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Case Green, quali immobili avranno obbligo di avere pannelli solari e da quando?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Il nodo del finanziamento della misura

Gli Stati membri devono assicurare che i nuovi edifici siano solar-ready ossia predisposti per l'installazione di impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti.

Una delle principali modifiche apportate alla direttiva green ufficialmente approvata riguarda l'ampliamento del margine di discrezionalità conferito agli Stati individuali.

Inizialmente era stato proposto di stabilire requisiti rigorosi per gli edifici senza concedere ai Paesi membri la possibilità di fissare obiettivi specifici in base alle caratteristiche nazionali. Approfondiamo in questo articolo le novità che riguardano case di proprietà e condomini:

  • Pannelli solari con Casa Green: obblighi e tempistiche
  • Il nodo del finanziamento della misura

Pannelli solari con Casa Green: obblighi e tempistiche

Gli Stati membri devono assicurare che i nuovi edifici siano solar-ready ossia predisposti per l'installazione di impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti, conforme alle nuove disposizioni. L'adozione di questi impianti diverrà la prassi standard per le nuove costruzioni.

Per quanto riguarda gli edifici pubblici e non residenziali esistenti, l'installazione graduale dei pannelli solari sarà richiesta a partire dal 2027, previo accertamento della fattibilità tecnica, economica e funzionale. Queste norme entreranno in vigore in fasi distinte, a seconda delle caratteristiche e delle dimensioni degli edifici.

L'obbligo di dotare i nuovi edifici pubblici di pannelli solari sarà introdotto progressivamente dal 2026 al 2030. Si stabiliscono nuove disposizioni per la costruzione degli edifici: a partire dal primo gennaio 2028, gli immobili di proprietà pubblica dovranno avere zero emissioni in loco di combustibili fossili, mentre per tutti gli altri la norma entrerà in vigore dal primo gennaio 2030.

Un'altra importante disposizione della direttiva green riguarda il divieto dei combustibili fossili: gli Stati avranno tempo fino al 2040 per eliminare le caldaie a combustibili fossili e, a partire dal 2025, dovranno cessare ogni forma di sussidio per le caldaie autonome. Già dal 2025, non saranno più concessi incentivi fiscali per gli impianti tradizionali, ma solo per quelli ibridi, che combinano una caldaia a condensazione a gas con una pompa di calore.

Il nodo del finanziamento della misura

L'approvazione da parte del parlamento europeo pone la questione degli interventi di ristrutturazione necessari per adeguare le abitazioni alle nuove direttive dell'Unione europea. Questi interventi potrebbero comportare un impegno finanziario da parte dei proprietari degli immobili. Attualmente, la direttiva non prevede specifiche risorse dal bilancio della Ue per finanziare tali incentivi, lasciando agli Stati membri il compito di adottare misure adeguate a livello nazionale.

Le risorse finanziarie disponibili potrebbero essere un ostacolo per l'attuazione del programma. Tuttavia, ogni Stato membro avrà la possibilità di elaborare un piano nazionale di ristrutturazione personalizzato in base alle specifiche esigenze del proprio territorio. In pratica c'è ancora spazio per adattare le disposizioni alle condizioni locali.

La direttiva prevede inoltre alcune eccezioni, ad esempio per gli edifici di valore artistico, storico o di culto, le seconde case e quelle con una superficie inferiore ai 50 metri quadrati. Gli Stati membri avranno anche la facoltà di richiedere alla Commissione europea valutazioni di deroghe che tengano conto delle particolarità del patrimonio immobiliare nazionale, dei problemi tecnici o dei costi eccessivi per i lavori. Sarà quindi possibile adattare gli obiettivi fissati tenendo conto della fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni e della disponibilità di manodopera qualificata, purché siano soddisfatti determinati requisiti.

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