Leggere le email, le chat e prendere il cellulare del marito o moglie costituisce sempre reato perché viola la privacy altri e il diritto alla segretezza della corrispondenza sancito dalla Costituzione all’articolo 15.
E’ reato leggere le email, le chat e prendere il cellulare del marito o moglie? Chi non hai avuto la tentazione di prendere il cellulare del proprio marito o della propria moglie per leggere email e chat personali? E’ sicuramente successo a tantissimi di spiare le conversazioni del partner, per cercare qualcosa, per scoprire qualcosa, per trovare la prova di qualcosa, magari di un tradimento.
Eppure non si tratta di una cosa bella da fare. Il rispetto nei confronti dell’altro dovrebbe essere dimostrato anche attraverso la fiducia e il rispetto stesso della privacy, pur se c’è qualcosa che sembra non andare al punto di spingere a cercare oltre e quindi leggere email e chat personali. E’ bene, però, sapere che si tratta di una condotta che sarebbe meglio evitare. Per tanti motivi.
Stando a quanto previsto dalla legge italiana, leggere le email di un’altra persona, marito o moglie che sia, costituisce reato perché viola la privacy e perché tra i principi garantiti dalla nostra Costituzione c’è il diritto alla tutela la segretezza della corrispondenza, che prevede l’inviolabilità della libertà e della segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione.
Inoltre, leggere le email di marito o moglie non solo la violazione la riservatezza dell’altra persona ma configura anche un altro reato, quello di accesso abusivo a sistema informatico.
Stesso discorso vale per marito o moglie che prendono il cellulare del partner per leggere chat o altri tipi di messaggi sui diversi social network, da Whast app a Facebook. Chi legge, dunque, email, chat, o altri tipi di messaggi su pc o cellulare di marito o moglie commette reato.
E se leggere mail e chat serve a marito o moglie per dimostrare qualcosa dell’altro coniuge, per esempio, un tradimento, è bene sapere che si tratta di prove che non possono essere ammesse in cause eventuali di separazione e divorzio perché le prove da portare in tribunale devono essere acquisite in maniera lecita e non inganni e sotterfugi o spiando, anche se i questi casi spesso si fanno eccezioni.
Secondo la regola generale, infatti, le prove eventualmente acquisite leggendo email e chat violando la privacy dell’altro non vengono prese in considerazione dal giudice, ma pur essendo vietato leggere le email, le chat e prendere il cellulare di marito e moglie, alcuni Tribunali hanno ammesso come prove in cause di divorzio email e chat prelevate violando la privacy altrui come prova per dimostrare l’infedeltà e la doppia relazione del coniuge.
Da ciò risulta che in alcuni casi, e in base ai tribunali che si occupano della causa di separazione, chat, email e altri messaggi trovati sul cellulare del marito o della moglie possono diventare prove per la richiesta anche di addebito della separazione se emergono specifiche e chiare prove di tradimento.
Dunque, leggendo email e chat e prendendo il cellulare di marito e moglie si incorre nei seguenti reati:
Chi legge email e chat e prende il cellulare di marito o moglie commette, dunque, sempre reato, oltre ad avere una condotta personale moralmente scorretta. Violare la privacy altrui e rendersi colpevole del reato di accesso abusivo a sistema informatico prevede la reclusione fino a tre anni.
Per chi poi prende il cellulare di moglie o marito tramite minaccia o violenza sull’altro si rende colpevole anche di rapina, come stabilito dalla Corte di Cassazione, per cui è prevista la reclusione.