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Cassa integrazione settore moda: 50mila dipendente a rischio, ma il Governo pronto a lanciare un piano di aiuti

di Marcello Tansini pubblicato il
Cassa integrazione settore moda, migliai

Il settore moda italiano affronta una crisi senza precedenti, mettendo a rischio 50mila posti di lavoro. I dati sulla cassa integrazione risultano allarmanti, mentre Governo e parti sociali valutano strategie per fronteggiare l'emergenza.

Il comparto moda in Italia attraversa una fase di persistente difficoltà, una situazione che mette sotto pressione non solo le imprese, ma, soprattutto, i lavoratori. In particolare, la regione Toscana e la provincia di Firenze vedono coinvolte oltre 110.000 persone, tra produzione, metalleria e accessoristica, a testimonianza della rilevanza del comparto nell’economia territoriale e nazionale.

Il calo degli ordinativi, la contrazione della domanda internazionale e le incertezze legate alla crisi globale hanno generato ripercussioni pesanti sull’occupazione, spingendo numerose aziende a ridurre o sospendere temporaneamente l’attività produttiva. La progressiva riduzione delle commesse si è tradotta in un concreto rischio di perdita del lavoro per decine di migliaia di persone, tra cui molti dipendenti giovani e altamente qualificati.

Il rischio di una desertificazione produttiva è avvertito in tutta la filiera, con effetti sociali che vanno ben oltre la perdita dell’occupazione diretta. Si innescano, infatti, dinamiche che colpiscono indotto, famiglie e tessuto sociale locale. La preoccupazione espressa da sindacati e parti sociali riprende la consapevolezza che il settore moda, in questo scenario, necessita di risposte rapide, innovative e coordinate tra istituzioni e associazioni di categoria.

Cassa integrazione nel settore moda: dati allarmanti e cause della crisi

Nei primi nove mesi del 2023, il volume di cassa integrazione autorizzata per il settore moda ha raggiunto quote preoccupanti, sfiorando un milione e quattrocentomila ore tra ordinaria e straordinaria. L’aumento è stato progressivo: nel 2024 le ore autorizzate sono raddoppiate (2.750.000), fino ad arrivare, nel 2025, a oltre cinque milioni e trecentomila ore. In particolare, la componente straordinaria rappresenta una quota rilevante ed è indice di una crisi non più solo temporanea, ma strutturale.

Anno Ore di Cassa Integrazione
2023 (gen-set) 1.400.000
2024 2.750.000
2025 (gen-set) 5.300.000

Nel solo territorio fiorentino, le aziende della filiera, che includono anche accessori metallici e pelletteria, contabilizzano quasi 50.000 lavoratori. Per questi, la cassa integrazione rappresenta spesso l’ultima diga prima della perdita definitiva del posto di lavoro.

Alla base della crisi emergono fattori molteplici:

  • Riduzione della domanda sul mercato internazionale e maggior concorrenza da paesi extra UE
  • Aumento dei costi energetici e delle materie prime
  • Mutamenti rapidi nelle tendenze della moda, che impongono continue riorganizzazioni aziendali
  • Difficoltà di accesso al credito per investimenti in innovazione e sostenibilità
I dati sulla richiesta di ore di cassa integrazione straordinaria (3.200.000 rispetto alle 350.000 del 2024) riflettono una crisi profonda che si estende anche agli ammortizzatori sociali tradizionali. Tali misure, benché essenziali per arginare l’emergenza, segnalano il rischio di uno scenario destinato a protrarsi nel tempo se non affrontato con strategie strutturali.

Soluzioni e interventi richiesti: il ruolo del Governo e delle parti sociali

Nel quadro delineato, l’azione delle istituzioni e delle parti sociali diventa imprescindibile per evitare la perdita definitiva di posti di lavoro e la disgregazione del tessuto produttivo. Interventi concreti sono richiesti a più livelli, iniziando da una revisione e dal potenziamento degli strumenti di tutela già esistenti, fino a politiche di formazione e riqualificazione professionale.

L’esempio toscano, con il coinvolgimento della CGIL e delle principali organizzazioni sindacali, sottolinea la necessità di:

  • Misure straordinarie a sostegno dei dipendenti, attraverso un rafforzamento di cassa integrazione straordinaria e ordinaria, in linea con quanto previsto dal D.Lgs. 148/2015
  • Interventi di incentivo all’occupazione e di sostegno alle imprese più esposte
  • Programmi di riconversione e aggiornamento delle competenze, per favorire il ricollocamento dei lavoratori
  • Promozione di investimenti in innovazione, sostenibilità e digitalizzazione di processo
Il Governo ha manifestato l’intenzione di varare un piano di aiuti dedicato alle imprese e ai loro lavoratori, rispondendo così all’appello delle rappresentanze sindacali. "Servono misure efficaci e urgenti per scongiurare danni sociali ed economici e rilanciare il settore", ha ricordato la segreteria regionale CGIL. Nel percorso delineato, la collaborazione tra enti pubblici, associazioni datoriali e sindacati sarà decisiva per disegnare un futuro dove la protezione sociale si intrecci all’innovazione industriale e alla salvaguardia dell’occupazione.

Infine, la centralità della filiera moda per l’economia italiana richiede programmi di rilancio che valorizzino l’alta qualificazione delle maestranze, lo sviluppo sostenibile e il radicamento territoriale, secondo modelli coordinati e riconosciuti anche a livello normativo nazionale.



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