Infortuni sul lavoro, come procedere se ci si fa male. E somme indennizzi cambiano

di Luigi Mannini pubblicato il
Infortuni sul lavoro, come procedere se

Infortuni lavoro come procedere somme indenizzi cambiano

Procedura da seguire nei casi di infortuni sul lavoro e rivalutazione degli indennizzi da parte dell’Inail: cosa cambia e aumenti

Capita sempre più spesso, come si apprende dalle ultime notizie, che ci si faccia male sul posto di lavoro, incidenti più frequenti certamente su alcuni luoghi di lavoro come cantieri o fabbriche. Nei casi di incidenti sul lavoro è sempre bene sapere come procedere nel caso in cui si riporti un trauma. Sono diversi, infatti, gli aspetti che devono essere valutati dopo un incidente sul lavoro, da quelli riguardanti eventuali risarcimenti, al pagamento dello stipendio, ad una serie di agevolazioni previste per i lavoratori come per esempio l’esenzione per le spese sanitarie.

Infortuni sul lavoro: come fare se ci si fa male

Innanzitutto, è bene sapere che dopo un infortunio sul lavoro bisogna per prima cosa denunciare l’accaduto all’Inail, Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, che, oltre a garantire risarcimento, si occupa anche della cosiddetta indennità sostitutiva della retribuzione. Dopo essersi andati al pronto soccorso per la prescrizione delle cure, bisogna consegnare il certificato sanitario al proprio datore di lavoro, che a sua volta lo trasmette in via telematica all’Inail. In base al periodo di prognosi riportato sul certificato, l’Istituto ha anche facoltà di prolungare il periodo previsto per la malattia dopo la scadenza della prognosi attraverso una valutazione fatta in uno degli ambulatori dello stesso Inail. Se gli infortuni sul lavoro sono mortali o comportano una prognosi superiore a 30 giorni, il datore deve denunciare l’accaduto all’autorità locale di pubblica sicurezza del comune in cui si è verificato l’incidente.

Per quanto riguarda la retribuzione, nei casi di infortunio sul lavoro, lo stipendio dal lavoratore infortunato viene comunque pagato dal datore di lavoro e successivamente dall’Inail. In particolare, nei primi quattro giorni di assenza dal posto del lavoro, il lavoratore sarà pagato dal suo datore di lavoro, con una percentuale che dal 100% dello stipendio del primo giorno scende al 60% dal secondo giorno in poi. Dal quinto giorno in poi è invece l’Inail che paga mantenendo sempre una percentuale del 60% della retribuzione del lavoratore. Dal novantunesimo giorno, poi, la percentuale sale al 75% e sarà valida fino al momento della guarigione.

Inoltre, nei casi di infortuni sul lavoro, l’Inail prevede un’apposita copertura assicurativa che offre prestazioni sanitarie, come cure mediche e chirurgiche, accertamenti clinici; e prestazioni economiche che coprono la ridotta attitudine al lavoro del dipendente a causa di un’inabilità permanente o temporanea.

Nel caso di lavoratori autonomi, la procedura da seguire nei casi di infortuni sul lavoro è la stessa appena riportata ma la differenza è che è lo stesso lavoratore ad occuparsi di tutte le operazioni che nel caso dei lavoratori dipendenti sono di competenza del datore di lavoro, compresa la trasmissione di denuncia dell’incidente e del certificato all’Inail.

Infortuni sul lavoro: cambiano somme indennizzi

Il risarcimento al lavoratore viene corrisposto dall’Inail nel caso in cui l’infortunio sia avvenuto per una fatalità sulla base di tabelle predisposte; se, invece, sono state rispettate tutte le norme anti infortunio, scatta la responsabilità penale e in tal caso il lavoratore potrà agire in sede civile per ottenere il giusto risarcimento. Le ultime notizie confermano un aumento degli indennizzi dell’1,1% nei casi di infortuni sul lavoro. Dopo uno stop di due anni, infatti, l'Inail ha rivalutato gli importi relativi alla retribuzione per la liquidazione delle rendite ai mutilati e agli invalidi del lavoro e per malattia professionale per i settori industria, agricoltura, navigazione, medici radiologi e tecnici sanitari di radiologia autonomi, di tutte le gestioni di appartenenza, con decorrenza primo luglio 2018. La rivalutazione avviene sulla base della variazione effettiva dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati accertata dall'Istat intervenuta rispetto all'anno precedente.

In particolare, per i lavoratori del settore industria, la retribuzione media giornaliera sale a 77,97 euro e quindi i limiti minimi e massimi sulla cui base calcolare le rendite diventano rispettivamente pari a 16.373,70 euro e a 30.408,30 euro; per i lavoratori del settore agricolo assunti a tempo determinato, l’indennizzo si basa su una retribuzione annua convenzionale pari a 24.709,80 euro, mentre per i dipendenti del settore agricolo assunti a tempo indeterminato valgono gli stessi aumenti dei lavoratori dell’industria.

Per medici e radiologi, per coloro colpiti da malattie e lesioni causate dall’azione dei raggi X e sostanze radioattive e loro superstiti, l’indennizzo passa a 60.717,90 euro e cambiano anche le retribuzioni convenzionali annue per il calcolo delle rendite dirette corrisposte ai tecnici radiologi. E aumenta anche l’assegno per assistenza personale continuativa per chi ha subito un infortunio o una malattia professionale e il cui importo mensile è ora di 539,09 euro.