Il settore moda italiano affronta una crisi senza precedenti, mettendo a rischio 50mila posti di lavoro. I dati sulla cassa integrazione risultano allarmanti, mentre Governo e parti sociali valutano strategie per fronteggiare l'emergenza.
Il comparto moda in Italia attraversa una fase di persistente difficoltà, una situazione che mette sotto pressione non solo le imprese, ma, soprattutto, i lavoratori. In particolare, la regione Toscana e la provincia di Firenze vedono coinvolte oltre 110.000 persone, tra produzione, metalleria e accessoristica, a testimonianza della rilevanza del comparto nell’economia territoriale e nazionale.
Il calo degli ordinativi, la contrazione della domanda internazionale e le incertezze legate alla crisi globale hanno generato ripercussioni pesanti sull’occupazione, spingendo numerose aziende a ridurre o sospendere temporaneamente l’attività produttiva. La progressiva riduzione delle commesse si è tradotta in un concreto rischio di perdita del lavoro per decine di migliaia di persone, tra cui molti dipendenti giovani e altamente qualificati.
Il rischio di una desertificazione produttiva è avvertito in tutta la filiera, con effetti sociali che vanno ben oltre la perdita dell’occupazione diretta. Si innescano, infatti, dinamiche che colpiscono indotto, famiglie e tessuto sociale locale. La preoccupazione espressa da sindacati e parti sociali riprende la consapevolezza che il settore moda, in questo scenario, necessita di risposte rapide, innovative e coordinate tra istituzioni e associazioni di categoria.
Nei primi nove mesi del 2023, il volume di cassa integrazione autorizzata per il settore moda ha raggiunto quote preoccupanti, sfiorando un milione e quattrocentomila ore tra ordinaria e straordinaria. L’aumento è stato progressivo: nel 2024 le ore autorizzate sono raddoppiate (2.750.000), fino ad arrivare, nel 2025, a oltre cinque milioni e trecentomila ore. In particolare, la componente straordinaria rappresenta una quota rilevante ed è indice di una crisi non più solo temporanea, ma strutturale.
| Anno | Ore di Cassa Integrazione |
| 2023 (gen-set) | 1.400.000 |
| 2024 | 2.750.000 |
| 2025 (gen-set) | 5.300.000 |
Nel solo territorio fiorentino, le aziende della filiera, che includono anche accessori metallici e pelletteria, contabilizzano quasi 50.000 lavoratori. Per questi, la cassa integrazione rappresenta spesso l’ultima diga prima della perdita definitiva del posto di lavoro.
Alla base della crisi emergono fattori molteplici:
Nel quadro delineato, l’azione delle istituzioni e delle parti sociali diventa imprescindibile per evitare la perdita definitiva di posti di lavoro e la disgregazione del tessuto produttivo. Interventi concreti sono richiesti a più livelli, iniziando da una revisione e dal potenziamento degli strumenti di tutela già esistenti, fino a politiche di formazione e riqualificazione professionale.
L’esempio toscano, con il coinvolgimento della CGIL e delle principali organizzazioni sindacali, sottolinea la necessità di:
Infine, la centralità della filiera moda per l’economia italiana richiede programmi di rilancio che valorizzino l’alta qualificazione delle maestranze, lo sviluppo sostenibile e il radicamento territoriale, secondo modelli coordinati e riconosciuti anche a livello normativo nazionale.