Un aumento di 20 euro al mese per le pensioni minime deciso in Manovra Finanziaria 2026 ma non per tutti: cosa prevede la misura
L’approvazione della Manovra Finanziaria 2026 introduce nuovi scenari per le pensioni minime, focalizzando l’attenzione su un incremento che, se da un lato risponde alle esigenze di alcune fasce fragili della popolazione, dall’altro pone limiti piuttosto stringenti. La misura prevede un’aggiunta mensile di 20 euro, un intervento di sostegno economico studiato per compensare almeno in parte l’andamento inflattivo degli ultimi anni. Tuttavia, l’accesso a questo vantaggio non è universale: la norma specifica categorie ben precise di aventi diritto, lasciando fuori una fetta significativa di pensionati.
L’aumento delle pensioni minime di 20 euro nel 2026 non è generalizzato, ma segue criteri specifici legati a età anagrafica e condizioni reddituali. In particolare, la platea dei beneficiari comprende pensionati che:
Coloro che presentano i requisiti fissati dalla normativa vedranno quindi incrementato l’assegno, mentre chi non rispetta le condizioni di età o reddito continuerà a percepire lo stesso importo stabilito dalle regole generali.
Mentre la manovra prevede l’incremento di 20 euro, molti restano esclusi dalla misura. Tra le categorie che non beneficiano dell’aumento rientrano:
Anche nel 2026 il sistema previdenziale italiano continua a prevedere per tutti i pensionati la rivalutazione ordinaria degli importi pensionistici, legata all’andamento dell’inflazione certificato dagli indici Istat. L’adeguamento riguarda tutte le prestazioni Inps, introducendo variazioni che seguono una scala in base al valore delle pensioni stesse. Le stime indicano per il prossimo anno un aumento compreso tra l’1,6% e l’1,7%.
Fascia Importo Pensione | Percentuale di Rivalutazione 2026 |
Fino a 4 volte il minimo | 100% dell’indice inflattivo |
Tra 4 e 5 volte il minimo | 90% dell’indice inflattivo |
Oltre 6 volte il minimo | 75% dell’indice inflattivo |
Per la pensione minima (escluse le maggiorazioni speciali), l’aumento stimato è di circa 3,74 euro al mese, portando l’importo da 616,67 euro a circa 620,41 euro. Chi riceve trattamenti fino a quattro volte il minimo beneficia appieno del meccanismo di rivalutazione, mentre chi percepisce importi superiori vede il proprio incremento proporzionalmente ridotto. Il sistema, pertanto, tutela maggiormente chi si colloca nei redditi più bassi, assicurando il pieno recupero del potere d’acquisto solo a una parte della platea dei pensionati.