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Autoradio, a rischio per 26 milioni di auto. Cosa sta succedendo e la ricerca di soluzioni da Agcom

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Come salvare la radio dal silenzio

La diffusione dei nuovi sistemi di infotainment ha portato molti costruttori automobilistici a rivedere la dotazione standard dei propri veicoli.

Si parla della possibile scomparsa dell'autoradio tradizionale dai veicoli di nuova generazione. Una trasformazione che, secondo recenti stime dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), rischia di interessare circa 26 milioni di automobilisti italiani, privandoli dell'accesso gratuito e immediato a uno dei mezzi di comunicazione più longevi e democratici: la radio.

  • Dall'FM al digitale
  • L'allarme sulle nuove politiche industriali delle case auto
  • Come salvare la radio dal silenzio

Dall'FM al digitale

La diffusione dei nuovi sistemi di infotainment ha portato molti costruttori automobilistici a rivedere la dotazione standard dei propri veicoli per orientarsi verso interfacce digitali evolute, compatibili con app di streaming audio o podcast, ma sprovviste dei classici sintonizzatori FM e DAB+. Se da un lato questa scelta risponde a logiche di aggiornamento tecnologico e ottimizzazione degli spazi interni, dall'altro solleva timori importanti sul piano dell'accessibilità.

La radio, a differenza dei servizi on demand, non richiede connessione internet, né abbonamenti, ed è fruibile ovunque, anche in aree remote dove la copertura mobile è assente o intermittente. Per milioni di persone, soprattutto anziani, cittadini a basso reddito, lavoratori su strada e residenti in zone montane o rurali, l'autoradio è spesso l'unico strumento quotidiano per informarsi, intrattenersi e ricevere aggiornamenti di pubblica utilità.

L'allarme sulle nuove politiche industriali delle case auto

A lanciare l'allarme è stato il commissario Agcom che ha parlato di un rischio concreto legato alla progressiva eliminazione dei sintonizzatori radio dalle auto vendute in Italia. A suo avviso, non si tratta solo di una scelta tecnologica, ma di una decisione che compromett il pluralismo informativo e danneggiare il comparto radiofonico.

Secondo il commissario si sta creando una frattura tra il mondo dell'automotive e quello della comunicazione, e questo nonostante la direttiva UE 2018/1972 già preveda che tutti i nuovi ricevitori radio venduti nell'Unione europea siano compatibili con la tecnologia DAB+. Il punto è che molte auto di nuova generazione non vengono più equipaggiate di default con sintonizzatori, e la radio è sempre più spesso relegata a una voce accessoria a pagamento, installabile solo su richiesta dell'utente.

Come salvare la radio dal silenzio

Agcom ha trasmesso una segnalazione al governo e al parlamento e invitato a introdurre una norma che imponga alle case automobilistiche di garantire sempre, in ogni veicolo nuovo, la presenza di almeno un sintonizzatore radio compatibile con DAB+. Una proposta che punta a bilanciare libertà industriale e tutela del consumatore.

Sul fronte politico sono già allo studio alcune iniziative legislative volte a rendere obbligatoria l'integrazione della radio digitale nei veicoli commercializzati sul territorio nazionale. In parallelo si stanno valutando incentivi per la produzione e l'installazione di ricevitori radio standalone da montare anche su veicoli già immatricolati, nonché campagne informative per sensibilizzare i consumatori e spingere i produttori a non rinunciare del tutto a questa tecnologia.

Intanto, molte emittenti stanno cercando di adattarsi ai nuovi contesti, investendo in piattaforme digitali, podcast, app proprietarie e sistemi integrati con Alexa, Android Auto e Apple CarPlay. Ma nessuna di queste soluzioni può sostituire l'immediatezza e la capillarità della radio tradizionale, specialmente in situazioni di emergenza, in viaggio o durante blackout informatici.

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