L’anno 2026 segna un netto rafforzamento delle misure a sostegno delle madri che lavorano, con un incremento dell’aiuto economico statale riservato a chi concilia famiglia e carriera. Il cosiddetto bonus mamme viene potenziato, passando da 40 a 60 euro mensili rispetto all’anno precedente, rispondendo così in maniera più incisiva alle esigenze delle famiglie. L’obiettivo dichiarato delle istituzioni è duplice: favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro e agevolare la natalità, in linea con le politiche attuali di contrasto alla denatalità.
Come funziona il nuovo Bonus mamme: requisiti, importi e destinatari
Il Bonus mamme 2026 introduce importanti novità sull’importo e sulla platea di beneficiarie, pur mantenendo alcuni capisaldi dei provvedimenti passati. In particolare, la misura si rivolge a una fascia ben precisa di lavoratrici, compatibilmente con i criteri di ISEE e condizione lavorativa. La misura prevede le seguenti caratteristiche:
- Importo riconosciuto: La somma mensile sale a 60 euro per ciascun mese di lavoro svolto, rispetto ai 40 euro del 2025, per un totale di 720 euro all’anno.
- Tipologia di beneficiarie: Possono accedere lavoratrici dipendenti (pubbliche e private) e autonome, incluse coloro che risultano iscritte a una gestione previdenziale obbligatoria (anche presso enti privati).
- Condizione familiare: Il beneficio è destinato alle madri con almeno due figli, con il più piccolo che non abbia superato i dieci anni d’età. Nel caso di famiglie con almeno tre figli, il benefit può estendersi fino al compimento della maggiore età del più piccolo (18 anni).
- Limite reddituale: Per ottenere i 60 euro mensili la lavoratrice deve avere un reddito da lavoro non superiore a 40.000 euro lordi annui.
Categoria |
Condizione |
Durata bonus |
Lavoratrici con 2 figli |
Figlio più piccolo < 10 anni |
Fino ai 10 anni del minore |
Lavoratrici con 3+ figli |
Figlio più piccolo < 18 anni |
Fino ai 18 anni del minore |
Rimangono escluse dal beneficio, come già previsto nella normativa vigente, le madri di un solo figlio, le lavoratrici domestiche e le autonome in regime forfettario. La misura nel 2026 sarà cumulabile solo con altri aiuti che non prevedano espressamente incompatibilità e non sarà computata ai fini fiscali o contributivi, restando quindi esente da tassazione.
Bonus mamme 2026 e stipendi: effetti pratici sulla busta paga
L’aumento dell’importo mensile genera un impatto tangibile sugli stipendi netti delle beneficiarie. Rispetto agli anni precedenti, con il passaggio da 40 a 60 euro per ogni mese lavorato, la somma percepita risulta più significativa, soprattutto per chi lavora in maniera continuativa durante l’anno.
L’effetto economico per la lavoratrice è il seguente:
- Il bonus, essendo non imponibile ai fini fiscali e contributivi, viene erogato interamente.
- Per chi svolge attività lavorativa per tutti i 12 mesi, il valore annuo raggiunge i 720 euro.
- Il beneficio viene riconosciuto proporzionalmente anche per periodi inferiori all’anno, se il rapporto di lavoro si interrompe o inizia durante il 2026.
Nel settore pubblico e privato, tra le lavoratrici dipendenti con contratto a tempo determinato, il bonus viene aggiunto alla busta paga come voce separata. Per le lavoratrici assunte a tempo indeterminato, il 2026 prevede l’alternativa dell’esonero contributivo, che produce un incremento della retribuzione netta superiore al semplice bonus mensile, con effetti positivi anche sulla posizione previdenziale.
Esempio |
Lavoro svolto |
Bonus totale |
Mamma con 2 figli |
12 mesi |
720 euro |
Mamma con 2 figli |
6 mesi |
360 euro |
Bonus mamme e Partite IVA: chi può accedere e cosa cambia con il regime forfettario
Il provvedimento allarga il bonus mamme lavoratrici anche alle lavoratrici autonome titolari di Partita IVA, ma pone alcune condizioni specifiche, in particolare in relazione al regime fiscale adottato. In particolare:
- Le professioniste con Partita IVA possono ricevere il bonus solo se iscritte a una gestione previdenziale obbligatoria e non hanno aderito al regime forfettario.
- Il bonus è incompatibile per chi applica il regime forfettario, poiché quest’ultimo offre già agevolazioni fiscali e previdenziali dedicate.
- Restano invece ammesse al contributo coloro che svolgono attività autonomo-professionale in regime ordinario, con il rispetto del limite di reddito di 40.000 euro e la presenza di almeno due figli minori di 10 anni (o minorenni fino a 18 anni in caso di nuclei familiari più numerosi).
Il sistema contributivo delle autonome, infatti, distingue tra coloro che adottano il regime agevolato e chi segue la tassazione ordinaria. Nella tabella che segue è sintetizzata la posizione:
Regime fiscale |
Accesso al bonus |
Ordinario |
Sì, se in possesso dei requisiti |
Forfettario |
No |
Per quanto riguarda le lavoratrici autonome, il valore riconosciuto è sempre di 60 euro mensili, calcolato sui periodi effettivi di attività e documentabile tramite le comunicazioni annuali all’ente pensionistico. L’erogazione avviene tramite INPS a fine anno, secondo le modalità stabilite per la categoria di riferimento.
Modalità di richiesta ed erogazione del Bonus mamme: cosa bisogna sapere
La domanda per avere il beneficio nel 2026 non è automatica: occorre una procedura specifica, distinta per lavoratrici dipendenti e autonome:
- Le lavoratrici dipendenti comunicano la volontà di beneficiare del bonus direttamente al datore di lavoro, compilando un modulo in cui devono indicare il numero di figli e i relativi codici fiscali. Il datore di lavoro trasmette poi i dati all’INPS per il riconoscimento del beneficio.
- Le autonome/professioniste devono inviare la richiesta all’INPS utilizzando l’applicazione “Utility Esonero Lavoratrici Madri”, per cui è obbligatoria l’autenticazione tramite SPID, CNS o CIE.
- Le informazioni riportate nella domanda saranno verificate direttamente dagli enti preposti, anche in relazione al reddito dichiarato e al rispetto degli altri criteri di accesso.
Il beneficio per il 2026 verrà liquidato in un’unica soluzione a dicembre, per l'intero periodo lavorato durante l’anno, una volta concluse le verifiche.