L'analisi condotta da ODM Consulting ha messo in luce come la retribuzione lorda annua vari in base all'età e all'inquadramento professionale.
Nel mercato del lavoro italiano, l'età del lavoratore continua a essere un fattore devisivo per la retribuzione, anche quando le mansioni e il livello di responsabilità sono identici. Secondo uno studio di ODM Consulting (Gi Group), ci sono differenze nelle retribuzioni tra Baby Boomers, Gen X e Gen Z, con i lavoratori più giovani che risultano penalizzati rispetto alle generazioni precedenti.
Le sorprendenti disparità salariali - perché sono differenti, come vedremo in questo articolo - emergono in particolare tra gli impiegati e gli operai, dove il generational pay gap può superare il 35%, ma anche tra quadri e dirigenti, dove i lavoratori più anziani continuano a percepire retribuzioni superiori. Il mercato del lavoro sta vivendo una trasformazione, con un progressivo passaggio dalla seniority alla valorizzazione delle competenze, soprattutto nei settori tecnologici e nelle aziende che investono in Industria 4.0. Approfondiamo allora:
Le differenze retributive non si limitano all'età, ma coinvolgono anche il gender gap. Le professioniste under 30 percepiscono in media 14.622 euro annui, mentre i loro colleghi uomini 19.679 euro, con una differenza già nelle prime fasi della carriera. Questo squilibrio si aggrava nelle fasce d'età più avanzate: tra i 50 e i 60 anni, le donne guadagnano mediamente 37.407 euro, contro i 55.483 euro degli uomini. Tra i 60 e i 70 anni, il divario resta elevato con 35.401 euro per le donne e 53.495 euro per gli uomini.
Un altro ostacolo per le nuove generazioni è l'elevato numero di pensionati che continuano a lavorare. Il sistema previdenziale privato conta 118.000 pensionati ancora in attività, con un aumento del 181% rispetto al 2005. Più della metà di chi percepisce una pensione continua a esercitare la professione, comprimendo ulteriormente le opportunità economiche dei giovani. La categoria più coinvolta è quella dei commercialisti, con l'81% dei pensionati ancora attivi, seguiti dagli avvocati (77%) e dagli ingegneri-architetti (67%).
Oltre alla frattura generazionale e di genere, il rapporto evidenzia anche un forte divario territoriale. I professionisti del Mezzogiorno guadagnano in media il 46% in meno rispetto ai colleghi del Nord, con una estrema differenza tra il Trentino-Alto Adige (67.000 euro annui) e la Calabria (25.000 euro annui).
L'analisi condotta da ODM Consulting ha messo in luce come la retribuzione lorda annua vari in base all'età e all'inquadramento professionale. Il gap generazionale è evidente per gli impiegati, che vedono una differenza di retribuzione del 35,5% tra la Gen Z e i lavoratori più anziani. Anche operai e dirigenti registrano differenze significative, mentre il divario è meno marcato per i quadri:
Secondo lo studio di ODM Consulting, i lavoratori con competenze tecnologiche avanzate ricevono retribuzioni superiori alla media, indipendentemente dalla loro età. Le aziende che utilizzano Intelligenza Artificiale e altre tecnologie avanzate offrono retribuzioni più elevate per i profili con skill specialistiche.
Un altro fattore per la retribuzione è il titolo di studio. Anche in questo caso, emergono differenze tra i laureati di diverse discipline, con chi ha conseguito un titolo in Ingegneria che risulta avvantaggiato rispetto ai laureati in discipline umanistiche o economiche.
Ecco la retribuzione media alla prima esperienza in base al titolo di studio: