Cosa prevede il bonus continuità didattica, a chi viene riconosciuto, i motivi e quando: tutti i chiarimenti
Nel panorama scolastico italiano, la stabilità degli insegnanti all’interno delle istituzioni rappresenta una tematica particolarmente sentita sia dalle famiglie sia dagli studenti. Per rispondere a questa esigenza, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha previsto una misura economica destinata ai docenti di ruolo: il bonus continuità didattica 2025.
Questo incentivo, volto a valorizzare la permanenza dello stesso insegnante presso la medesima scuola, intende incidere efficacemente sulla coesione del percorso educativo e sul rendimento degli alunni.
Il cosiddetto bonus continuità didattica 2025 consiste in un contributo economico una tantum erogato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito come riconoscimento della stabilità degli insegnanti negli istituti scolastici italiani, soprattutto se collocati in zone considerate difficili e disagiate.
Questa misura mira a sostenere e valorizzare il servizio degli insegnanti che garantiscono una continuità del rapporto educativo con gli studenti in un arco temporale specifico. L’iniziativa ha lo scopo di disincentivare la mobilità del personale docente nel triennio 2021-2022 – 2023-2024, promuovendo la permanenza presso la stessa scuola e il rafforzamento del percorso formativo degli alunni. Tale continuità incide positivamente sulla qualità dell’insegnamento, offrendo punti di riferimento stabili agli studenti e riducendo il rischio di frammentazione didattica.
Dal punto di vista economico e sociale, si tratta di un intervento mirato a incentivare la permanenza soprattutto nelle aree caratterizzate da disagio economico e sociale, spesso maggiormente soggette a turnover del personale. In questo modo si riconosce sia il valore professionale degli insegnanti sia l’importanza di relazioni educative solide e durature.
Il bonus è riservato ai docenti di ruolo e a tempo determinato fino al 31 agosto e al 30 giugno che hanno garantito almeno tre anni scolastici di servizio continuativo in scuole che si trovano in contesti economico-sociali disagiati. Gli anni in questione sono quelli dal 2021-2022 al 2023-2024.
E’, inoltre, necessario che il docente abbia la residenza o il domicilio in una provincia diversa da quella della scuola dove lavora.
Le somme saranno liquidate automaticamente ai docenti, senza necessità di presentare alcuna domanda da parte dei beneficiari.
L’importo spettante è stato definito in sede di contrattazione integrativa d’istituto ad inizio anno, in base ai criteri concordati tra le parti sociali, dovrebbe aggirarsi tra i 200 e i 500 euro, a seconda del numero di aventi diritto e dalle risorse disponibili. La misura è stata finanziata con uno stanziamento complessivo 30 milioni di euro, riservati alla valorizzazione del personale docente che garantisca la continuità didattica.
La procedura prevede che il Ministero eroghi i fondi ai diversi Istituti interessati, che devono poi distribuirli ai singoli docenti. È, inoltre, previsto anche un bonus extra per chi vive in una provincia diversa da quella in cui lavora e non ha chiesto mobilità tra il 2018-2019 e il 2022-2023. Le scuole destinatarie sono state individuate in base agli indicatori di criticità e hanno ricevuto i fondi in proporzione al numero di docenti che hanno assicurato continuità.
Per sapere se si può avere diritto al bonus, è necessario verificare se la propria scuola rientra nell’elenco di quelle iscritte (sono 400 in tutto). Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato una lista precisa con tutti gli istituti coinvolti.
Per quanto riguarda i tempi di erogazione del beneficio, è da più fonti riportato che si potrebbe partire il 18 agosto 2025, ma non si tratta di una reale, poiché spettando le decisioni ad ogni singola scuola, ognuna può decidere per sé una data differente.