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Contributi esentasse in busta paga per chi continua a lavorare e non va in pensione.Spiegazione e chiarimenti circolare n.102 INPS

di Marianna Quatraro pubblicato il
Contributi esentasse chiarimenti

Quali sono i recenti chiarimenti forniti dall’Inps sulla possibilità di ricevere direttamente in busta paga i contributi se si resta a lavoro pur potendo andare in pensione

Con la nuova circolare n.102 del 16 giugno 2025, l’Inps ha fornito chiarimenti su chi e come può ricevere l’accredito della contribuzione esentasse, meglio noto come cosiddetto bonus Maroni.

Si tratta di un incentivo economico per i lavoratori dipendenti che scelgono di rinviare il pensionamento, pur avendo maturato i requisiti per andare in pensione anticipata, che prevede l'erogazione in busta paga di una somma equivalente ai contributi previdenziali a carico del lavoratore.

La contribuzione invece di essere versata all'Inps, viene direttamente riconosciuta al lavoratore.

  • I chiarimenti della circolare Inps sui contributi esentasse per chi non va in pensione e resta a lavoro
  • Chi può usufruire dell’agevolazione
  • Come incidono i contributi esentasse sulla pensione finale 
  • Fino a quando si applica il beneficio

I chiarimenti della circolare Inps sui contributi esentasse per chi non va in pensione e resta a lavoro

L’Inps ha spiegato che se i lavoratori decidono di restare al lavoro, pur avendo maturato i requisiti per andare in pensione prima, possono chiedere al proprio datore di ricevere in busta paga i contributi previdenziali a proprio carico, pari al 9,19%.

La quota a carico del datore di lavoro continua ad essere versata all’Inps e serve ai fini della pensione finale. Si tratta di un beneficio per ritardare l’uscita di chi, invece, potrebbe anche collocarsi a riposo.

Tale ‘nuova’ contribuzione contribuisce ad aumentare la retribuzione netta del lavoratore, proprio perchè esentasse. 

Chi può usufruire dell’agevolazione

Possono usufruire di tale agevolazione lavoratori dipendenti che raggiungono entro il 31 dicembre 2025 i requisiti per la pensione anticipata con la Quota 103, a 62 anni di età e con 41 di contributi, o maturano i requisiti per andare in pensione anticipata ordinaria, con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne, cioè 41 anni e 10 mesi di contributi, in entrambe i casi a prescindere dal requisito anagrafico.

Dunque, i lavoratori dipendenti iscritti all’Ago o a forme sostitutive ed esclusive della medesima, che, avendo maturato entro il 31 dicembre 2025 il diritto alla pensione con quota 103 o alla pensione anticipata, scelgono di rimanere a lavoro, possono rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi previdenziali per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti (IVS) o a forme sostitutive ed esclusive della medesima.

La scelta deve, però, essere comunicata sotto forma di domanda: il dipendente interessato deve, infatti, esplicitamente chiedere di riceve i contributi in busta paga anzicchè accreditati all’Inps per ottenere una retribuzione più elevata.

La richiesta si deve presentare esclusivamente in modalità telematica sul sito dell’Ente Previdenziale, effettuando l'accesso alla propria area riservata con le credenziali Spid, Cie o Cns, quindi scegliendo il servizio 'Pensione e Previdenza', cliccando, infine, rispettivamente, sulle voci: Domanda di pensione, Certificati, Verifica del requisito di accesso all'incentivo di posticipo del pensionamento.

In alternativa alla procedura online è anche possibile rivolgersi a Caf o Patronati.

Come incidono i contributi esentasse sulla pensione finale 

La circolare spiega poi che la fruizione del beneficio non modifica il calcolo dell’importo delle quote di pensione con il sistema retributivo, che si basano sempre sulla retribuzione pensionabile e sulle norme vigenti per la gestione pensionistica che liquida il trattamento pensionistico finale. 

Per quanto riguarda la quota di pensione contributiva, l’esonero produce effetti sul montante contributivo individuale che viene determinato applicando alla base imponibile, per i periodi interessati dall’incentivo, l’aliquota di calcola nella percentuale prevista a carico del datore di lavoro. 

Ciò significa che la pensione che si prenderà sarà leggermente più bassa a causa dei contributi che sono stati erogati in busta paga invece che accumulati all’Inps.  

Fino a quando si applica il beneficio

I contributi esentasse versati direttamente in busta paga possono essere calcolati fino a 67 anni di età, vale a dire fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia, o in caso di revoca da parte del lavoratore.


 

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