di media entità dal 21% al 30%;
  • per nevrosi fobico ossessiva grave dal 41% al 50%. 

Per andare in pensione anticipata per invalidità sotto il 50% bisogna ottenere apposita certificazione recandosi presso il proprio medico curante che deve compilare un certificato telematico con la richiesta di visita medica presso la Commissione Asl che ha il compito di definire la percentuale di invalidità da riconoscere.

Dopo aver effettuato la visita presso la Commissione Asl, il soggetto interessato riceve la comunicazione dall’Inps con l’esito della stessa visita e può, dunque, presentare la domanda di pensione anticipata direttamente all’Inps nelle consuete modalità previste dalla legge.