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Spese antenna condominiale: quando il condomino puņ rifiutare il pagamento

Quali sono i casi in cui un condomino puņ non pagare le spese per l'antenna condominiale senza rischiare sanzioni e cosa prevede la normativa vigente

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
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Le spese relative all’antenna condominiale rappresentano un tema rilevante nella gestione degli immobili collettivi, in quanto coinvolgono sia gli aspetti tecnici della ricezione televisiva che questioni di natura giuridica e patrimoniale.

Negli edifici residenziali, la presenza di impianti per la ricezione dei segnali televisivi, in particolare quelli centralizzati, implica l'obbligo per i proprietari di contribuire alle relative spese, generando spesso interrogativi su quando il condomino può rifiutarsi di pagare per antenna condominiale e sulle modalità di suddivisione dei costi.

La normativa italiana distingue innanzitutto tra antenne centralizzate, concepite per servire tutte le unità immobiliari di uno stabile, e antenne singole, ossia installazioni a uso esclusivo di un residente.

La legge favorisce soluzioni centralizzate, sia nei nuovi edifici che in fase di ristrutturazione, per evitare la proliferazione disordinata di strumenti individuali e garantire decoro, sicurezza e regolarità del servizio.

C'è poi da considerare il cosiddetto “diritto di antenna”, che garantisce a ogni abitante, anche in affitto, la possibilità di installare un impianto per uso proprio, fermo restando il rispetto della sicurezza e del decoro del fabbricato, e previa adeguata comunicazione all’amministratore.

Tuttavia, i regolamenti interni e le delibere di assemblea possono fissare criteri specifici per la tutela delle parti comuni e la distribuzione ordinata dei cavi e dei dispositivi, ma non possono vietare il diritto soggettivo all’antenna, se non per comprovate ragioni tecniche o estetiche. 

Come si dividono le spese per l'antenna condominiale

Stando a quanto previsto dalla normativa vigente, tutti i proprietari che beneficiano del servizio fornito dall'antenna condominiale devono partecipare alle spese per l'installazione e la manutenzione ordinaria e straordinaria.

Per gli impianti centralizzati, che servono tutte le unità immobiliari, la ripartizione dei costi avviene generalmente in misura eguale tra i condomini interessati o secondo i millesimi di proprietà, a seconda delle modalità indicate nel regolamento o stabilite dalla delibera assembleare.

I condòmini che non possono usufruire tecnicamente dell’impianto (ad esempio chi possiede solo un garage o non dispone di collegamento al segnale) sono di norma esonerati dal contributo economico.

Chi possiede già una propria antenna individuale o decide di non avvalersi del servizio centralizzato non è automaticamente escluso dagli oneri, a meno che specifica delibera dell’assemblea non preveda diversamente.

Un aspetto centrale consiste nella differenza tra spese legate alla manutenzione di impianti esistenti e quelle relative a innovazioni o installazioni aggiuntive, come può accadere con l’introduzione di un nuovo impianto satellitare in presenza di un sistema terrestre funzionante.

In questo caso, la ripartizione ione può coinvolgere solo coloro che intendono realmente usufruire della nuova installazione, come previsto dal principio dell’effettiva fruizione del servizio.


Nei casi in cui siano previsti diversi servizi (terrestre e satellitare), la quota spettante a ciascun condomino può essere differenziata e, per gli impianti collettivi riservati a tipologie di utenti speciali (es. pay-tv), il costo ricadrà esclusivamente su chi decide di aderire.

Tipologia impianto Modalità ripartizione
Centralizzato (terrestre) Millesimi o quote uguali
Centralizzato (satellitare) Solo utenti aderenti (se aggiuntivo)
Singolo impianto A carico del singolo

In quali casi il condomino può non pagare per le spese dell'antenna condominiale

I condomini possono opporsi al pagamento delle spese per l'antenna condominiale solo in casi specifici previsti dalla legge.


In generale, il pagamento delle spese comuni è dovuto anche se il singolo condomino non utilizza il servizio in modo effettivo.

Infatti, la ripartizione avviene secondo il principio dell’utilizzo potenziale e non di quello concreto: chi ha diritto a usufruire del bene comune è tenuto a contribuire ai relativi oneri. Fanno eccezione casi particolari:

  • Mancanza di servizio effettivo: se l’unità immobiliare non è tecnicamente allacciata all’impianto e non può ricevere il segnale, il condomino può essere esentato dal pagamento.
  • Innovazione voluttuaria: qualora l’installazione costituisca una spesa gravosa e voluttuaria (ossia superflua rispetto alle esigenze dell’edificio e suscettibile di utilizzo separato), è possibile rifiutarsi di aderire all’investimento e alle relative spese. Tuttavia, le innovazioni "necessarie" approvate a maggioranza richiedono la partecipazione di tutti i proprietari, anche se dissenzienti e in tali casi, solo se l’innovazione comporta un utilizzo separato e non indispensabile, i condomini dissenzienti possono essere esentati dai costi.
  • Assenza del diritto contrattuale per gli inquilini: nei contratti di locazione, se il documento non prevede esplicitamente l’addebito delle spese per servizi o innovazioni, l’inquilino può legittimamente rifiutare il pagamento, laddove tali costi competano, in difetto di pattuizione contraria, al locatore.

In pratica:

  • Se un impianto esistente è già funzionale e sufficiente e il nuovo sistema non produce benefici aggiuntivi tangibili, il condomino dissenziente può rinunciare alla cosa comune senza essere tenuto alle spese di conservazione e funzionamento.
  • L’assemblea condominiale potrebbe argomentare che le innovazioni tecnologiche consentono l’accesso a servizi differenti (ad esempio nuovi canali satellitari o standard digitali), obbligando comunque tutti alla contribuzione, se la differenza di servizio è sostanziale.

Procedura di installazione e approvazione degli impianti in assemblea

L’installazione di impianti condominiali, inclusa l’antenna centralizzata, richiede l’approvazione tramite delibera dell’assemblea dei condomini. La procedura prevede passaggi specifici:

  • La proposta viene sottoposta all’assemblea dal soggetto promotore o dall’amministratore, previo invio di una relazione tecnica con dettagli sui costi e sugli aspetti strutturali.
  • La maggioranza richiesta per l'approvazione è rappresentata dalla metà degli intervenuti e almeno 500 millesimi (in prima o seconda convocazione), trattandosi di innovazione "necessaria".
  • L’amministratore provvede a selezionare ditte specializzate e a garantire la regolarità dell’installazione, nel rispetto dei requisiti tecnici e del decoro, con verifica e collaudo finale.

 

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