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Bot a 12 mesi in asta il 12 novembre 2025: rendimento e caratteristiche. Conviene o no comprarli?

di Marcello Tansini pubblicato il
bot asta 12 novembre 2025

Nel 2025 i BOT a 12 mesi tornano protagonisti con l'asta del 12 novembre: caratteristiche, rendimento, rischi, vantaggi e confronto con le precedenti emissioni per capire a chi convengono.

I Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) sono strumenti di debito a breve termine emessi dallo Stato italiano, con durate tipiche di 3, 6 o 12 mesi. Si tratta di titoli zero-coupon, ossia privi di cedole, che offrono un rendimento determinato soltanto dalla differenza tra il prezzo di acquisto iniziale e il valore nominale rimborsato a scadenza. Il contesto macroeconomico rende i BOT annuali particolarmente adatti per chi desidera una soluzione di investimento semplice, trasparente e a basso rischio. La solidità dell’emittente (lo Stato) e la chiarezza del meccanismo di rendimento ne sostengono la rilevanza nell’allocazione del risparmio a breve termine.

Calendario e funzionamento dell'asta BOT del 12 novembre 2025

L’asta di BOT annuali fissata per il 12 novembre 2025 si inserisce nel piano di emissioni ordinarie del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), destinato a coprire il fabbisogno finanziario del settore pubblico. Il calendario operativo è stato definito con rigore, consentendo ai partecipanti di pianificare con precisione le proprie strategie. Di seguito le principali scadenze da segnare:

  • 11 novembre 2025: termine per la prenotazione da parte del pubblico tramite banche, poste e intermediari autorizzati
  • 12 novembre 2025, ore 11:00: chiusura per la presentazione delle domande di partecipazione in asta
  • 13 novembre 2025, ore 15:30: termine riservato al collocamento supplementare, destinato agli operatori specialisti
  • 14 novembre 2025: data di regolamento, con accredito dei titoli sui conti dei sottoscrittori
L’asta segue la modalità competitiva, con gli operatori che avanzano proposte in termini di rendimento. L’assegnazione avviene a partire dalle richieste con i rendimenti più bassi, fino a esaurimento dell’importo offerto. La trasparenza del processo, sorvegliato dalla Banca d’Italia, e la regolamentazione rigorosa garantiscono integrità ed efficienza alle operazioni. Il collocamento supplementare, pari al 10% dell’importo ordinario, viene effettuato al rendimento medio ponderato dell’asta e riservato agli specialisti che hanno partecipato alla fase principale. Da regolamento, i BOT risultano immediatamente scambiabili sul mercato secondario, fornendo così all’investitore anche una leva di liquidità aggiuntiva rispetto alla semplice attesa della scadenza.

Caratteristiche tecniche dei BOT annuali: durata, rendimento e modalità di acquisto

I titoli annuali in emissione presentano una struttura molto semplice e accessibile. Riassumendo le principali caratteristiche tecniche:

Durata 364 giorni
Data di emissione 14 novembre 2025
Data di scadenza 13 novembre 2026
Importo in asta 8,5 miliardi di euro
Commissione massima 0,15% a carico del cliente
Importo minimo sottoscrivibile 1.000 euro
Modalità di emissione Asta competitiva sull’indicazione del rendimento

I BOT sono titoli dematerializzati, registrati a livello contabile tramite la Banca d’Italia. L’acquisto da parte dei piccoli risparmiatori avviene attraverso la prenotazione presso il proprio intermediario (banca, posta, trading online), che partecipa all’asta per conto del cliente. Per gli investitori professionali, invece, la partecipazione è diretta, ma riservata agli “Specialisti in titoli di Stato” riconosciuti dal MEF. L’importo minimo richiesto ai partecipanti all’asta è pari a 1,5 milioni di euro per ogni richiesta, ma l’investitore retail può acquistare successivamente sul mercato secondario in tagli più piccoli.

I rendimenti vengono espressi in punti percentuali, con variabilità di almeno 0,001%, e la determinazione del rendimento finale è affidata al mercato, in base alla domanda manifestata in asta. Il prezzo di aggiudicazione riflette il rendimento medio ponderato dell’emissione. A livello normativo, il collocamento e la gestione seguono rigorose disposizioni vigenti (tra cui il Decreto Legislativo n. 213/1998 e successivi regolamenti MEF).

Dettagli del rendimento e confronto con le aste precedenti

L’interesse per i BOT annuali si riflette direttamente nel rendimento, influenzato dal contesto dei tassi d’interesse di riferimento nell’Eurozona. Negli ultimi mesi, il rendimento lordo dei titoli analoghi si è attestato intorno al 2,05%-2,65%, con leggere variazioni dovute alle condizioni di mercato. Ad esempio:

Data asta Rendimento lordo Prezzo medio Importo assegnato
10 settembre 2025 2,05% 97,964 9 miliardi €
Ottobre 2024 2,86% 97,34 7,5 miliardi €
Novembre 2024 2,70% 97,40 7,5 miliardi €

Le richieste all’asta continuano a essere superiori agli importi offerti, come dimostra un rapporto di copertura spesso superiore a 1,4. I confronti con le emissioni del 2024 evidenziano un lieve ribasso del rendimento, coerente con la graduale discesa dei tassi BCE rispetto ai massimi del biennio 2023-2024. Tuttavia, il livello rimane competitivo rispetto ad altri strumenti di liquidità a basso rischio. Ricordando che il rendimento netto, dopo l’applicazione dell’imposta sostitutiva del 12,5%, risulta inferiore ma comunque attrattivo per chi cerca protezione del capitale e rendimento certo su dodici mesi.

Vantaggi e rischi dei BOT a 12 mesi in asta

Queste obbligazioni a breve termine presentano alcuni punti di forza che continuano ad attirare interesse, ma anche fattori di rischio da valutare con attenzione. Tra i vantaggi principali si evidenziano:

  • Basso rischio emittente: l’Italia gode di rating stabile e quotazione trasparente, garantendo sicurezza
  • Liquidità elevata: i BOT possono essere venduti prima della scadenza sul mercato secondario
  • Fiscalità agevolata: imposta sugli interessi al 12,5%, inferiore alla tassazione di molte altre obbligazioni
  • Semplicità del meccanismo di rendimento: nessuna cedola, guadagno determinato dallo scarto di emissione
  • Nessuna imposta di successione: vantaggio di pianificazione patrimoniale
Tuttavia, esistono anche alcune criticità:
  • Rendimento soggetto al ciclo dei tassi: eventuali ribassi dei tassi BCE possono ridurre il rendimento in fase di rinnovo
  • Assenza di cedole periodiche: la remunerazione è unica alla scadenza
  • Rischio reinvestimento: nel caso di forti discese dei tassi nell’anno successivo, il reinvestimento potrebbe avvenire a condizioni meno favorevoli
  • Valore di mercato: vendendo prima della scadenza il prezzo può discostarsi dal valore di rimborso in base all’andamento dei tassi

Strategie di investimento: conviene acquistare i BOT a 12 mesi nel 2025?

L’investimento in titoli di Stato a dodici mesi rappresenta una soluzione attraente soprattutto in fasi di incertezza e di tassi elevati. Per valutare l’opportunità, occorre considerare alcune strategie diffuse:
  • Ladder: costruzione di un portafoglio a scadenze scalari, distribuendo il capitale tra BOT con scadenze diverse in modo da avere liquidità periodica e possibilità di reinvestire a condizioni aggiornate
  • Barbell: allocazione di porzioni di portafoglio agli estremi della curva (BOT e BTP o altre scadenze lunghe), per bilanciare sicurezza e rendimento
  • Gestione della liquidità: utilizzo dei BOT per parcheggiare fondi che saranno necessari nel breve periodo; la facilità di smobilizzo li rende adatti a esigenze temporanee
Nel 2025-2026, date le attese di una possibile stabilità o graduale discesa dei tassi di riferimento, i BOT potrebbero offrire rendimenti leggermente decrescenti rispetto al biennio precedente ma competitivi se confrontati con i conti deposito e altri strumenti a breve.

Per l’investitore retail, l’acquisto dei BOT a 12 mesi può essere appropriato se inserito in una strategia più ampia di diversificazione. Non va invece considerato unico strumento di investimento, ma va affiancato a titoli di durata differente. Un approccio razionale consiste nel valutare l’investimento in base all’orizzonte temporale e alla propria propensione al rischio, considerando la probabilità di movimenti futuri dei tassi BCE e l’obiettivo di preservare il capitale.



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