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Aumento pensioni minime nel 2026 non per tutti, ma per pochi: beffa nel testo ufficiale approvato in Manovra Finanziaria

di Marianna Quatraro pubblicato il
Aumento pensioni minime 2026 non tutti

Un aumento di 20 euro al mese per le pensioni minime deciso in Manovra Finanziaria 2026 ma non per tutti: cosa prevede la misura

L’approvazione della Manovra Finanziaria 2026 introduce nuovi scenari per le pensioni minime, focalizzando l’attenzione su un incremento che, se da un lato risponde alle esigenze di alcune fasce fragili della popolazione, dall’altro pone limiti piuttosto stringenti. La misura prevede un’aggiunta mensile di 20 euro, un intervento di sostegno economico studiato per compensare almeno in parte l’andamento inflattivo degli ultimi anni. Tuttavia, l’accesso a questo vantaggio non è universale: la norma specifica categorie ben precise di aventi diritto, lasciando fuori una fetta significativa di pensionati. 

A chi spetta l'aumento di 20 euro: requisiti anagrafici e reddituali

L’aumento delle pensioni minime di 20 euro nel 2026 non è generalizzato, ma segue criteri specifici legati a età anagrafica e condizioni reddituali. In particolare, la platea dei beneficiari comprende pensionati che:

  • abbiano raggiunto almeno 70 anni di età;
  • dispongano di un reddito annuo al di sotto del limite previsto dalla legge (che per il 2025 era pari a 7.002,97 euro per i non coniugati, soglia aumentata di 260 euro annuali per il 2026);
  • percepiscano esclusivamente l’assegno sociale o prestazioni assimilate senza aver maturato diritti pensionistici tramite contribuzione sufficiente per l’accesso alla pensione di vecchiaia;
  • rientrino nelle categorie di soggetti in situazione di disagio sociale ed economico, inclusi alcuni giovani con invalidità grave.
La misura, valida solo per una fetta di pensionati, nasce all’interno del riferimento normativo della legge n. 448/2001, che fissava il "milione di lire" per gli over 70 in condizione di disagio. L’intento è offrire un aiuto parziale in risposta alle polemiche per i recenti aumenti contenuti e al continuo rincaro dei prezzi, ma con una platea che resta ristretta. L’importo aggiuntivo spetta per 13 mensilità, arrivando a 260 euro l’anno.

Coloro che presentano i requisiti fissati dalla normativa vedranno quindi incrementato l’assegno, mentre chi non rispetta le condizioni di età o reddito continuerà a percepire lo stesso importo stabilito dalle regole generali.

Aumento delle pensioni minime: dettagli sulle categorie escluse e limitazioni

Mentre la manovra prevede l’incremento di 20 euro, molti restano esclusi dalla misura. Tra le categorie che non beneficiano dell’aumento rientrano:

  • i pensionati con età inferiore ai 70 anni, anche se economicamente svantaggiati;
  • coloro il cui reddito individuale o familiare supera i limiti stabiliti dalla normativa vigente;
  • “contributivi puri”, ossia chi ha cominciato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995 e viene inquadrato con un sistema di calcolo pensionistico senza diritto all’integrazione minima;
  • i titolari di pensioni maturate soltanto tramite contribuzione previdenziale senza le condizioni per accedere all’assegno sociale maggiorato.
Anche all’interno delle categorie svantaggiate, vi sono ulteriori selezioni: ad esempio, non tutti gli invalidi o disoccupati di lungo corso trovano spazio nel beneficio se non rientrano nei parametri reddituali, anagrafici o normativi fissati dalla legge. 

Rivalutazione annuale delle pensioni: aumenti previsti per gli altri trattamenti nel 2026

Anche nel 2026 il sistema previdenziale italiano continua a prevedere per tutti i pensionati la rivalutazione ordinaria degli importi pensionistici, legata all’andamento dell’inflazione certificato dagli indici Istat. L’adeguamento riguarda tutte le prestazioni Inps, introducendo variazioni che seguono una scala in base al valore delle pensioni stesse. Le stime indicano per il prossimo anno un aumento compreso tra l’1,6% e l’1,7%.

Fascia Importo Pensione Percentuale di Rivalutazione 2026
Fino a 4 volte il minimo 100% dell’indice inflattivo
Tra 4 e 5 volte il minimo 90% dell’indice inflattivo
Oltre 6 volte il minimo 75% dell’indice inflattivo

Per la pensione minima (escluse le maggiorazioni speciali), l’aumento stimato è di circa 3,74 euro al mese, portando l’importo da 616,67 euro a circa 620,41 euro. Chi riceve trattamenti fino a quattro volte il minimo beneficia appieno del meccanismo di rivalutazione, mentre chi percepisce importi superiori vede il proprio incremento proporzionalmente ridotto. Il sistema, pertanto, tutela maggiormente chi si colloca nei redditi più bassi, assicurando il pieno recupero del potere d’acquisto solo a una parte della platea dei pensionati.