I tempi di liquidazione del Tfr maturato da ogni lavoratore non sono universali per tutte le aziende ma dipendono spesso da quanto previsto dai contratti collettivi e se il contratto non riporta nulla in merito il lavoratore può pretendere il suo Tfr anche subito. Il datore di lavoro può versare il Tfr in un’unica soluzione o a rate.
Entro quanto tempo deve essere corrisposto il Tfr dall’azienda al lavoratore con cui cessa il rapporto di lavoro? Da quando parte la liquidazione del Trattamento di Fine Rapporto? Si tratta di domande che molti lavoratori che stanno per andare in pensione o che stanno per concludere un rapporto di lavoro si pongono per capire i tempi effettivi di liquidazione della somma spettante di Tfr e organizzare magari le loro spese.
Il Tfr, Trattamento di fine rapporto, è una somma di denaro che ogni lavoratore dipendente accantona negli anni di servizio per poi riceverlo:
Solitamente il Tfr corrisponde al 6,91% dell’importo lordo annuale guadagnato dal lavoratore dipendente, anche se nel corso del rapporto di lavoro si chiede un anticipo del Tfr, diverso è invece il calcolo per i dipendenti pubblici che maturano il Tfs, trattamento di fine servizio, che ogni anno matura un tasso di interesse e che viene tassato con un’aliquota media Irpef degli ultimi cinque anni di lavoro e che nella maggior parte dei casi è del 23%.
Se, invece, si decide di versare il Tfr direttamente in busta paga, si perdono gli interessi e l’Irpef è progressiva in base all’importo annuo dello stipendio, come se fosse un normale reddito del lavoratore.
I tempi di liquidazione del Tfr maturato da ogni lavoratore dipendente non sono universali per tutte le aziende ma sono i contratti collettivi che spesso fissano un termine entro il quale il datore di lavoro deve versare il Tfr maturato e se il contratto non riporta nulla in merito il lavoratore può pretendere il suo Tfr anche subito.
Per capire, dunque, i tempi entro i quali l’azienda deve pagare il Tfr al dipendente bisogna innanzitutto controllare che il contratto collettivo nazionale di riferimento preveda tempi precisi in merito o meno, prevedendo pertanto il diritto alla corresponsione del Tfr al momento della cessazione del rapporto lavorativo.
Solitamente l’azienda dovrebbe versare il Tfr al lavoratore entro il giorno 15 del mese successivo a quello di cessazione del rapporto ma, come detto, sono previsti anche tempi diversi e per esempio:
E’ bene precisare che il Tfr maturato dal lavoratore può essere pagato dal datore di lavoro o in un’unica soluzione o anche a rate effettuando bonifici direttamente sul conto corrente del lavoratore su cui nel tempo sono stati accreditati gli stipendi mensili.
No dovrebbe esistere il caso in cui l’azienda non paga il Tfr, contrariamente invece alla richiesta di anticipo del Tfr che può anche essere rifiutata dal datore di lavoro. Se anche fosse impossibilitata a farlo subito, dovrà comunque farlo in un secondo momento considerando anche i relativi interessi dovuti.
Se, però, il pagamento da parte dell’azienda non avviene, il dipendente può presentare ricorso con decreto ingiuntivo in tribunale e il provvedimento viene notificato all’azienda che dal momento in cui riceve la notifica ha 40 giorni di tempo per pagare l’importo dovuto di Tfr al lavoratore.
E’ possibile anche che l’azienda, nei 40 giorni di tempo, decida di fare opposizione al decreto ingiuntivo, avviando così una causa ordinaria. Se, però, l’azienda continua a non pagare pur essendo stata intimata al pagamento, se l’azienda presenta i requisiti dell’imprenditore, si può proporre istanza di fallimento e in caso di fallimento tocca al Fondo di Garanzia dell’Inps pagare il Tfr al dipendente.