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Aumento pensioni 2024, quando la rivalutazione nasconde dei tagli nella realtà

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Tagliati gli aumenti delle pensioni superiori a 4 volte il trattamento minimo Inps: ecco cosa nasconde la rivalutazione pensionistica 2024

Quando la rivalutazione per l’aumento delle pensioni 22024 nasconde in realtà tagli? Ci si prepara a cambiamenti delle pensioni che dal primo gennaio 2024 si preparano ad essere rivalutate, e quindi ad aumentare, per garantire ai pensionati maggiore potere di acquisto, considerando andamento di inflazione e caro vita. 

Ma molti pensionati avranno un aumento inferiore rispetto a quello che avrebbero dovuto ricevere e si tratta di tagli che interessano soprattutto le pensioni più alte, cioè coloro che hanno una pensione superiore a 4 volte il trattamento Inps, che superano i 2.271, 76 euro.

  • Aumento pensioni 2024 tra nuova rivalutazione e tagli nascosti
  • Quali sono i tagli nascosti dall’aumento delle pensioni 2024

Aumento pensioni 2024 tra nuova rivalutazione e tagli nascosti

Le pensioni aumentano da gennaio 2024 per la nuova rivalutazione annua calcolata su tasso provvisorio del 5,4% ma gli aumenti non saranno pieni per tutti e alcuni pensionati riceveranno aumenti minori del previsto.

Ancora nel 2024 la rivalutazione delle pensioni non sarà, infatti, piena per tutti, e il ricalcolo delle pensioni sarà differente in base all’importo di pensione percepito. L’aumento degli importi sarà pieno, infatti, solo per chi percepisce pensioni più basse, a cui sarà applicata la rivalutazione al 100%, e si tratta solo delle pensioni fino a 4 volte il minimo Inps, cioè per pensioni fino a circa 2.200 euro lordi mensili.

Per le pensioni di importi superiori, la rivalutazione sarà parziale, con percentuali rivalutative che si riducono all’aumentare dell’importo di pensione percepita. In particolare, anche per il 2024 le percentuali di rivalutazione delle pensioni saranno sei (e non più tre):

  • del 100% per gli assegni fino a 4 volte il minimo, fino a 2,272,76 euro lordi mensili;
  • del 85% per pensioni fino a 5 volte al minimo, da 2,271,76 euro fino a 2.839,70 euro lordi mensili;
  • del 53% per pensioni fino 6 volte il minimo, da 2.839,70 e fino a 3.407,64 euro lordi mensili;
  • del 47% per pensioni fino a 8 volte il minimo, da 3,407,64 e fino a 4.543,52 euro lordi mensili;
  • del 37% per pensioni fino a 10 volte il minimo, da 4.543,52 e fino a 5.679,40 euro lordi mensili; 
  • del 22% sulle pensioni oltre 10 volte il minimo (superiori a 5.679,40 euro lordi mensili).  
E’ chiaro, dunque, come pur ricalcolando le pensioni dal primo gennaio 2024, gli aumenti non saranno pieni e alti per tutti, ma nella maggior parte dei casi subiranno tagli rispetto a quanto avrebbero dovuto ricevere.

Quali sono i tagli nascosti dall’aumento delle pensioni 2024

Per capire quali sono i tagli reali nascosti dall’aumento delle pensioni 2024 per la rivalutazione, considerando il tasso di rivalutazione provvisorio al 5,4% e relative percentuali rivalutative, prendendo per esempio il caso di un pensionato che percepisce una pensione di mille euro, aumenterà da gennaio 2024 di 54 euro lordi al mese, una pensione di 1.500 euro aumenterà 81 euro che diventano 108 per pensioni di 2mila euro.

Prendendo, però, il caso di un pensionato che percepisce una pensione di 3.000 euro lordi, con le vecchie percentuali di rivalutazione (del 100% per le pensioni fino a tre volte il minimo, del 90% per le pensioni tra tre e cinque volte il minimo e del 75% per gli assegni oltre cinque volte il minimo), sui primi 2.271,76 euro (4 volte il trattamento minimo) si sarebbe applicata la rivalutazione al 100% e al 90% sulla parte che oltre tale soglia ed entro i 2.839,70 euro (5 volte il trattamento minimo), mentre sui restanti 160,30 euro la rivalutazione sarebbe stata al 75%.

Con le nuove percentuali rivalutative 2024, la rivalutazione della pensione si calcola solo con aliquota al 53%. Il risultato è che nel primo caso, con le vecchie percentuali e tasso di rivalutazione del 5,4%, l’aumento sarebbe stato pari a 156,76 euro mensili, mentre nel secondo caso, con le nuove percentuali di rivalutazione, l’aumento sarà tagliato e sarà di ‘soli’ 85,86 euro.
 

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