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Causale bonifico vuota, scatta subito segnalazione e controllo Agenzia Entrate? Facciamo chiarezza in base normativa

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Controllo con causale bonifico vuota

Quando si effettua un bonifico bisogna prestare attenzione alla causale poiché lasciarla vuota o incompleta può far scattare controlli.

Quando si effettua un bonifico bancario, è sempre buona norma indicare la causale del trasferimento di denaro. Sebbene non sia un elemento obbligatorio per la validità del bonifico, la causale garantisce trasparenza nei movimenti finanziari e per evitare eventuali controlli dell'Agenzia delle entrate. La mancanza di una causale o l'inserimento di una causale incompleta può far scattare accertamenti fiscali, poiché le autorità potrebbero considerare sospette alcune operazioni prive di spiegazione adeguata. Approfondiamo tutto:

  • Segnalazione e controllo con causale bonifico vuota
  • Causale bonifico vuota, la normativa in vigore

Segnalazione e controllo con causale bonifico vuota

In assenza di una specifica normativa che obblighi a inserire la causale nei bonifici, non esiste una sanzione diretta per la mancata indicazione di tale informazione. Le autorità fiscali, e in particolare l'Agenzia delle entrate, hanno il potere di eseguire controlli sui conti correnti per verificare la provenienza e la destinazione del denaro movimentato. Secondo l'articolo 32 del DPR 600/1973, l'Agenzia delle entrate può avviare accertamenti fiscali e presumere che ogni entrata su un conto corrente sia un reddito non dichiarato, a meno che il contribuente non sia in grado di dimostrare il contrario.

Se viene eseguito un bonifico senza causale o con una causale generica, come pagamento, le autorità potrebbero richiedere ulteriori chiarimenti per capire la natura dell'operazione. In questi casi, il contribuente deve dimostrare che il trasferimento non costituisce reddito imponibile, come nel caso di un prestito familiare o di una donazione.

Per ridurre il rischio di controlli, è consigliabile inserire nella causale dettagli che spiegano il motivo del bonifico. In particolare:

  • numero di fattura e riferimento al servizio o prodotto acquistato;
  • canone di affitto, specificando il mese o anno di riferimento;
  • donazione o prestito con l’indicazione del destinatario e la motivazione del versamento.
In definitiva, l’assenza o l’incompletezza della causale può essere vista come una mancanza di trasparenza, e in caso di controllo, spetta al contribuente fornire una giustificazione chiara dell'operazione. Di conseguenza è sempre una buona pratica inserire una causale dettagliata per evitare eventuali accertamenti fiscali.

Causale bonifico vuota, la normativa in vigore

Secondo le disposizioni fiscali in vigore, alcune tipologie di bonifici sono particolarmente soggette a controlli fiscali, soprattutto quando non è chiara la provenienza del denaro o la finalità del trasferimento.

Se si trasferiscono somme elevate a familiari o amici senza indicare una causale precisa, come prestito infruttifero o donazione, l'operazione potrebbe essere considerata come un trasferimento di reddito non dichiarato. In questi casi, è consigliabile specificare chiaramente la natura del bonifico, inserendo diciture come prestito infruttifero tra privati o regalo per matrimonio.

Nel caso di pagamenti di affitti, è necessario indicare la causale con precisione, specificando il mese e l'anno di riferimento (ad esempio, canone di locazione ottobre 2024). Questo evita che il Fisco possa interpretare il bonifico come un trasferimento senza giustificazione.

Per ottenere le agevolazioni fiscali, come quelle relative all'ecobonus o alle ristrutturazioni edilizie, è necessario eseguire il cosiddetto bonifico parlante, in cui vengono riportate informazioni aggiuntive come il codice fiscale del pagante e la partita iva dell’impresa. Se queste informazioni mancano, si rischia di perdere il diritto alle detrazioni fiscali previste dalla legge.

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