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A quali controlli possono essere sottoposti i commercialisti e le conseguenze e rischi per i loro clienti

di Marcello Tansini pubblicato il
Rischi per i clienti

I commercialisti possono essere oggetto di controlli che incidono anche sui loro clienti: dalle fasi delle verifiche fiscali alle ricostruzioni contabili, passando per il ruolo della Guardia di Finanza.

Anche i commercialisti possono essere destinatari di accertamenti approfonditi da parte della Guardia di Finanza. Queste verifiche non si limitano a valutare la conformità del singolo professionista, ma possono coinvolgere indirettamente tutto il portafoglio clienti.

Le conseguenze di un controllo possono riflettersi infatti non solo sull'attività del commercialista, ma anche sulla posizione fiscale dei suoi assistiti. Conoscere la portata e le modalità dei controlli commercialista Guardia di Finanza è essenziale per interpretare le ripercussioni su clienti privati e imprenditori. Questa panoramica, aggiornata alle ultime circolari e direttive, mira a fornire un quadro dettagliato degli strumenti ispettivi, degli scenari di rischio e delle buone pratiche da adottare per una collaborazione trasparente e senza rischi.

Quali controlli possono essere effettuati sui commercialisti

I controlli a carico dei commercialisti sono volti ad accertare la correttezza dell'applicazione delle normative fiscali, non solo per quanto riguarda la gestione dello studio, ma anche per prevenire eventuali condotte elusive. Tra i principali strumenti utilizzati si trovano le verifiche della base imponibile, potenziali forme di interposizione fittizia e l'analisi delle scritture contabili:

  • Accertamenti sulla regolarità della dichiarazione dei redditi e dell'IVA
  • Controllo delle operazioni contabili, movimentazioni finanziarie e flussi in entrata e uscita
  • Analisi dei volumi d'affari e verifica della congruità rispetto ai parametri dichiarati
  • Verifica della gestione di eventuali centri di servizio o società di capitali riconducibili indirettamente al professionista
  • Indagine sulla tipologia di clientela e natura delle prestazioni erogate
Un aspetto particolarmente attuale riguarda la configurazione organizzativa dello studio: la costituzione di società di capitali, centri di servizio o deleghe a familiari può infatti suscitare sospetti di interposizione fittizia, con particolare attenzione alle relazioni contrattuali e ai flussi economici. Inoltre, le autorità possono approfondire l'analisi dei livelli di automazione e dei sistemi di gestione informatica adottati per monitorare eventuali criticità o incongruenze nei dati.

La Guardia di Finanza valuta inoltre l'effettivo impiego dei collaboratori, dipendenti, associati e praticanti, e può effettuare incroci fra i dati presenti nel libro paga, nei registri e nelle comunicazioni obbligatorie, alla ricerca di eventuali discordanze che possano segnalare forme di evasione o elusione fiscale.

Fasi e metodi dei controlli fiscali: dalla selezione degli elementi alle verifiche incrociate

I controlli commercialista Guardia di Finanza seguono una procedura strutturata in più passaggi, che garantisce un approccio sistematico coerente con le circolari operative:

  • Selezione degli elementi oggettivi: individuazione di dati significativi, sia fattuali che documentali, sulle peculiarità dell'attività svolta. Sono presi in considerazione fatturato, tipologia di clientela e dettagli sulle prestazioni professionali.
  • Confronto e collaborazione: coinvolgimento diretto del professionista nella fase preliminare, per chiarire le modalità attraverso cui gli elementi raccolti possono influire sulla gestione dello studio. Il confronto con la parte sottoposta a verifica rappresenta una prassi, tesa ad accogliere giustificazioni puntuali e ad evitare valutazioni automatiche non basate su riscontri solidi.
  • Determinazione presuntiva dei compensi: valutazione degli elementi raccolti per ricostruire, anche in via presuntiva, la base imponibile effettiva per l'attività autonoma. È fondamentale che ogni presunzione sia grave, precisa e concordante, in linea con l'articolo 2729 del Codice Civile.
Per rafforzare la fondatezza degli accertamenti, la Guardia di Finanza ricorre a verifiche incrociate con altri enti (Agenzia delle Entrate, INPS, istituti bancari) e utilizza strumenti informatici in grado di individuare incongruenze nei dati dichiarati e nei movimenti bancari. L'esame può essere esteso anche alla tracciabilità dei pagamenti e all'origine delle operazioni finanziarie che coinvolgono clienti e fornitori, così da rilevare eventuali rischi indiretti per l'intera clientela dello studio.

Presunzioni, ricostruzioni contabili e rischio per i clienti

Gli organi di controllo dispongono di ampi poteri nell'analizzare la situazione fiscale di un commercialista. In caso di elementi sospetti o dichiarazioni considerate inattendibili, possono applicare il meccanismo delle presunzioni semplici, che consente di fondare parte della ricostruzione della base imponibile su indizi gravi e concordanti senza che sia necessaria la sconfessione integrale della documentazione contabile.

Questo approccio può condurre a risultati di rilievo non solo per il professionista, ma anche per clienti che abbiano affidato la propria gestione fiscale a tale soggetto. In particolare:

  • La ricostruzione induttiva dei ricavi può coinvolgere anche la posizione dei clienti qualora emergano operazioni contabili atipiche, fatturazioni incrociate o sospetti di collaborazione nell'elusione fiscale.
  • I casi in cui la collaborazione tra commercialista e cliente risulti poco trasparente vengono valutati con attenzione, per capire se vi sia stata una partecipazione consapevole a pratiche elusive.
  • Nelle verifiche con presunzioni, la difesa efficace si basa sulla tracciabilità delle operazioni, sulla completezza dei giustificativi e sulla segregazione delle responsabilità tra studio e clientela.
Se la Guardia di Finanza ritiene inattendibile la contabilità, può trascurare le scritture interne dello studio e attingere a fonti esterne o a evidenze indirette. Questo comporta rischi sia per i clienti coinvolti in operazioni ritenute anomale, sia per chi si affida a società di servizi che non garantiscono una totale separazione tra interessi del commercialista e quelli dei clienti.

Quando e perché scattano i controlli della Guardia di Finanza

Le verifiche possono essere attivate in una pluralità di circostanze, spesso a seguito di segnalazioni o per effetto di indagini preliminari sulle banche dati. Tra le cause più frequenti che portano all'avvio di un controllo figurano:

  • Incongruenze tra volumi di affari dichiarati e indici di redditività riscontrati.
  • Movimenti finanziari sospetti, anche riconducibili a clienti dello studio.
  • Utilizzo sistematico di intermediari o società di servizi collegate.
  • Acquisto di beni e servizi non compatibile con il reddito dichiarato o con lo standard di vita del professionista.
  • Segnalazioni da parte di enti, clienti, fornitori o anche ex dipendenti.
Le attività della Guardia di Finanza si basano su sistemi informatici avanzati, in grado di incrociare dati tra diverse fonti - Agenzia delle Entrate, INPS - e individuare pattern di rischio come l'inerzia fiscale o l'assenza prolungata di ravvedimento.

Come si svolge l'ispezione: accessi, richieste documentali e il ruolo del commercialista

Il procedimento ispettivo si sviluppa ordinariamente secondo le seguenti modalità:

  • Accesso allo studio: di regola avviene durante la presenza del professionista, previa esibizione di un apposito decreto d'accesso. Se necessario, viene richiesta l'autorizzazione per aggirare eventuali limiti connessi al segreto professionale.
  • Richiesta documentale: vengono richiesti tutti i registri obbligatori, fatture, bilanci, contratti, estratti conto bancari e qualunque altra documentazione utile all'ispezione.
  • Esame dei sistemi informatici: gli ispettori possono analizzare supporti digitali, database e procedure gestionali, avvalendosi di strumenti forensi per garantire integrità e inalterabilità dei dati esaminati.
  • Collaborazione del professionista: la normativa vigente consente di fornire giustificazioni, chiarire circostanze particolari e integrare la documentazione nei tempi previsti. Una collaborazione tempestiva e trasparente è spesso valutata positivamente, sia nella fase istruttoria che in eventuale sede contenziosa.
  • Tutela dei diritti: il commercialista può farsi assistere da colleghi o consulenti per tutelare la propria posizione e quella dei clienti, segnalando eventuali criticità procedurali.
Durante il controllo è vietata la perquisizione personale, così come l'apertura di plichi sigillati o contenitori senza specifica autorizzazione della Procura, a tutela dei diritti del professionista e del segreto d'ufficio (GDF).

Conseguenze e rischi per i clienti dei commercialisti sottoposti a controllo

Quando uno studio professionale viene sottoposto a verifica, il rischio per la clientela emerge in relazione sia alla qualità della gestione fiscale adottata sia all'eventuale coinvolgimento in operazioni oggetto di rilievo:

  • I clienti associati a contabilità dubbie o a pratiche evasive possono essere oggetto di ulteriori verifiche mirate.
  • La ricostruzione induttiva di ricavi o costi può comportare contestazioni anche nei confronti dei soggetti assistiti, con ripercussioni su imposte, accertamenti e sanzioni accessorie.
  • La mancata separazione tra attività dello studio e società o centri di servizi gestiti dal commercialista può estendere il raggio dei controlli e coinvolgere la clientela in ipotesi di interposizione fittizia.
Di particolare rilievo è la posizione di chi abbia ricevuto assistenza nella gestione di pratiche successivamente contestate: oltre a ripercussioni fiscali, si possono profilare responsabilità per concorso in illeciti tributari.