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Giornata mondiale degli stagisti: la situazione, i problemi e i punti di forza degli stage in Italia

di Marcello Tansini pubblicato il
Giornata mondial stagisti situazione Ita

E' stata istituita 10 anni fa la Giornata degli Stagisti in Italia: chi sono i ragazzi che intraprendono tali percorsi e con quali obiettivi

Il 10 novembre rappresenta la data che mette in luce una categoria spesso lasciata ai margini del dibattito pubblico: le persone che svolgono uno stage o un tirocinio, in Italia e nel mondo.

L’obiettivo di questa ricorrenza è stimolare una riflessione condivisa sulla condizione degli stagisti, sensibilizzando istituzioni, aziende e opinione pubblica sulle opportunità e le difficoltà legate ai percorsi di formazione on the job. In Italia, oggi più che mai, il tema assume particolare rilievo a causa della persistente precarietà giovanile e del dibattito acceso sulla qualità e sull’utilità delle esperienze di stage. 

Cosa sono gli stage: definizione, tipologie e finalità formative in Italia

Lo stage è un periodo di formazione pratica svolto presso un’azienda o un ente, con la finalità di acquisire abilità operativamente spendibili sul mercato del lavoro. La normativa italiana distingue tra:

  • Tirocini curriculari: integrati nei percorsi di studio universitari o scolastici, sono parte obbligatoria del piano formativo. Spesso non prevedono un’indennità economica, poiché finalizzati al conseguimento di crediti formativi.
  • Tirocini extracurriculari: rivolti a chi ha già terminato il percorso di studi o cerca un’esperienza professionalizzante. Questi percorsi prevedono un indennizzo minimo mensile, variabile per regione.
Obiettivo comune è quello di generare competenze reali difficilmente acquisibili solo con la teoria, permettendo un graduale inserimento nell’ambiente professionale. Nel sistema italiano, lo stage non costituisce un contratto di lavoro: manca lo stipendio, il rapporto non contribuisce direttamente ai fini pensionistici e le tutele sono più limitate rispetto ai lavoratori subordinati.

I numeri degli stage in Italia: dati, età degli stagisti e differenze regionali

La realtà attuale mostra una vasta diffusione di stage a livello nazionale. Secondo i dati più recenti, ogni anno vengono attivati circa 400.000 tirocini curricolari, mentre i tirocini extracurriculari sono meno numerosi, attestandosi intorno a 284.000 nel 2023 (Ministero del Lavoro, rapporto sulle comunicazioni obbligatorie). La platea degli stagisti non si limita ai giovani under 25 ma comprende anche persone di trenta, quaranta e addirittura oltre cinquant’anni, spesso alla ricerca di una riqualificazione professionale o del reinserimento dopo periodi di inattività.

Tipologia Numero annuale stimato Età prevalente
Curricolari ~400.000 18-30
Extracurricolari ~284.000 18-54 e oltre

La Lombardia guida la classifica regionale, con quasi 60.000 tirocini extracurriculari nel 2023, seguita da Lazio e Piemonte. Sul piano settoriale, quasi l’80% dei percorsi è svolto nei servizi. Tuttavia, i dati ufficiali presentano rilevanti lacune: la raccolta sui tirocini curricolari è frammentaria e non aggiornata, mentre riguardo agli extracurricolari le fasce d’età sono spesso aggregate, rendendo difficile valutare l’impatto nelle diverse categorie.

La realtà degli stagisti in Italia: criticità e condizioni di lavoro

I contratti di stage, solitamente gratuiti, permettono a chi può contare sul supporto familiare di accedervi senza difficoltà, mentre escludono chi non dispone di risorse economiche adeguate. Il rimborso minimo per gli stage extracurriculari differisce sensibilmente tra le regioni: in Sicilia è previsto un minimo di 300 euro mensili, nel Lazio si sale a 800 euro. In tutti i casi, l’importo resta spesso insufficiente a garantire una sostenibilità economica dignitosa e inoltre lo stage è caratterizzato da:

  • Assenza di contributi pensionistici e limitate tutele assicurative.
  • Nessun diritto a ferie e malattia per la quasi totalità dei tirocini.
  • Formazione troppo spesso nominale: molte aziende tendono a utilizzare i tirocinanti come forza lavoro a basso costo, instaurando rapporti di breve durata e privi di reali prospettive di assunzione.
  • Disparità nell’accesso dovuta a motivi economici e sociali.

Le prospettive post-stage: inserimento lavorativo e criticità

Il possibile sbocco occupazionale rimane l’aspettativa principale di chi affronta un tirocinio. Tuttavia, la realtà italiana mostra un quadro meno incoraggiante rispetto ad altri Paesi: le indagini del Ministero del Lavoro evidenziano che soltanto una minoranza di stagisti viene effettivamente assunta alla fine del percorso, specie tra coloro che hanno superato i 35 anni.
  • Le aziende che ospitano un numero elevato di tirocinanti hanno tassi di assunzione inferiori rispetto a quelle che utilizzano lo strumento con maggiore selettività.
  • Per molti giovani, la necessità di passare da uno stage all’altro senza mai arrivare a un inserimento vero e proprio comporta una maggiore esposizione alla disoccupazione e alla frustrazione.
  • Chi sceglie la via del tirocinio in età avanzata, per riqualificarsi o reinserirsi, difficilmente trova stabilità, nonostante l’incremento numerico della fascia over 50 coinvolta.