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Accertamento disabilità senza visita medica: le patologie esentate e le città dove è già attivo il servizio

di Marianna Quatraro pubblicato il
Servizio accertamento disabilità online

Come funziona l’accertamento della disabilità senza visita medica, quali patologie sono esentate e in quali città è già attivo questo servizio semplificato e innovativo

L’iter di riconoscimento della disabilità in Italia ha subito una evoluzione significativa con l’introduzione di modalità che consentono, in specifici casi, l’accertamento della condizione senza la necessità di una visita medica diretta. Questa innovazione si inserisce nel quadro delle riforme normative volte a rendere le procedure meno gravose e più accessibili, in particolare per le persone con patologie croniche o caratterizzate da evidenza clinica consolidata.
La scelta di affidare la valutazione della documentazione clinica a commissioni medico-legali, senza l’obbligo di presenza fisica dell’interessato, costituisce una risposta concreta alle esigenze di semplificazione e rapidità, mantenendo intatta la serietà del procedimento. Tali misure puntano a ridurre i tempi, eliminare barriere logistiche e garantire una valutazione più aderente alla realtà quotidiana della persona, valorizzando i dati forniti dal certificato medico introduttivo e dalla documentazione specialistica.
La possibilità di "accertamento agli atti" rappresenta un passaggio decisivo nel sistema di tutela dei diritti delle persone con disabilità, favorendo una maggiore personalizzazione e inclusione sociale, senza rinunciare ai controlli di merito sul quadro sanitario e funzionale.

Le patologie esentate dalla visita medica, criteri e documentazione richiesta

Dal 12 luglio 2025, nelle province selezionate per la sperimentazione, sono esentate dalla visita medica le domande relative a tre patologie: disturbi dello spettro autistico, diabete di tipo 2 e sclerosi multipla. Queste condizioni sono state individuate in base alla loro natura cronica e alla possibilità di una valutazione obiettiva attraverso documentazione clinica.
I criteri di esclusione dalla visita diretta prevedono che la diagnosi sia già definita e supportata da un quadro clinico dettagliato, come richiesto dalla normativa vigente. Il medico certificatore, nella compilazione telematica del certificato introduttivo, deve selezionare il corretto codice ICD9-CM e allegare documentazione aggiornata: referti specialistici, esiti di esami strumentali e relazioni di centri specialistici. Inoltre, nel caso si opti per la valutazione agli atti, è necessaria la compilazione del questionario WHODAS 2.0, uno strumento validato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per valutare il grado di limitazione funzionale.
Per ogni categoria di patologia, è richiesta una documentazione distinta e circostanziata che consenta alla commissione medica di ricostruire la storia clinica e gli effetti della condizione sulla vita quotidiana. Il mancato rispetto di questi criteri comporta la necessità di procedere con la visita tradizionale, a tutela dell’esattezza della valutazione.

La procedura di accertamento agli atti, come funziona e quando si applica

L’accertamento agli atti costituisce una delle principali innovazioni della recente disciplina in materia disabilità. Si tratta di una procedura che prevede la valutazione esclusivamente sulla base della documentazione trasmessa, senza che l’interessato debba presentarsi a visita. Questa modalità è ammessa solo per i certificati trasmessi a partire dalla data stabilita dalla riforma e per le tre patologie selezionate nella sperimentazione.
La procedura si articola in varie fasi:

  • Presentazione del certificato medico introduttivo con allegata tutta la documentazione clinica rilevante.
  • Compilazione del questionario WHODAS 2.0, obbligatoria per la valutazione funzionale.
  • Valutazione della documentazione da parte della commissione INPS competente.
  • Emissione del verbale, accessibile direttamente dall’interessato.
L’accertamento agli atti è applicabile esclusivamente nei casi in cui:
  • La documentazione sia completa e aggiornata;
  • La patologia rientri tra quelle identificate dalla normativa sperimentale;
  • Non sia già stata fissata una visita diretta prima della richiesta.
In presenza di documentazione non esaustiva o in presenza di dubbi, la commissione può convocare comunque l’interessato a visita. Nei casi in cui l’interessato risulti non trasportabile per motivi sanitari, resta disponibile la richiesta di visita domiciliare secondo modalità già previste dalle normative INPS.

Certificato medico introduttivo e integrativo, innovazioni e modalità di invio

L’aggiornamento della normativa ha introdotto rilevanti novità per quanto riguarda la gestione dei certificati necessari per l’avvio e l’integrazione delle domande di accertamento. Il certificato introduttivo, redatto dal medico di fiducia, rappresenta il documento essenziale per inoltrare la pratica; a differenza del passato, viene trasmesso esclusivamente in modalità telematica dal medico certificatore direttamente all’INPS attraverso l’apposita piattaforma. La firma digitale del medico non è più obbligatoria, in ottica di semplificazione amministrativa, e viene rilasciata una ricevuta con codice univoco agli assistiti.
In caso di variazioni significative del quadro clinico, sopravvenienza di nuove patologie o aggiornamento dello stato di intrasportabilità, la funzione di certificato medico integrativo consente di apportare tutte le modifiche necessarie su pratiche già presentate ma non ancora completate. Le modifiche si applicano fino a quando non sia stata fissata la visita.
Tabella: Principali caratteristiche dei certificati

Tipologia Modalità di invio Nota
Certificato introduttivo Solo telematico Attiva la procedura
Certificato integrativo Online fino a convocazione Aggiorna dati sanitari

L’obiettivo è accorciare i tempi, ridurre gli errori e garantire massima trasparenza nelle comunicazioni tra medici, pazienti e INPS. In caso di errori nei dati anagrafici, il certificatore può chiedere l’annullamento del certificato e l’inoltro di uno nuovo.
Ulteriori dettagli sulle tempistiche e sulle modalità sono disponibili nei documenti ufficiali INPS e Ministero della Salute, reperibili sui rispettivi siti istituzionali.

Le province dove è attivo il servizio e tempistiche della sperimentazione

La nuova procedura di accertamento senza visita diretta è stata introdotta in via sperimentale a partire dal 1° gennaio 2025 nelle province di Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste. Con l'ampliamento previsto dal decreto "Milleproroghe", dal 30 settembre 2025 la sperimentazione coinvolgerà anche Alessandria, Lecce, Genova, Isernia, Macerata, Matera, Palermo, Teramo, Vicenza oltre alle province autonome di Trento e Aosta.
La durata della sperimentazione è stata prolungata fino al 31 dicembre 2026, posticipando l’adozione a livello nazionale che partirà dal 1° gennaio 2027. In questi territori, è già possibile usufruire del percorso semplificato per le patologie indicate, con una riduzione consistente dei tempi amministrativi e un approccio maggiormente orientato verso la digitalizzazione e la trasparenza.
Di seguito una sintesi delle province coinvolte e delle relative scadenze:

Periodo Province coinvolte
Dal 12 luglio 2025 Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari, Trieste
Dal 30 settembre 2025 Alessandria, Lecce, Genova, Isernia, Macerata, Matera, Palermo, Teramo, Vicenza, Trento, Aosta
Fino al 31 dicembre 2026 Tutte le province sopra menzionate

L’obiettivo della fase pilota è perfezionare le procedure e verificarne l’efficacia, con la possibilità di un’estensione futura a ulteriori categorie patologiche.