Amazon avvia nuove aperture di sedi e poli logistici in Italia nel 2026, puntando su territori strategici, innovazione, occupazione e ricadute economiche. Si delineano cambiamenti significativi nel tessuto produttivo nazionale.
L’accelerazione dell’espansione logistica registrata in Italia da parte di Amazon rappresenta una delle trasformazioni industriali più attese degli ultimi anni. L’apertura di nuovi centri e hub logistici, accanto ai significativi investimenti già compiuti, coinvolge molteplici regioni e si riflette sull’occupazione e sullo sviluppo economico locale. La pianificazione pluriennale dell’azienda statunitense permette di anticipare effetti tangibili su vari territori, generando nuove opportunità di inserimento lavorativo e puntando a innovazione e riqualificazione urbana. Con queste mosse strategiche, la rete di magazzini, data center e sedi corporate viene rafforzata, definendo nuovi equilibri anche nel panorama nazionale della logistica.
A Jesi, nelle Marche, sorgerà il maggiore centro logistico Amazon mai realizzato sul suolo italiano. Il sito, costruito con il coinvolgimento della società Techbau, si distingue per dimensioni e tecnologie implementate: 232.500 metri quadrati di superficie distribuiti su quattro livelli, destinati a diventare un punto di riferimento sia per l’Italia che per il Sud Europa. Oltre alle aree operative, sono state integrate soluzioni all’avanguardia, come una parete verde verticale di oltre 3.500 metri quadri progettata per conseguire la certificazione ambientale Breeam Excellent, che attesta l’impegno verso la sostenibilità ambientale.
La comunicazione ufficiale più recente, diramata dai vertici della multinazionale al sindaco Lorenzo Fiordelmondo, ha fissato la data di avvio delle attività per settembre 2026. Un’attesa protrattasi per mesi a seguito di revisioni organizzative interne legate a una molteplicità di fattori, tra cui complesse interlocuzioni fiscali, ora risolte a livello nazionale. La scelta della tempistica risponde anche alla strategia di posizionamento in prossimità della stagione natalizia, periodo chiave per i flussi dell’e-commerce.
In termini di ricadute occupazionali, le stime ufficiali prevedono almeno 1.000 assunzioni a tempo indeterminato nell’arco del triennio successivo all’avvio delle attività. Questo impulso garantisce una risposta concreta alle recenti criticità occupazionali vissute in area marchigiana, offrendo opportunità di riqualificazione professionale e un importante stimolo all’indotto locale. Secondo le previsioni comunicate dall’azienda e dagli operatori dell’Interporto regionale, si prevede inoltre un flusso logistico imponente, con stime di circa 30 mezzi pesanti in uscita ogni ora. L’arrivo del nuovo hub modifica in profondità le prospettive dello scenario economico di Jesi e dell’intera regione, coinvolgendo amministrazioni, imprese e cittadini in un processo di trasformazione già ritenuto dagli osservatori fonte di innovazione e crescita condivisa.
Oltre all’hub marchigiano, la strategia di espansione di Amazon sul territorio nazionale coinvolge molteplici aree, con la pianificazione di nuovi magazzini e centri di distribuzione che rafforzano la presenza sia nel Nord che nel Sud Italia. L’obiettivo perseguito dall’azienda americana è quello di garantire una capillarità crescente nella gestione delle spedizioni, migliorando tempi di consegna e qualità del servizio. Questa articolata rete, gestita con criteri di innovazione tecnologica e sostenibilità, permette di rispondere alle esigenze del mercato interno in modo sempre più efficiente.
Gli investimenti varati tra il 2025 e il 2026 si collocano sia nelle aree metropolitane sia in province strategiche, con l’apertura di nuovi depositi a Montacchiello (Toscana), Castegnato (Lombardia), Catania (Sicilia), Genova (Liguria) e Parma (Emilia-Romagna). Le dimensioni e il focus di ciascun impianto variano sulla base delle necessità territoriali e delle proiezioni di crescita locale, con l’obiettivo di fornire copertura a bacini d’utenza sempre più ampi. In parallelo, si registra l’incremento delle strutture corporate e l’avvio di progetti di assistenza digitale, grazie all’apertura di data center di ultima generazione.
All’interno del piano nazionale, emergono alcune nuove strutture che contribuiranno a ridisegnare l’ecosistema della supply chain tricolore. Gli investimenti sono destinati a:
Nell’ambito delle infrastrutture digitali, Amazon ha già annunciato la costruzione di due nuovi data center in Lombardia, affidati ad Amazon Web Services, con l’obiettivo di innalzare la resilienza e l’efficienza delle soluzioni cloud a beneficio di imprese e pubblica amministrazione. L’investimento associato a questo progetto è pari a 1,2 miliardi di euro e prevede la creazione stimata di circa 5.500 nuovi posti di lavoro nel settore IT e nella filiera collegata alla costruzione e manutenzione dei centri.
Il progetto ha ricevuto il via libera istituzionale e si inserisce nella strategia nazionale di rafforzamento della sovranità digitale. I nuovi siti, le cui localizzazioni restano riservate ma si ipotizzano nei pressi di Milano e Pavia, supporteranno l’adozione diffusa di servizi cloud e intelligenza artificiale nel tessuto produttivo, contribuendo con circa 880 milioni di euro al Prodotto Interno Lordo secondo le proiezioni ufficiali. La Lombardia si conferma così un polo di innovazione tecnologica, intercettando investimenti e nuove professionalità nell’ambito della trasformazione digitale italiana.
L’Italia ospita una delle reti logistiche più estese del gruppo, con una mappa geografica di oltre 60 tra magazzini, centri di distribuzione, data center e sedi corporate. Dal Nord al Sud, ogni polo viene configurato per garantire l’efficienza della supply chain, supportare il servizio Prime e gestire esigenze diversificate tra stoccaggio, spedizione e servizio ai venditori. Gli insediamenti più recenti rispondono a logiche di flessibilità e modularità, consentendo una reattività elevata rispetto alle variazioni della domanda.
Per offrire un quadro dettagliato, ecco una tabella che sintetizza alcuni dei principali hub presenti e in espansione sul territorio nazionale:
| Città | Superficie (mq) | Anno apertura |
| Jesi | 232.500 | 2026 |
| Montacchiello | 10.000 | 2025 |
| Castegnato | 8.000 | 2025 |
| Catania | 10.000 | 2025 |
| Genova | 7.000 | 2025 |
| Parma | 11.000 | 2025 |
L’articolazione capillare della rete logistica consente la copertura efficace delle principali aree metropolitane e dei bacini provinciali più dinamici. Il modello adottato dal gruppo prevede un costante incremento delle soluzioni digitali, l’integrazione con servizi di trasporto a basse emissioni e l’adozione di pratiche innovative come l’utilizzo di intelligenza artificiale per la gestione automatizzata degli stock.
Il modello flessibile della multinazionale permette di strutturare risposte tempestive non solo per il settore privato ma anche per la pubblica amministrazione, in linea con le nuove direttive italiane ed europee sulla digitalizzazione e sostenibilità.
L’introduzione di nuovi siti e poli logistici nel tessuto produttivo nazionale determina implicazioni che travalicano il mero incremento occupazionale, abbracciando dinamiche di innovazione, formazione e adattamento sociale. L’investimento a Jesi, così come quelli in Lombardia e nelle altre province menzionate, si accompagna infatti a progetti di riqualificazione urbana e collaborazione pubblico-privato, con l’obiettivo di attivare circoli virtuosi di crescita duratura.
La creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro, sia diretti che nell’indotto, si coniuga con politiche d’inclusione e sviluppo delle competenze, promuovendo un impatto che si riflette sulla riduzione della disoccupazione e sull’innalzamento degli standard professionali. I settori coinvolti spaziano dalla logistica all’ingegneria, dalla manutenzione ai servizi digitali, sino all’implementazione delle tecnologie eco-compatibili nel costruito.
Il rafforzamento dell’infrastruttura nazionale e la spinta all’innovazione tecnologica incentivano la formazione di nuove professionalità e contribuiscono alla crescita della competitività delle imprese italiane. In questo contesto si inserisce anche una maggiore apertura verso le esigenze di sostenibilità ambientale, con pratiche certificate che valorizzano il rispetto dell’ambiente e delle comunità locali.
Le prossime aperture di centri logistici e data center testimoniano una fase di maturazione per le strategie industriali nel Paese. La scelta di localizzare investimenti in aree come le Marche e la Lombardia evidenzia una visione integrata che tiene conto di occupazione, innovazione e sostenibilità. L’evoluzione delle infrastrutture, le sinergie con enti pubblici e tessuto imprenditoriale e la valorizzazione delle professionalità locali delineano uno scenario in cui le nuove sedi diventano motore di trasformazione e crescita per interi territori.
Il percorso tracciato dal gruppo statunitense sembra destinato a incidere a lungo termine su occupazione, servizi e qualità della vita, con riflessi anche sui modelli di sviluppo urbano e produttivo. Questo processo stimola la coesione tra attori diversi, invitando a una lettura evolutiva delle dinamiche socio-economiche e alimentando la fiducia in una crescita condivisa, improntata a principi di responsabilità e innovazione.