Conti correnti, mutui, prestiti personali: su tutte le questioni che riguardano il rapporto con gli istituti di credito è possibile presentare ricorso contro la banca. Grazie agli strumenti di tutela disponibili, i tempi di risoluzione delle controversie sono notevolmente ridotti rispetto al passato.
Tra questi strumenti spicca l'Arbitro Bancario Finanziario (ABF), organo autonomo e imparziale sotto la supervisione della Banca d'Italia, creato per affrontare e risolvere le controversie tra clienti e intermediari finanziari in modo efficace.
Dal punto di vista procedurale, il ricorso all'ABF rappresenta una strada semplice (è possibile presentarlo in piena autonomia senza necessità di assistenza legale) ed economica. Ma al di là delle modalità procedurali, le occasioni in cui risparmiatori e correntisti possono avere necessità di tutelarsi sono numerose.
Contestare le decisioni di un istituto di credito non è mai una procedura da affrontare con leggerezza, poiché ci si confronta con entità finanziarie strutturate e potenti. Diventa quindi fondamentale conoscere approfonditamente i propri diritti e sapere in quali casi specifici è possibile far sentire la propria voce.
La possibilità di presentare un ricorso contro un istituto bancario è strettamente correlata alla tutela dei diritti dei consumatori nel settore finanziario. Sia durante la fase di apertura di un conto corrente che nella richiesta di un finanziamento, possono verificarsi diverse irregolarità che legittimano il cliente a far valere i propri diritti.
Le circostanze più frequenti che giustificano un ricorso includono:
Nel dettaglio, i ricorsi per spese aggiuntive non autorizzate riguardano generalmente:
È importante sottolineare che il ricorso all'Arbitro Bancario Finanziario è sempre possibile per chi ha o ha avuto rapporti contrattuali con un intermediario finanziario per servizi bancari, inclusi i servizi di pagamento.
Occorre tuttavia considerare un importante limite: l'ABF non può intervenire quando la controversia riguarda servizi o attività con finalità di investimento, come:
Per queste tipologie di controversie, lo strumento appropriato è l'Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF), istituito presso la Consob.
Antonio Ortolani, presidente della commissione banche e intermediari finanziari dell'Ordine dei commercialisti di Milano, evidenzia un aspetto cruciale: nei rapporti tra banche e clienti manca una vera reciprocità, poiché il risparmiatore, l'investitore o il correntista non ha reali possibilità di modificare a suo favore le condizioni contrattuali.
L'esperto mette in luce una pratica comune: gli istituti di credito raramente informano i clienti quando le novità introdotte nel corso del tempo sono a loro vantaggio. Sebbene le banche siano obbligate a evidenziare in grassetto le voci modificate nelle comunicazioni al cliente, spesso adottano una tattica elusiva, ripetendo integralmente la lista delle clausole contrattuali.
Questo comportamento, che Ortolani definisce un "malloppo enorme", rende estremamente difficile per i clienti individuare le effettive modifiche introdotte, soprattutto considerando la difficoltà di ricordare con precisione le condizioni originarie sottoscritte.
Analizziamo più approfonditamente le situazioni che più frequentemente portano alla presentazione di un ricorso contro un istituto bancario:
Le banche possono modificare unilateralmente le condizioni contrattuali, ma devono rispettare precise disposizioni normative. In particolare, secondo l'art. 118 del Testo Unico Bancario (TUB), l'istituto deve:
Se questi requisiti non vengono rispettati, il cliente può contestare le modifiche attraverso un ricorso.
Un motivo comune di contenzioso riguarda l'applicazione di tassi d'interesse potenzialmente usurari. La legge anti-usura (L. 108/1996) stabilisce che i tassi non possono superare determinati limiti, calcolati trimestralmente dalla Banca d'Italia.
Se il tasso applicato dalla banca supera il tasso soglia pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il cliente può contestare il contratto e richiedere la restituzione degli interessi pagati in eccesso.
Molti ricorsi riguardano l'addebito di commissioni e spese non adeguatamente comunicate, come:
La normativa sulla trasparenza bancaria impone agli istituti di credito di informare chiaramente il cliente su tutti i costi applicati. L'omessa o inadeguata informativa può costituire motivo di ricorso.
Nel caso dei mutui, frequenti motivi di contenzioso includono:
Un altro motivo che spesso porta a presentare ricorso è la segnalazione impropria alla Centrale Rischi della Banca d'Italia o ai Sistemi di Informazione Creditizia (SIC) come CRIF o Experian. Se la segnalazione è errata o sproporzionata rispetto all'effettiva situazione debitoria, il cliente può richiederne la cancellazione o rettifica.
La procedura per presentare ricorso all'ABF è relativamente semplice e accessibile:
È importante sottolineare che si può presentare ricorso all'ABF senza necessità di assistenza legale, anche se in casi complessi potrebbe essere consigliabile rivolgersi a un professionista.
Rivolgersi all'ABF offre diversi vantaggi rispetto alle vie giudiziarie tradizionali:
Oltre all'ABF, esistono altre modalità per risolvere le controversie con le banche: