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Aumento di 100 euro per dipendenti metalmeccanici e manifatturieri con accordo Unionmeccanica-Confapi. Le date dei pagamenti

di Marianna Quatraro pubblicato il
Aumento 100 euro metalmeccanici manifatt

Quanto aumentano gli stipendi dei lavoratori delle piccole e medie imprese (PMI) del comparto metalmeccanico e manifatturiero con nuovo accordo tra Unionmeccanica-Confapi e le organizzazioni sindacali e da quando

L’accordo economico definito il 24 luglio 2025 tra Unionmeccanica-Confapi e le organizzazioni sindacali rappresenta un passaggio di rilevante peso per la categoria dei lavoratori delle piccole e medie imprese (PMI) del comparto metalmeccanico e manifatturiero. L’intesa coinvolge circa 450.000 dipendenti e affronta le richieste dei lavoratori in un quadro di prolungata pressione inflattiva, conclusasi solo dopo una lunga fase di mobilitazioni e scioperi protrattisi da marzo 2025.

Perché aumentano di 100 euro gli stipendi dei metalmeccanici del settore PMI

L'aumento previsto sulle retribuzioni mensili, che può arrivare fino a 100 euro lordi per il livello professionale di riferimento, deriva dall’esigenza di mantenere, e in parte recuperare, il potere d’acquisto dei dipendenti in presenza di una dinamica inflattiva che nel biennio precedente ha eroso la capacità di spesa reale delle famiglie.

In particolare, la scelta di stabilire l'aumento in misura fissa risponde sia alle stime ufficiali dell’IPCA-NEI, indice che tiene conto dell’inflazione depurata dagli energetici importati secondo i dati ISTAT ufficiali, sia agli esiti di un confronto intenso che ha coinvolto istituzioni sindacali e datoriali.

L'aumento è stato deciso per garantire:

  • Salvaguardia salariale: la necessità di rafforzare gli stipendi per prevenire ulteriori perdite dovute a eventuali scostamenti inflattivi rispetto alle previsioni è stata centrale nella trattativa.
  • Relazione con la contrattazione nazionale: l’accordo supera la semplice adesione all’indice statistico IPCA-NEI e introduce un meccanismo incrementale consolidato per tutti i livelli di inquadramento.
  • Incremento diffuso: l’intervento riguarda l’insieme dei livelli contrattuali, pur con importi differenziati secondo il grado di inquadramento, e anticipa la futura disciplina normativa del CCNL in fase di aggiornamento.
Dal primo giugno 2025 è, quindi, entrato ufficialmente in vigore l’aumento complessivo di 100 euro lordi per i minimi tabellari dei lavoratori metalmeccanici del settore PMI rappresentato da Unionmeccanica‑Confapi. Si tratta, in particolare, di un incremento pari al 4,33% per il 5° livello, che viene suddiviso su più scadenze per garantire gradualità. 

Gli incrementi sono da considerarsi a tutti gli effetti come parte integrante del minimo contrattuale e vengono applicati direttamente in busta paga da parte delle aziende che applicano il CCNL Unionmeccanica.

Le date di pagamento e gli aumenti previsti per tutti i Livelli

L’aumento previsto per il 5° livello pari a 100 euro complessivi, da riproporzionare per gli altri Livelli di inquadramento professionale, viene erogato in tre fasi temporali:

  • Prima tranche: dal 1° giugno 2025 è stato già riconosciuto un aumento di 27,90 euro lordi mensili al 5° livello.
  • Seconda tranche: dal 1° settembre 2025, si prevede il riconoscimento di ulteriori 22,10 euro lordi al medesimo livello.
  • Terza tranche: a partire dal 1° giugno 2026, il beneficio si completa con un incremento di 50 euro lordi mensili.
Livello 1/6/2025 1/9/2025 1/6/2026
20,18 € 16,03 € 36,27 €
23,67 € 18,80 € 42,57 €
25,17 € 19,20 € 45,63 €
26,69 € 21,09 € 48,57 €
27,90 € 22,10 € 50,00 €
30,54 € 24,18 € 54,36 €
34,76 € 27,57 € 61,02 €
Gli incrementi sono automaticamente inseriti nei minimi tabellari, divenendo parte integrante della retribuzione contrattuale e non soggetti a revoca o a criteri discrezionali aziendali.

Clausola di salvaguardia e meccanismi di tutela contro l’inflazione

L’accordo per il biennio 2025-2026 prevede anche la clausola di salvaguardia, già consolidata nella prassi contrattuale del settore. Tale disposizione mira a garantire che l’aumento riconosciuto sia realmente in linea con l’andamento del costo della vita:

  • Nel caso in cui l’inflazione reale misurata dall’indice IPCA-NEI per il 2025 superi il valore su cui si sono commisurati gli aumenti (1,3%), il contratto prevede il conguaglio della differenza a beneficio dei dipendenti.
  • Questa sicurezza contrattuale consente di mantenere invariato il potere d’acquisto, ed è parte di un ampio sistema di tutela che da anni assicura una risposta rapida e trasparente alle variazioni del quadro macroeconomico.
  • Il controllo del meccanismo è affidato a sessioni specifiche di confronto tra le parti firmatarie del CCNL nella seconda parte dell’anno, a valle delle rilevazioni ufficiali di ISTAT.
  • La conferma della clausola di salvaguardia sottolinea la volontà delle parti di ridurre al minimo i rischi per i salariati, in particolare in una fase storica caratterizzata da volatilità economica e mutamenti non prevedibili a livello internazionale.
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