Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Che cos'è il ghost working sempre più diffuso sul lavoro in Italia, come viene fatto e i rischi se si viene scoperti

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Ghost working sempre molto diffuso

Ghost working è una strategia adottata per apparire sempre laboriosi pur essendo effettivamente inattivi rispetto ai compiti assegnati.

Negli ultimi anni, la pratica del ghost working si è affermata come una delle tendenze più dibattute nel panorama lavorativo italiano.

Questo fenomeno interessa ogni settore, dagli uffici alle realtà produttive, sia nel lavoro in presenza sia in quello da remoto.
 

Definizione di ghost working: cosa significa davvero fingere di lavorare

Il significato di ghost working va oltre il semplice “bighellonare”. Si tratta di una strategia adottata per apparire sempre laboriosi agli occhi dei colleghi o dei superiori, pur essendo effettivamente inattivi rispetto ai compiti assegnati.

Fingere di lavorare implica simulare operatività, presenziare a riunioni fittizie, mantenere schermate di fogli di lavoro aperti senza svolgere attività concrete, oppure digitare testi privi di valore.
 

I dati sulla diffusione del ghost working: numeri e tendenze in crescita

Le percentuali riguardanti la diffusione del ghost working sono sorprendenti. Secondo recenti sondaggi, il 58% dei dipendenti ammette di praticarlo regolarmente, mentre il 34% lo fa saltuariamente. Solo il 12% dichiara di non averlo mai fatto. È emerso inoltre che ben il 92% ha cercato un nuovo impiego durante l’orario lavorativo e il 24% ha modificato il proprio CV dal computer aziendale. Questi dati evidenziano una tendenza stabile e trasversale alle fasce di età e ai settori.

Comportamento % Dipendenti
Cerca lavoro durante l’orario 92%
Cambia il CV dal PC aziendale 24%
Inoltra candidature dal PC aziendale 23%
Finge di lavorare regolarmente 58%


Perché il ghost working è sempre più diffuso: cause, motivi e fattori scatenanti

L’aumento della pratica è correlato a diverse cause sociali e organizzative.

Il burnout, l’incertezza lavorativa e la pressione per essere costantemente performanti sono fra i primi motivi alla base di questa condotta.

Anche il lavoro da remoto, che confonde i confini fra vita privata e professionale, favorisce il ghost working: mancano controllo diretto, chiarezza sugli obiettivi e senso di appartenenza, facilitando la simulazione di produttività.

Metodi, strategie e trucchi più comuni per simulare produttività sul lavoro

  • Riunioni fittizie: organizzarle senza vero contenuto operatico;
  • Scrittura automatica: digitare frasi a caso o testi inutili sulla tastiera;
  • Foglio di calcolo sempre aperto: avere file esposti senza lavorarci realmente;
  • Telefonate simulate: tenere la cornetta all’orecchio in assenza di reali conversazioni;
  • Movimenti in ufficio: camminare con un quaderno fingendo urgenza o approfondimento.

Ghost working e ricerca di un nuovo impiego, come si intrecciano le due pratiche

La correlazione tra ghost working e ricerca attiva di nuove posizioni è evidente.

Un segmento notevole della forza lavoro sfrutta i momenti di inefficienza lavorativa per sistemare il proprio CV, rispondere ai recruiter o effettuare colloqui da remoto.

La sovrapposizione di questi comportamenti mette in luce come il ghost working sia spesso sintomo di insoddisfazione, come abbiamo già detto, e preparazione a un cambiamento di carriera.

Il ghost working nella generazione Z e nelle diverse fasce d’età

Le nuove generazioni, in particolare la Z, presentano tratti distintivi rispetto al passato.

Per loro, il benessere psicofisico e l’autonomia sono prioritari rispetto alla semplice permanenza sul luogo di lavoro. Infatti, la tendenza è osservata anche in lavoratori esperti, ma la Z dimostra meno tolleranza verso modelli percepiti come anacronistici.

Non mancano, comunque, episodi di ghost working anche tra i Baby Boomer e i Millennial.

Ghost working in ufficio e da remoto: differenze, limiti e opportunità

Sebbene diffuso sia in presenza sia in smart working, il fenomeno assume sfumature diverse nei due ambienti. In ufficio, le principali distrazioni sono rappresentate da riunioni poco produttive, chiacchiere e modalità di controllo visivo.

Da remoto, invece, la commistione tra vita privata e lavorativa favorisce l’adozione di pratiche elusive e minori controlli, facendo emergere una maggiore percentuale di tempo non produttivo.

I rischi e le conseguenze del ghost working se si viene scoperti

Simulare l’impegno può avere conseguenze rilevanti sulla carriera e sulle condizioni lavorative. Se scoperti, i lavoratori rischiano sanzioni disciplinari, perdita di fiducia, azioni legali o perfino licenziamento per giusta causa, come sancito dall’art. 2119 del Codice Civile

Il ruolo delle aziende nella prevenzione del ghost working: controllo, autonomia e fiducia

Le imprese si trovano di fronte alla scelta tra monitoraggio stretto e promozione della fiducia.

Diverse ricerche indicano che il controllo eccessivo non elimina la radice del problema, ma spinge a meccanismi difensivi.

Più efficace è favorire un equilibrio tra delega, responsabilità e strumenti di empowerment: chiare aspettative, feedback costruttivi e reale ascolto delle esigenze dei lavoratori riducono sensibilmente la propensione a fingere di lavorare. Inoltre, la trasparenza nei processi organizzativi previene il disengagement.

Leggi anche