Rinviato il divieto di acquisto e installazione delle caldaie a gas dal 2029: l'Ue fa un passo indietro e fissa il nuovo limite al 2040
Il rinvio dello stop alla vendita e alla produzione degli impianti alimentati a gas, originariamente previsto dall’Unione europea a partire dal 2029, rappresenta un cambiamento di grande rilievo per famiglie e imprese. La decisione europea di rivedere il divieto iniziale condiziona direttamente le scelte di chi deve intervenire sul proprio impianto di riscaldamento: viene meno la pressione di dover abbandonare obbligatoriamente la soluzione a gas in tempi brevi, permettendo una maggiore flessibilità nella programmazione degli investimenti domestici o condominiali.
Sullo sfondo, resta la prospettiva di una graduale transizione verso tecnologie meno inquinanti, ma con tempi dilatati che concedono agli utilizzatori una gestione più consapevole, sia dal punto di vista economico che ambientale.
La revisione della Direttiva Green Ue rappresenta una svolta per la regolamentazione europea degli impianti di riscaldamento, ma oggi con limiti di efficienza meno rigidi rispetto al passato; per cui sia le caldaie a condensazione che quelle tradizionali continueranno a poter essere vendute sul mercato europeo anche negli anni successivi al 2029.
Dal punto di vista pratico, questo implica la fine dell’ipotesi di eliminazione immediata delle caldaie tradizionali dal mercato europeo: solo standard tecnici meno restrittivi fungono ora da filtro per l’immissione dei prodotti.
Tuttavia, l’obiettivo finale fissato dalla direttiva Case Green rimane: eliminazione completa degli impianti alimentati a combustibili fossili, come il gas, entro il 2040. La scelta europea, quindi, trasla un obbligo immediato nel 2029 in una prospettiva di più ampio respiro, consentendo una sostituzione graduale delle caldaie a gas che riduca gli impatti sociali senza rinunciare all’obiettivo della decarbonizzazione.
Tabella riepilogativa delle scadenze principali:
| Data | Evento |
| 2029 | Stop alle caldaie a gas cancellato; entrata in vigore nuovi limiti di efficienza |
| 2040 | Obiettivo indicativo di eliminazione delle caldaie alimentate a combustibili fossili secondo la direttiva Case Green |
L’annullamento del divieto previsto dal 2029 ha generato ampio consenso tra produttori, installatori e associazioni di settore. Le imprese italiane, che ogni anno immettono sul mercato oltre 900mila apparecchi di riscaldamento a gas, ritengono che le precedenti disposizioni avrebbero causato gravi criticità economiche, compromettendo la competitività del comparto e mettendo in difficoltà migliaia di impianti già installati nelle abitazioni.
L’approccio più graduale consente alle aziende produttrici di programmare con maggiore razionalità gli investimenti in ricerca e innovazione, puntando sull’ottimizzazione dei dispositivi a condensazione e sull’integrazione con tecnologie rinnovabili. Per gli installatori, la conferma di un mercato ancora aperto alla sostituzione o alla manutenzione delle caldaie a gas significa continuità lavorativa e crescita delle competenze tecniche legate all’efficientamento energetico.
Per le famiglie la questione si traduce nella possibilità di pianificare interventi senza fretta, valutando la convenienza tra mantenere l’impianto esistente, sostituirlo con uno più efficiente o avviare la transizione verso soluzioni alternative come i sistemi ibridi. La scelta sarà spesso dettata dallo stato di salute dell’edificio, dalla disponibilità di incentivi e dalla convenienza nel lungo periodo, non da vincoli normativi imminenti.
A partire dal 2025, molte delle agevolazioni fiscali precedentemente garantite per l’acquisto e l’installazione di caldaie alimentate a gas sono state ridimensionate o cancellate. L’eliminazione di questi bonus non solo rende meno vantaggiosa la scelta di nuove caldaie a gas, ma suggerisce anche una progressiva riconversione degli incentivi verso le soluzioni più sostenibili.
Le principali modifiche riguardano la riduzione o la soppressione di:
Anche se la politica degli incentivi sembra orientata a favorire pompe di calore, sistemi ibridi e soluzioni integrate con rinnovabili, il quadro potrebbe evolvere nei prossimi anni, adattandosi alle esigenze di fasce di popolazione per cui il passaggio rapido a nuove tecnologie non sia economicamente sostenibile o tecnicamente possibile. Alcune Regioni hanno già avviato tavoli di confronto per la definizione di bandi ad hoc, in attesa di linee guida nazionali.
L’obiettivo della decarbonizzazione richiede l’adozione di tecnologie sempre più efficienti. Sistemi ibridi, pompe di calore, solare termico e soluzioni integrate rappresentano le alternative promosse a livello europeo per ridurre rapidamente le emissioni da riscaldamento domestico.
Secondo la direttiva Case Green, i piani nazionali dovranno allinearsi alla transizione verso energie rinnovabili e bassi consumi. Le pompe di calore, in particolare, godono di attenzione sia per la loro efficienza nei contesti urbani e rurali, sia come soluzione idonea a sfruttare fonti energetiche rinnovabili, specialmente quando abbinate a impianti fotovoltaici o solare termico.
Accanto a questi sistemi, i dispositivi ibridi combinano la tecnologia a gas con le rinnovabili (ad esempio una caldaia a condensazione integrata con una pompa di calore), consentendo di ottimizzare i consumi in base alle esigenze stagionali e ridurre progressivamente il fabbisogno di combustibili fossili. Tali soluzioni risultano particolarmente adatte per edifici datati o con caratteristiche edilizie che rendono difficile un passaggio totale all’elettrico.