I minibond sono una forma di prestito obbligazionario destinata ad aziende non quotate, introdotta in Italia con l'emanazione dei decreti Sviluppo e Sviluppo Bis.
I minibond sono strumenti obbligazionari utilizzati dalle imprese, anche quelle non quotate in borsa, per ottenere finanziamenti tramite il mercato del debito. A differenza delle obbligazioni tradizionali, i minibond offrono alle imprese la possibilità di raccogliere capitale con vantaggi amministrativi e fiscali simili a quelli riservati alle società quotate in borsa.
Le imprese che possono emettere minibond comprendono le società di capitali non quotate, ad eccezione delle banche e delle micro-imprese. I minibond possono essere impiegati per diversi scopi, tra cui garantire la liquidità a breve termine, finanziare il capitale circolante, sostenere progetti di sviluppo industriale o programmi di internazionalizzazione a medio-lungo termine, nonché rifinanziare debiti in scadenza.
Nel caso dei minibond a breve termine, l'emissione può essere strutturata in modo seriale, consentendo alla società di emettere titoli in maniera ripetuta nel tempo con cadenza regolare. Approfondiamo in questo articolo:
Le caratteristiche principali dei minibond includono un importo inferiore a 50 milioni di euro e la possibilità di essere emessi da società di capitali e cooperative non quotate, a eccezione delle banche e delle microimprese.
Le aziende che emettono minibond devono avere un fatturato superiore a 2 milioni di euro o almeno 10 dipendenti e devono trovarsi in uno stato finanziario solido, non soggette a procedure concorsuali.
Nella procedura di emissione dei minibond sono coinvolti diversi soggetti, tra cui l'emittente (l'azienda che emette i minibond), l'advisor (che guida la strategia dell'emissione), il consulente legale (responsabile degli adempimenti normativi), l'arranger (che assiste nell'emissione e collocamento), gli investitori, le piattaforme di Equity Crowdfunding (dove gli emittenti possono collocare i minibond), le società di revisione (che certificano i bilanci dell'emittente), le agenzie di rating autorizzate (nel caso di richiesta di rating) e la Borsa Italiana (nel caso di quotazione sui mercati regolamentati).
I minibond sono di diverse tipologie: il concetto di basket bond si riferisce a titoli cartolarizzati (asset backed securities - ABSs) emessi da veicoli appositamente costituiti (SPV) tramite operazioni di cartolarizzazione di un portafoglio di obbligazioni emesse da diverse imprese. Allo stesso modo, si parla di project o infrastructure bond quando le infrastrutture e le opere di pubblica utilità sono finanziate, di social bond se indirizzati a iniziative no profit e di green bond se finalizzati a sostenere progetti con impatto ambientale positivo.
Per comprendere il funzionamento dei minibond, esamineremo i diversi attori coinvolti nel processo di emissione, nonché i principali elementi caratteristici e le fasi del procedimento. I minibond costituiscono prestiti obbligazionari caratterizzati principalmente da:
Le società per azioni (SPA) costituiscono il 54 percento delle emittenti, con il 34,6 percento operanti nel settore manifatturiero. La regione della Lombardia si posiziona al primo posto con 63 imprese emittenti.
Secondo il Barometro Minibond, elaborato da Minibond Italy e Azimut Direct e aggiornato al 31 dicembre 2022, il numero totale di minibond emessi dal 2018 a oggi ammonta a 1.105, di cui 149 sono quotati nel segmento ExtraMOT Pro3 e 956 sono stati collocati privatamente. Il valore complessivo dei minibond emessi supera i 6,7 miliardi di euro.