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Per chi e quando CIN obbligatorio per affitti brevi e guida su come ottenerlo, requisiti, costi, tempistiche e dove mostrarlo

Cos' il nuovo Codice Cin da avere quando si decide di dare una casa in affitto breve o in locazione turistica: tutti i chiarimenti e le spiegazioni su come averlo e usarlo

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Per chi e quando CIN  obbligatorio per

Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) rivoluziona il settore delle strutture ricettive in Italia. Introdotto per migliorare la trasparenza e il controllo, è obbligatorio per gli affitti brevi e le strutture turistico-ricettive. Viene assegnato dal Ministero del Turismo, facilita il monitoraggio attraverso la Banca Dati delle Strutture Ricettive (BDSR), puntando a una gestione più sicura e regolata.

Cos'è il Codice Identificativo Nazionale (CIN)

Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) è un elemento essenziale per chi opera nel settore degli affitti brevi e delle strutture ricettive, come alberghi e B&B. Creato per garantire maggiore trasparenza e controllo, deve essere associato ad ogni immobile turistico per facilitare la lotta all'evasione fiscale e assicurare che le strutture rispettino gli standard normativi e di sicurezza richiesti. Il CIN è univoco e alfanumerico, costruito per identificare in modo preciso le caratteristiche delle strutture, facilitando così la tracciabilità e l'analisi delle attività promozionali e operative. 

Definizione e contesto normativo del Codice CIN

Il CIN è stato istituito per normare il crescente settore degli affitti brevi e delle strutture ricettive in Italia. Il contesto normativo che regola il CIN è delineato da diverse disposizioni legislative sia a livello nazionale che regionale. 

La normativa stabilisce che il CIN è obbligatorio per tutte le unità immobiliari destinate ad affitti brevi locazioni turistiche, comprese le strutture alberghiere ed extralberghiere, come B&B, ostelli e agriturismi. L'assegnazione del codice avviene attraverso un apposito portale telematico del MITUR, in cui i titolari delle strutture devono inserire tutte le informazioni richieste. Una volta registrato nella Banca Dati delle Strutture Ricettive (BDSR), il codice deve essere esposto sia fisicamente all'esterno dell'immobile sia su tutte le piattaforme online di promozione e prenotazione, come Airbnb e Booking.com.

La mancata osservanza delle disposizioni relative al CIN comporta notevoli sanzioni, comprese multe finanziarie che possono variare considerevolmente in base alla gravità dell'infrazione. 

È importante notare che ogni regione può avere regolamenti specifici che si integrano con le norme nazionali, configurando un tessuto normativo complesso ma necessario per una gestione coerente e integrata del settore turistico. La Provincia Autonoma di Bolzano, per esempio, ha già istituito protocolli specifici per l'applicazione del CIN, dimostrando l'importanza dell'adattamento delle normative alle realtà locali.

CIN affitti brevi: il decreto con le regole

Il decreto riguardante il CIN per gli affitti brevi stabilisce regole precise per disciplinare il settore in Italia ed è parte integrante della strategia nazionale per garantire trasparenza e tracciabilità nelle attività turistiche. Le nuove regole sono state introdotte per uniformare l'identificazione delle strutture ricettive e degli immobili ad uso turistico, rendendo obbligatoria l'adozione del CIN per i proprietari e gestori che offrono alloggi per periodi inferiori a 30 giorni.

Il decreto prevede che il procedimento per l'assegnazione del CIN avvenga tramite la piattaforma digitale fornita dal Ministero del Turismo. Gli utenti devono caricare informazioni dettagliate sugli immobili, comprese le specifiche catastali e le dichiarazioni di conformità alle normative di sicurezza. Una volta concessa, questa identificazione deve essere utilizzata in ogni annuncio sui portali di affitto, a garanzia della regolarità e conformità dell'offerta.

Le regole fissate dal decreto includono anche disposizioni per l'adeguamento delle strutture esistenti. Entro un certo termine, gli affitti brevi già operanti devono convertire eventuali codici precedenti, come i Codici Identificativi Regionali (CIR), nel nuovo format nazionale, garantendo così l'interoperabilità tra banche dati regionali e la Banca Dati delle Strutture Ricettive (BDSR).

Al fine di garantire il rispetto di tali normative, il decreto prevede la possibilità di controlli amministrativi e fiscali da parte delle autorità competenti. In caso di mancato rispetto delle regole, i responsabili affrontano sanzioni pecuniarie significative, variabili in base alla gravità delle violazioni riscontrate.

Le regioni come la Liguria e la Sardegna sono state tra le prime a recepire e applicare le nuove disposizioni del decreto. 

Come è composto il codice Cin e come si legge (esempio concreto)

Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) è un identificativo alfanumerico composto da diverse sezioni, ognuna delle quali ha un significato specifico. La struttura del CIN è stata progettata per fornire informazioni chiare e dettagliate su ciascuna struttura turistica registrata. Le principali componenti del codice includono:

  • Codice di Ricodifica del Ministero: Questo segmento identifica la ricodifica proposta dal Ministero del Turismo, assicurando l'unicità su base nazionale.
  • Codice ISTAT della Provincia: Un codice numerico che rappresenta la provincia secondo i dati dell'ISTAT, l'Istituto Nazionale di Statistica. È fondamentale per il riconoscimento territoriale.
  • Codice ISTAT del Comune: Simile al codice provinciale, questo segmento individua il comune specifico dell'immobile, fornendo ulteriore granularità nella localizzazione.
  • Codice di Classificazione ISTAT: Indica la categoria dell'immobile o della struttura ricettiva secondo la classificazione ufficiale dell'ISTAT.
  • Sequenza Alfanumerica Casuale: Un insieme di caratteri alfanumerici generati casualmente per garantire l’unicità del codice e prevenire duplicazioni nel database nazionale.

Un esempio concreto di CIN potrebbe essere strutturato come segue: IT 039 007 B1 ooooo, dove "IT" rappresenta il prefisso nazionale; "039" è il codice per la provincia di Milano; "007" corrisponde al comune di Milano; "B1" indica la categoria della struttura e la sequenza "ooooo" è una serie alfanumerica generata casualmente.

La lettura del CIN consente di risalire rapidamente alle informazioni chiave della struttura, facilitando le operazioni di controllo e tracciabilità da parte delle autorità competenti.

Qual è la differenza tra codice CIN e codice CIR? A cosa serve

Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) e il Codice Identificativo Regionale (CIR) sono entrambi strumenti utilizzati per identificare le strutture turistiche, ma presentano differenze significative per quanto riguarda l'ambito di applicazione e il livello di regolamentazione.

Il CIN è un codice introdotto a livello nazionale per uniformare la gestione delle strutture ricettive e degli affitti brevi in tutta Italia. La sua principale funzione è garantire la tracciabilità e la regolamentazione del settore attraverso un sistema centralizzato gestito dal Ministero del Turismo. Questo Codice viene assegnato tramite una procedura standardizzata e deve essere obbligatoriamente esposto sia fisicamente sia online, facilitando così la verifica della conformità delle strutture con le norme vigenti.

Il CIR è un codice che era utilizzato a livello locale, specificamente dalle singole regioni, per identificare e regolamentare le strutture sul territorio regionale. Ogni regione aveva la possibilità di stabilire proprie modalità di assegnazione e standard di utilizzo del CIR, il che portava a una certa disomogeneità nei criteri di gestione e nella tracciabilità tra le diverse aree del paese. Con l'introduzione del CIN, i vecchi codici CIR sono stati in molti casi ricodificati per garantire una gestione più uniforme e centralizzata.

La differenza principale tra i due codici risiede, quindi, nel loro campo di applicazione: il CIN ha valore e standardizzazione a livello nazionale, mentre il CIR era limitato al contesto regionale.

Come funziona il Codice CIN

Il funzionamento del Codice Identificativo Nazionale (CIN) si basa su un sistema concepito per semplificare la regolamentazione e il monitoraggio delle strutture ricettive in Italia. Il processo inizia con la registrazione delle strutture presso il portale telematico dedicato, gestito dal Ministero del Turismo. I gestori devono fornire dettagli completi riguardo all'immobile, inclusi i dati catastali e, dove richiesto, i documenti di conformità ai requisiti di sicurezza.

Una volta raccolte e verificate le informazioni necessarie, il sistema genera un CIN unico per ciascuna struttura. Questo codice deve essere esposto in maniera ben visibile all'esterno dell'edificio e incluso in tutte le inserzioni pubblicitarie online e offline. L'inclusione del CIN negli annunci assicura che i potenziali locatari possano verificare la regolarità e la legalità dell'offerta e consente alle autorità di avere un controllo centralizzato e di effettuare verifiche rapide su qualsiasi struttura registrata. 

Chi è obbligato ad averlo per legge? E chi ne è esente?

L'obbligo di possedere il Codice Identificativo Nazionale (CIN) si applica a una vasta gamma di soggetti coinvolti nel settore delle locazioni turistiche e delle attività ricettive in Italia, come:

  • tutti i proprietari o gestori di unità immobiliari destinate ad affitti brevi;
  • gli immobili pubblicizzati su piattaforme online per periodi inferiori ai 30 giorni; 
  • le strutture ricettive tradizionali come alberghi, bed & breakfast;
  • agriturismi e altri alloggi similari, sia alberghieri che extralberghieri.

L'obbligo è esteso anche a chi opera in forma imprenditoriale, come le grosse catene alberghiere e i gestori di più proprietà destinate alla locazione breve.

Possono, invece, essere esenti dall'obbligo di avere il Cin i proprietari che affittano immobili per periodi superiori a 30 giorni o le locazioni non organizzate a fini turistici, come le residenze di lunga durata.

Requisiti di sicurezza e conformità richiesti per il CIN

Per ottenere il Codice Identificativo Nazionale (CIN), è fondamentale che le strutture ricettive rispettino una serie di requisiti di sicurezza e conformità, parte integrale della normativa volta a garantire la protezione degli ospiti e la legalità operativa. Tra i requisiti principali, vi è l'installazione obbligatoria di dispositivi di rilevazione di gas e monossido di carbonio, che devono essere sempre funzionanti e sottoposti a regolari controlli per assicurare la sicurezza degli occupanti.

Le strutture devono, inoltre, essere dotate di estintori portatili a norma di legge, posizionati in luoghi strategici e facilmente accessibili. Deve essere presenti almeno un estintore per piano, tale da coprire un'area massima di 200 metri quadrati, da mantenere sempre operativi e sottoposti a revisioni periodiche, come specificato nelle normative tecniche vigenti.

In aggiunta, gli impianti elettrici e di riscaldamento devono rispettare gli standard di sicurezza stabiliti dalle leggi nazionali e locali. Ciò include la necessità di un regolare controllo manutentivo e l'adeguamento degli impianti, ove necessario, per conformarsi alle nuove disposizioni di legge. La certificazione degli impianti è un documento indispensabile da presentare al momento della richiesta del CIN.

I gestori devono, infine, garantire che tutte le strutture abbiano le necessarie autorizzazioni amministrative e abbiano espletato tutte le pratiche burocratiche, incluse eventuali segnalazioni certificate di inizio attività (SCIA), qualora richieste.

Dove deve essere esposto e mostrato il CIN

Il Codice CIN deve essere esposto in maniera visibile per rispondere alle normative di trasparenza e tracciabilità nel settore turistico, generalmente all'esterno della struttura ricettiva. Può essere collocato vicino all’ingresso principale o accanto al nome dell'immobile, assicurando che sia facilmente leggibile per chiunque entri nella struttura.

Oltre alla visibilità fisica all’interno della struttura, il CIN deve essere utilizzato in tutti gli annunci pubblicitari online. Tutte le piattaforme digitali, tra cui siti web di prenotazione come Airbnb, Booking.com, ed Expedia, devono riportarlo. L'inclusione del CIN negli annunci online permette non solo ai potenziali clienti di verificarne la validità, ma garantisce anche il rispetto delle normative vigenti contro l'evasione fiscale.

Alcune piattaforme potrebbero avere sezioni dedicate per l'inserimento del CIN, il che facilita il processo di comunicazione del codice ai potenziali ospiti. Assicurarsi che il codice sia riportato correttamente in ogni inserzione è essenziale per evitare il rischio di sanzioni o rimozioni dell’annuncio.

Inoltre, per le comunicazioni cartacee o brochure distribuite manualmente, è buona pratica includere il CIN sia in calce che in altre sezioni del materiale promozionale dove viene descritta l’offerta ricettiva. Ciò completa la trasparenza nelle operazioni pubblicitarie e amministrative delle strutture.

Quando è entrato in vigore il CIN

Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) è diventato obbligatorio dal primo settembre 2024. È importante che i proprietari e i gestori delle strutture restino informati attraverso i canali ufficiali, come il sito del Ministero del Turismo e la Gazzetta Ufficiale, dove possono essere pubblicati aggiornamenti.

In caso di mancata ottemperanza entro i termini stabiliti, le strutture rischiano non solo di non poter operare legalmente, ma anche di ricevere sanzioni pecuniarie significative. 

La Banca Dati delle Strutture Ricettive (BDSR)

La Banca Dati delle Strutture Ricettive (BDSR) è uno strumento essenziale per centralizzare le informazioni delle strutture turistiche in Italia. Gestita dal Ministero del Turismo, la Banca raccoglie i dati su ogni immobile registrato, garantendo trasparenza nel settore ricettivo e permette alle entità locali e nazionali di monitorare e verificare facilmente la conformità delle strutture alle normative vigenti.

La banca dati svolge un ruolo cruciale nella procedura di assegnazione del Codice CIN.

Funzione della BDSR

La Banca Dati delle Strutture Ricettive (BDSR) svolge una funzione cruciale nell'ecosistema turistico italiano, fungendo da fulcro per la raccolta e la gestione delle informazioni relative alle strutture ricettive. Uno dei compiti principali è garantire che tutte le strutture turistiche operanti in Italia siano tracciabili e conformi alle normative stabilite dal governo, attraverso l'assegnazione del Codice Identificativo Nazionale (CIN).

La Banca raccoglie, infatti, i dati fondamentali che includono le informazioni catastali, i permessi di operatività e le certificazioni di sicurezza di ogni immobile registrato, facilita anche l'interoperabilità tra le varie banche dati regionali, assicurando che le pratiche locali possano confluire in un sistema unitario, eliminando le discrepanze e le inefficienze causate dalle diversità regionali.

Inoltre, la BDSR permette la verifica puntuale della regolarità delle strutture, evitando fenomeni di evasione fiscale e concorrenza sleale. Le informazioni archiviate nella banca dati sono accessibili alle amministrazioni locali e centrali, che possono utilizzarle per la pianificazione e il miglioramento delle politiche turistiche nazionale.

Interoperabilità della BDSR con i sistemi regionali

L'interoperabilità della Banca Dati delle Strutture Ricettive (BDSR) con i sistemi regionali rappresenta un elemento chiave per l'efficacia del monitoraggio e della gestione delle strutture ricettive in Italia. Questo scambio di dati è fondamentale per garantire un'integrazione omogenea delle informazioni relative alle strutture turistiche su scala nazionale, superando le frammentazioni regionali che caratterizzavano il sistema precedente.

Ogni regione, possedendo un proprio database per la gestione delle strutture turistiche, immette dati che devono essere sincronizzati con la Banca per evitare duplicazioni e incoerenze e garantendo aggiornamenti. Grazie alla piattaforma nazionale, le autorità regionali possono accedere alle funzionalità centralizzate della BDSR, semplificando la gestione dei permessi e la verifica dei requisiti di conformità rispetto alle normative.

Il sistema di interoperabilità consente una comunicazione bidirezionale: non solo i dati regionali vengono centralizzati, ma eventuali aggiornamenti o modifiche registrati a livello nazionale vengono ridistribuiti ai sistemi locali. Un ulteriore vantaggio dell'interoperabilità tra BDSR e sistemi regionali è la semplificazione delle pratiche per i gestori delle strutture che hanno così un unico punto di riferimento per la registrazione e l'aggiornamento delle informazioni relative ai loro immobili. 

Come fare ad avere il CIN?

Per ottenere il Cin Codice Identificativo Nazionale, è necessario seguire una procedura definita attraverso la piattaforma ufficiale del Ministero del Turismo. La richiesta deve essere fatta principalmente dal titolare o dal gestore dell'immobile destinato a locazioni turistiche. L'accesso al portale richiede l'utilizzo di credenziali digitali come lo SPID o la Carta d'Identità Elettronica (CIE), garantendo così una verifica sicura dell'identità dell'utente.

I requisiti necessari per ottenere il CIN

Ottenere il Codice Identificativo Nazionale (CIN) richiede il rispetto di una serie di requisiti fondamentali volti a garantire che ogni struttura ricettiva sia conforme agli standard di sicurezza e normativi previsti dalla legge, come:

  • avere la conformità agli standard di sicurezza imposti dalle normative, che include la presenza di dispositivi di rilevazione di gas e monossido di carbonio, entrambi cruciali per garantire un ambiente sicuro per gli ospiti;
  • essere dotati di estintori portatili;
  • fornire anche il Codice ATECO, che identifica la classificazione della loro attività economica;
  • avere le autorizzazioni amministrative necessarie in regola, come le comunicazioni di inizio attività e le certificazioni di idoneità degli impianti elettrici e di riscaldamento.

A chi rivolgersi per avere il CIN

Per ottenere il Codice Identificativo Nazionale (CIN), è necessario rivolgersi specificamente al Ministero del Turismo, che ha predisposto una piattaforma telematica dedicata per la gestione delle richieste. 

Il portale è accessibile tramite credenziali digitali come lo SPID o la Carta d'Identità Elettronica (CIE). In caso di difficoltà nell'ottenere queste credenziali, gli utenti possono rivolgersi ai provider ufficiali che offrono supporto per l'ottenimento dello SPID o della CIE.

Per informazioni più dettagliate e guida sull'intero processo, si può consultare il sito del Ministero che fornisce chiarimenti, incluse le FAQ e i tutorial, che possono aiutare a rispondere a dubbi specifici o fornire passaggi operativi per completare con successo la richiesta del CIN.

Procedura per fare domanda ed ottenerlo

La procedura per fare la domanda e ottenere il Codice Identificativo Nazionale (CIN) inizia con l'accesso al portale ufficiale del Ministero del Turismo, tramite le proprie credenziali SPID o CIE

Dopodicchè, il richiedente deve compilare un modulo dettagliato che richiede una serie di informazioni essenziali. Tra queste, i dati catastali dell'immobile sono di primaria importanza, poiché permettono di identificare e localizzare con precisione la proprietà. Oltre a questi, devono essere forniti dati riguardanti la conformità agli standard di sicurezza, come la presenza di rilevatori di gas e dispositivi antincendio.

Se l'immobile è gestito in forma imprenditoriale, si deve inserire anche il Codice ATECO dell'attività, che identifica la categoria economica di appartenenza. Questo passaggio è cruciale per distinguere le attività imprenditoriali da quelle gestite a livello privato.

Dopo aver inserito tutti i dati, il sistema elabora la richiesta e, se i requisiti sono stati rispettati e la documentazione è in ordine, il CIN viene rilasciato e notificato al richiedente attraverso un numero di protocollo associato. Questa notifica avviene generalmente tramite e-mail, velocizzando ulteriormente il processo.

La domanda può essere fatta solo dal titolare o anche dal gestore della casa in affitto breve?

La domanda per ottenere il Codice Identificativo Nazionale (CIN) può essere presentata non solo dal titolare dell'immobile, ma anche dal gestore della casa in affitto breve, qualora il proprietario della struttura lo autorizzi formalmente. In queste circostanze, è fondamentale che il gestore sia in possesso di una delega ufficiale da parte del titolare, la quale deve specificare chiaramente l'autorizzazione a compiere tutte le azioni necessarie per la richiesta del CIN.

La delega deve riportare anche le informazioni rilevanti riguardanti l'identità del proprietario e quella del gestore, oltre a descrivere dettagliatamente i poteri trasferiti al gestore in relazione alla gestione della locazione e alla richiesta del codice.

Per i gestori che gestiscono più proprietà per conto di diversi proprietari, è necessario possedere delle deleghe separate per ogni immobile, ciascuna da caricare sulla piattaforma con la relativa documentazione di supporto.

Infine, sia i proprietari di case in affitto breve che i gestori devono essere informati e concordare sulle responsabilità reciproche riguardanti la gestione del CIN, assicurandosi che tutte le azioni siano documentate e conformi alle normative vigenti.

Documenti necessari da presentare

Per la richiesta del Codice Identificativo Nazionale (CIN), bisogna presentare una serie di documenti che attestino la conformità e la legalità della struttura ricettiva e che includono:

  • i dati catastali completi dell'immobile, indispensabili per identificare in modo univoco la proprietà nel sistema nazionale;
  • le certificazioni di conformità degli impianti elettrici e di riscaldamento, che devono rispettare le normative di sicurezza vigenti;
  • il Codice ATECO che identifica l'attività economica della struttura;
  • una delega ufficiale del titolare dell'immobile, se è il gestore della proprietà a presentare la domanda;
  • eventuali autorizzazioni amministrative locali come la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), o permessi speciali correlati alla specifica tipologia di attività ricettiva.

Ogni documento deve essere caricato in formato digitale sulla piattaforma del Ministero del Turismo. L'elenco dettagliato dei documenti necessari è disponibile sullo stesso sito. 

Costi per avere il codice CIN

Per ottenere il Cin bisogna considerare una serie di costi. Sebbene il processo di registrazione tramite il portale del Ministero del Turismo sia gratis, ci sono spese indirette da sostenere, legate alla preparazione dei documenti richiesti e alle verifiche di conformità.

Si pagano, infatti, le eventuali certificazioni di sicurezza, necessarie per attestare che l'immobile rispetti gli standard legali e che includono la verifica e la messa a norma degli impianti elettrici e di riscaldamento, che possono variare in base alla necessità di aggiornamenti strutturali o manutenzioni particolari.

Ulteriori spese possono derivare dall'assistenza di professionisti come tecnici o consulenti burocratici, che possono aiutare nella preparazione della documentazione necessaria, assicurandosi che tutte le pratiche siano gestite correttamente. L'onorario di questi esperti varia a seconda della complessità del processo e dell'ubicazione della struttura.

Se la richiesta del CIN viene delegata a un gestore o a un'agenzia specializzata, potrebbero esserci costi addizionali legati alla gestione e alla formalizzazione della delega. È inoltre importante considerare eventuali spese amministrative relative alle autorizzazioni comunali o regionali, in particolare se vi sono domande aggiuntive legate all'attività ricettiva che devono essere presentate.

Le tempistiche dalla domanda alla ricezione

Le tempistiche dalla domanda alla ricezione del Codice Identificativo Nazionale (CIN) possono variare in base a diversi fattori, tra cui la completezza della documentazione presentata e l'efficienza degli organi amministrativi coinvolti. In generale, una volta avviata la procedura, servono circa 10-15 giorni lavorativi per la conclusione.

Qualora vi siano discrepanze nei documenti o se viene richiesta un'integrazione delle informazioni già fornite, il processo può subire ritardi. In ogni caso, durante l'intero procedimento, i richiedenti ricevono notifiche via email sullo stato di avanzamento della domanda.  

Obblighi e sanzioni legate al Cin

Il rispetto degli obblighi legati al Codice Identificativo Nazionale (CIN) è cruciale per le strutture ricettive. La mancata ottemperanza può portare a sanzioni significative, tra cui multe che variano in base all'infrazione. È fondamentale che i gestori espongano il Codice correttamente e rispettino tutte le condizioni normative per evitare conseguenze legali ed economiche.

Obblighi normativi per i locatori

I locatori di strutture ricettive sono soggetti a una serie di obblighi normativi volti a garantire la trasparenza e la sicurezza delle loro operazioni. Un obbligo primario è l'ottenimento e l'esposizione del Codice Identificativo Nazionale (CIN), che deve essere chiaramente visibile all'esterno della struttura e inserito in tutti gli annunci online e offline, inclusi i portali di prenotazione.

I locatori hanno, inoltre, l'obbligo di assicurare che la struttura sia conforme agli standard di sicurezza. Ciò include la verifica regolare degli impianti elettrici e a gas, la presenza di dispositivi di rilevazione di gas e monossido di carbonio, e l'installazione di estintori in posizioni accessibili. La mancata verifica o certificazione di questi standard può portare non solo a sanzioni, ma anche a responsabilità legali in caso di incidenti.

Ulteriori obblighi riguardano il rispetto delle disposizioni fiscali, tra cui il pagamento delle imposte locali e statali correlate all'affitto. I locatori operanti in forma imprenditoriale devono presentare la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) e garantire che tutti i dati delle loro attività economiche siano accurati e aggiornati, contribuendo così a un'operazione trasparente e conforme.

Sanzioni in caso di mancato rispetto dei requisiti CIN

Il mancato rispetto dei requisiti relativi al Codice Identificativo Nazionale (CIN) comporta l'imposizione di sanzioni pecuniarie che variano in base alla gravità della violazione.

In particolare, per  la mancata esposizione del CIN, se cioè il Codice non è visibilmente riportato all'esterno della struttura o non è riportato negli annunci pubblicitari online e offline, i locatori possono incorrere in multe che variano da 500 a 5.000 euro.

Se una struttura opera senza aver mai richiesto e ottenuto il CIN, le sanzioni sono ancora più severe e le multe possono oscillare dai 800 ai 10.000 euro.

La non conformità ai requisiti di sicurezza, come la mancanza di certificazioni per impianti elettrici o di sicurezza anti-incendio, comporta ulteriori sanzioni che possono ammontare a diverse migliaia di euro per ogni violazione accertata.

Infine, per le attività gestite in forma imprenditoriale, la mancata presentazione della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) costituisce una violazione formale che è anch'essa soggetta a sanzioni significative, sempre volte a sottolineare l'importanza di una gestione corretta e trasparente delle attività ricettive.

Cosa succede a chi non avrà il CIN? Multe e sanzioni

Chi non ottiene il Codice Identificativo Nazionale (CIN) per la sua struttura ricettiva è soggetto a una serie di sanzioni legali ed economiche significative. L'assenza del CIN è considerata una violazione grave delle normative vigenti, in quanto compromette la trasparenza e la tracciabilità nel settore turistico. Le sanzioni possono includere pesanti multe.

Un locatore che opera senza il CIN può, per esempio, incorrere in multe che vanno dagli 800 ai 10.000 euro. Oltre alle multe, le autorità potrebbero emanare ordini di cessazione dell'attività fino a quando il CIN non viene ottenuto correttamente. Questo significa che la struttura non può operare legalmente, comportando potenziali perdite di entrate significative per chi continua a ignorare la legge. In alcune regioni, il mancato possesso del CIN potrebbe anche portare alla revoca di altre licenze o permessi di esercizio, aggravando ulteriormente le conseguenze per il locatore.

Gli operatori che gestiscono annunci pubblicitari senza CIN su piattaforme online rischiano anche la rimozione degli annunci dai siti di prenotazione. 

I controlli sul CIN, come e quando avvengono e chi è preposto a farli

I controlli sul Codice Identificativo Nazionale (CIN) sono fondamentali per garantire che tutte le strutture ricettive operino in conformità con le normative prescritte. Questi controlli vengono effettuati da diverse autorità preposte a mantenere standard elevati nel settore turistico ma non seguono un calendario fisso. Possono, infatti, avvenire regolarmente e senza preavviso per garantire che le strutture rispettino continuamente i requisiti normativi.

Le autorità principali incaricate di effettuare tali controlli includono le forze dell'ordine locali, come la polizia municipale, e le agenzie fiscali che monitorano le attività economiche. Questi enti hanno accesso alla Banca Dati delle Strutture Ricettive (BDSR), che centralizza le informazioni necessarie per verificare la validità dei CIN assegnati. 

Durante i controlli, le autorità verificano la presenza e la corretta esposizione del CIN nei luoghi stabiliti, incluso all'esterno della struttura e negli annunci pubblicitari online, e la conformità delle strutture ai requisiti di sicurezza richiesti, come la presenza di dispositivi di rilevazione di gas e antincendio.

In aggiunta, le piattaforme di prenotazione online cooperano con le autorità per monitorare la presenza del CIN negli annunci. In caso di segnalazioni o discrepanze, le autorità possono intervenire direttamente per eseguire ispezioni più dettagliate, assicurandosi che tutti gli aspetti regolamentari siano rispettati.

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