Assumere l’impegno di diventare garante di un prestito significa diventare un punto di riferimento determinante per l’accesso al credito della persona che richiede il finanziamento.
Tuttavia, questo incarico comporta un’elevata esposizione personale e la necessità di conoscere a fondo le regole che lo disciplinano. La consapevolezza di ciò che comporta la firma come garante, dei vincoli contrattuali e delle possibili implicazioni finanziarie e legali è imprescindibile per evitare spiacevoli conseguenze.
Chi può diventare garante: requisiti, limiti di età e condizioni richieste dalle banche
E' possibile essere garante in un prestito in base ad una serie di criteri che vengono valutati dalla banca o dall’istituto finanziario. Non ogni soggetto può essere accettato; le condizioni richieste derivano sia da obblighi normativi sia da criteri interni all’ente erogante. Di seguito gli elementi essenziali valutati:
- Capacità reddituale dimostrabile: la persona deve poter documentare un’entrata regolare e sufficiente, che può derivare dallo stipendio, dalla pensione o da altri redditi costanti. Il prestito deve risultare sostenibile, anche qualora il garante dovesse farsi carico delle rate.
- Affidabilità creditizia: un profilo privo di segnalazioni negative presso banche dati creditizie come il CRIF è requisito obbligatorio. Eventuali pregresse insolvenze ne precludono l’accettazione.
- Limiti di età: la maggior parte delle banche pone un’età massima per i garanti, spesso fissata tra i 75 e gli 80 anni (al termine del piano di ammortamento). Questo parametro è calibrato sulla durata del prestito e sulla prospettiva di solvibilità del garante.
- Situazione patrimoniale: la banca tiene in considerazione eventuali debiti già in essere, esposizioni come garanti in altri finanziamenti o contenziosi aperti. Una situazione finanziaria equilibrata è indispensabile.
- Cittadinanza e residenza: in genere, è richiesta residenza in Italia e possesso di valido codice fiscale.
Per i pensionati, ulteriori criteri riguardano la stabilità e adeguatezza della pensione e l’assenza di altri impegni finanziari rilevanti. La presenza di un garante per un prestito o altro tipo di finanziamento viene spesso richiesta per richiedenti con reddito basso, storico creditizio limitato o condizioni lavorative precarie.
Documentazione e valutazioni necessarie per assumere il ruolo di garante
La fase istruttoria richiede che sia il debitore principale sia il garante forniscano una documentazione ampia e aggiornata. L’analisi della banca include la verifica della posizione reddituale e della storia creditizia di entrambi. I principali documenti da presentare sono:
- Documento d’identità e codice fiscale
- Documentazione attestante il reddito: ultime buste paga, cedolino pensione o ultima dichiarazione dei redditi (per autonomi)
- Certificato di residenza o attestazione equivalente
- Estratti conto bancari
- Eventuali attestazioni sullo stato lavorativo o patrimoniale (CUD, OBIS/M per i pensionati, ecc.)
L’istituto verifica la compatibilità tra il reddito dichiarato e la rata del prestito, applicando di norma un rapporto rata-reddito che non dovrebbe eccedere un terzo del reddito mensile disponibile (Fonte Banca d'Italia).
Infine, le verifiche sullo storico creditizio sono condizione necessaria per la fattibilità dell’operazione, inclusi eventuali altri obblighi in corso (ad esempio come coobbligato o fideiussore su altri prestiti).
Responsabilità del garante: cosa accade in caso di insolvenza del debitore principale
L’entrata in gioco del garante avviene quando il debitore principale non riesce a far fronte al rimborso. In base al principio della responsabilità solidale, la banca può richiedere l’intero ammontare dovuto direttamente al garante, senza dover prima esperire tutte le azioni di recupero sul debitore. Le conseguenze operative sono:
- Richiesta di pagamento delle rate scadute al garante, con l'obbligo di provvedere immediatamente
- Segnalazione del garante nelle banche dati come cattivo pagatore, con impatto su future possibilità di ottenere credito
- Avvio di procedure legali per il recupero del credito, incluso eventuale decreto ingiuntivo
- In caso di ulteriori mancati pagamenti, attivazione di azioni esecutive come il pignoramento di beni, conti correnti oppure quote di stipendio/pensione.
È importante sottolineare che la responsabilità non si esaurisce col saldo delle sole rate mancanti: la banca può pretendere l’intero debito residuo in unica soluzione nel caso di risoluzione anticipata del contratto per grave inadempienza.
Se, inoltre, il prestito risulta coperto da più garanti o coobbligati, la banca può anche agire indifferentemente su uno o su tutti i garanti fino all’integrale soddisfo del proprio credito, lasciando a ciascun garante la possibilità di rivalersi sugli altri obbligati nella fase successiva.
Rischi concreti per il garante: segnalazione, escussione, pignoramenti e conseguenze personali
L’inadempienza di chi ha ottenuto il finanziamento espone il garante a una serie di rischi rilevanti, non solo patrimoniali ma anche reputazionali e legali. I principali sono:
- Iscrizione nei sistemi di informazione creditizia: il garante rischia di essere segnalato come cattivo pagatore (CRIF, Centrale dei Rischi), con blocco dell’accesso a nuovi finanziamenti;
- Escussione immediata: la banca può agire d’ufficio sul garante, richiedendogli il pagamento totale delle somme dovute dal debitore, senza attese né mediazioni intermedie;
- Pignoramento dei beni: in assenza di saldo delle obbligazioni, il patrimonio del garante può essere colpito da pignoramenti immobiliari, blocco dei conti correnti, trattenuta diretta su stipendio o pensione;
- Difficoltà future nell’accesso al credito: la posizione di garante già in corso o pregresse segnalazioni incidono negativamente sulla valutazione di altre richieste di prestito;
- Implicazioni sui rapporti personali: la responsabilità può riflettersi sulle relazioni familiari o tra amici, in caso di controversie legate ai mancati pagamenti;
- Possibile pretesa di polizze assicurative aggiuntive: alcune banche richiedono polizze vita o sul rischio insolvenza a carico del garante, in particolare se di età avanzata o con salute precaria.
Limiti e tutele legali per il garante: prescrizioni, estinzioni, possibilità di protezione e casi particolari
La normativa italiana introduce limiti temporali e possibili tutele per chi assume obblighi di garanzia:
- Prescrizione: l’azione per il recupero del credito da parte del creditore si prescrive ordinariamente in 10 anni dal momento dell’inadempimento; per le singole rate o interessi la prescrizione è di 5 anni.
- Estinzione anticipata: sia l’estinzione del prestito sia il saldo integrale da parte del debitore fanno decadere la garanzia, liberando il garante da ogni obbligo ulteriore.
- Limiti convenzionali e di legge: è possibile stabilire nel contratto un tetto massimo di responsabilità del garante o una durata limitata della garanzia.
- Tutele nei casi di composizione della crisi: nelle procedure di sovraindebitamento il garante non è automaticamente tutelato dall’effetto esdebitante concesso al debitore principale.
- Accordi privati o assicurazioni a tutela: per mitigare il rischio, possono essere stipulati accordi interni tra debitore e garante o polizze assicurative specifiche.
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