La pensione sociale è una prestazione assistenziale fondamentale che non dipende dal versamento dei contributi ed è erogata in favore di soggetti che si trovano in condizioni economiche disagiate al raggiungimento dei 67 anni di età anagrafica.
Questo supporto economico rappresenta una rete di sicurezza importante per chi non ha potuto maturare i requisiti contributivi necessari per accedere a una pensione ordinaria.
Analizziamo in dettaglio tutti i casi aggiornati previsti dall'INPS in cui è possibile beneficiare della pensione sociale nel 2025.
Requisiti fondamentali per ottenere la pensione sociale nel 2025
Secondo quanto stabilito dall'INPS, per ricevere la pensione sociale (oggi denominata ufficialmente assegno sociale) nel 2025 è necessario soddisfare specifiche condizioni. I requisiti essenziali per accedere a questa prestazione assistenziale sono:
- Aver compiuto 67 anni di età;
- Avere residenza effettiva in Italia;
- Possedere la cittadinanza italiana o rientrare in una delle categorie equiparate (cittadini comunitari iscritti all'Anagrafe del comune di residenza, cittadini extracomunitari familiari di cittadino comunitario, cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, cittadini stranieri o apolidi titolari dello status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria);
- Dimostrare di trovarsi in condizioni economiche di difficoltà, con redditi inferiori ai limiti stabiliti;
- Aver soggiornato legalmente e in modo continuativo in Italia per almeno 10 anni al momento della domanda.
È importante sottolineare che l'assegno sociale ha sostituito dal 1996 la vecchia pensione sociale, mantenendo la stessa funzione di tutela economica per le persone anziane in difficoltà finanziaria. A differenza delle pensioni ordinarie, questa prestazione non è reversibile ai familiari superstiti in caso di decesso del beneficiario.
Limiti di reddito per l'accesso all'assegno sociale
La valutazione della condizione economica rappresenta un elemento determinante per l'attribuzione dell'assegno sociale. Per il 2025, i limiti reddituali da rispettare sono:
- Per i soggetti non coniugati: reddito personale annuo inferiore a 7.002,97 euro;
- Per i soggetti coniugati: reddito coniugale annuo inferiore a 14.005,94 euro.
Nella determinazione del reddito, l'INPS prende in considerazione numerose tipologie di entrate. I
redditi rilevanti ai fini del calcolo includono:
- Redditi soggetti a IRPEF, al netto dell'imposizione fiscale e contributiva;
- Redditi esenti da imposta, come le rendite INAIL e le pensioni erogate agli invalidi civili;
- Redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d'imposta;
- Redditi di terreni e fabbricati;
- Redditi soggetti a imposta sostitutiva (interessi bancari, titoli di stato, ecc.);
- Pensioni di guerra e pensioni dirette erogate da Stati esteri;
- Pensioni erogate agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordi;
- Assegni per alimenti.
È utile precisare che alcuni redditi sono
esclusi dal computo per la determinazione del diritto all'assegno sociale, tra cui:
- Il reddito della casa di abitazione;
- I trattamenti di fine rapporto e le relative anticipazioni;
- Le competenze arretrate soggette a tassazione separata;
- Le indennità di accompagnamento;
- Le prestazioni assistenziali non aventi carattere di continuità.
Importo dell'assegno sociale per il 2025
L'importo dell'assegno sociale viene aggiornato annualmente in base alle variazioni del costo della vita. Per il 2025, l'INPS ha stabilito che l'importo mensile dell'assegno sociale è di
538,69 euro per 13 mensilità, per un totale annuo di
7.002,97 euro.
È importante sottolineare che l'importo pieno spetta soltanto ai soggetti con reddito pari a zero. Negli altri casi, l'assegno sociale viene erogato in misura ridotta, calcolata in base alla differenza tra il limite reddituale e il reddito effettivamente posseduto. In particolare:
- Per i soggetti non coniugati con reddito inferiore al limite, l'importo dell'assegno è pari alla differenza tra 7.002,97 euro e il reddito annuo posseduto;
- Per i soggetti coniugati con reddito coniugale superiore a 7.002,97 euro ma inferiore a 14.005,94 euro, l'assegno è pari alla differenza tra il limite massimo (14.005,94 euro) e il reddito coniugale.
Per esempio, a chi ha un reddito personale pari a zero ma è sposato con una persona che guadagna 8.000 euro all'anno, spetta un assegno sociale di circa 453 euro mensili, equivalenti a 5.894,40 euro annui.
Maggiorazioni dell'assegno sociale
Per alcune categorie di beneficiari sono previste maggiorazioni dell'importo base dell'assegno sociale. In particolare:
- Per i beneficiari di età inferiore a 75 anni: è riconosciuto un incremento di 12,92 euro mensili per 13 mensilità;
- Per i beneficiari di età pari o superiore a 75 anni: è previsto un aumento di 20,66 euro mensili per 13 mensilità.
Queste maggiorazioni vengono riconosciute d'ufficio dall'INPS a partire dal mese successivo al perfezionamento dei requisiti richiesti. L'importo aggiuntivo non è soggetto a perequazione annuale.
Esiste inoltre un ulteriore incremento per coloro che hanno almeno 70 anni di età (o età inferiore in caso di contribuzione figurativa, volontaria o da riscatto che non abbia dato luogo a trattamento pensionistico, fino a un massimo di 5 anni di riduzione). Questo incremento è soggetto a perequazione annuale e viene anch'esso concesso d'ufficio dal mese successivo al perfezionamento dei requisiti.
Procedure per richiedere l'assegno sociale
La domanda per l'assegno sociale deve essere presentata esclusivamente per via telematica. Esistono diverse modalità per inoltrare la richiesta:
- Direttamente online sul sito dell'INPS, accedendo con SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di livello 2, CIE (Carta d'Identità Elettronica) 3.0 o CNS (Carta Nazionale dei Servizi);
- Tramite Contact Center INPS, chiamando il numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure il numero 06 164 164 (da rete mobile);
- Attraverso patronati o intermediari dell'INPS, che offrono assistenza gratuita per la presentazione della domanda.
Per presentare la domanda è necessario fornire:
- L'autocertificazione dei dati personali;
- La dichiarazione dei propri redditi;
- L'eventuale dichiarazione di ricovero in istituto (se applicabile).
Il termine massimo per la definizione della domanda è fissato in 45 giorni dalla data di presentazione. In caso di documentazione incompleta, il termine può essere sospeso per un periodo non superiore a 30 giorni per consentire l'integrazione necessaria.
Casi particolari: ricovero in istituto e permanenza all'estero
L'importo dell'assegno sociale può subire variazioni in caso di ricovero in istituti o comunità a carico dello Stato o di enti pubblici. In particolare:
- Se la retta è interamente a carico di un ente pubblico, l'assegno sociale viene ridotto del 50%;
- Se la retta è parzialmente a carico dell'interessato o dei suoi familiari in misura pari o superiore al 50% dell'assegno sociale, quest'ultimo viene erogato in misura intera;
- Se la retta a carico dell'interessato o dei familiari è inferiore al 50% dell'assegno sociale, quest'ultimo viene ridotto del 25%.
Per quanto riguarda la permanenza all'estero, è importante sottolineare che l'assegno sociale viene
sospeso se il beneficiario soggiorna fuori dal territorio italiano per più di 29 giorni continuativi. La sospensione decorre dal momento in cui la persona lascia il territorio nazionale. Se la sospensione si protrae per più di un anno, la prestazione viene
revocata definitivamente.
Incompatibilità e cumulo con altre prestazioni
L'assegno sociale non è cumulabile con alcune prestazioni previdenziali e assistenziali. In particolare, non hanno diritto all'assegno sociale coloro che già percepiscono:
- Rendite o prestazioni economiche previdenziali e assistenziali erogate con carattere di continuità dallo Stato, da altri enti pubblici o da Stati esteri (fatta eccezione per gli assegni familiari);
- Pensioni di guerra (ad eccezione dell'assegno vitalizio annuo agli ex combattenti della guerra 1915-18 e precedenti).
Tuttavia, l'incompatibilità non opera se l'importo dei redditi derivanti da tali prestazioni non supera il limite reddituale previsto per l'assegno sociale.
In alcuni casi specifici, l'assegno sociale può essere cumulato con l'Assegno di Inclusione (ADI), ma con alcune limitazioni. L'assegno sociale viene considerato come reddito ai fini del calcolo dell'ADI, e se il reddito familiare, comprensivo dell'assegno sociale, supera le soglie previste per l'ADI, quest'ultimo non viene erogato o viene ridotto di conseguenza.
Trasformazione della pensione di invalidità civile in assegno sociale
Al compimento dei 67 anni di età, le pensioni di invalidità civile si trasformano automaticamente in assegno sociale, a condizione che il beneficiario possieda i requisiti reddituali richiesti per quest'ultima prestazione. Questa trasformazione avviene d'ufficio da parte dell'INPS.
Se al momento della trasformazione mancano i dati reddituali aggiornati del beneficiario, l'INPS eroga l'assegno sociale base, senza maggiorazioni, in attesa delle informazioni necessarie per determinare l'importo corretto della prestazione.
Decadenza e sospensione dell'assegno sociale
L'assegno sociale può essere sospeso o revocato in diverse situazioni:
- In caso di superamento dei limiti di reddito previsti;
- In caso di trasferimento della residenza all'estero;
- In caso di soggiorno all'estero per un periodo superiore a 29 giorni continuativi;
- In caso di irreperibilità del beneficiario, accertata dall'ultimo comune di residenza;
- In caso di mancata comunicazione dei redditi all'INPS, quando richiesto.
È particolarmente importante che i beneficiari dell'assegno sociale comunichino tempestivamente all'INPS qualsiasi variazione della propria situazione reddituale o residenziale, per evitare sospensioni o revoche della prestazione. Nel caso di mancata comunicazione del reddito, l'INPS avvia un procedimento di sospensione e successiva revoca della prestazione, come stabilito dal messaggio INPS 1173 del 4 aprile 2025.
Ricorso in caso di rifiuto della domanda
Se la domanda di assegno sociale viene respinta dall'INPS, il richiedente ha la possibilità di presentare ricorso al Comitato Provinciale INPS entro 90 giorni dalla ricezione della comunicazione di rifiuto. In alternativa, è possibile avviare un'azione giudiziaria presso il Tribunale competente.
Per la presentazione del ricorso, è consigliabile rivolgersi a un patronato o a un legale specializzato in diritto previdenziale, che potrà fornire l'assistenza necessaria per la corretta predisposizione della documentazione e per seguire l'iter procedurale.
Differenze tra pensione sociale e assegno sociale
È importante chiarire che, sebbene spesso vengano utilizzati come sinonimi, "pensione sociale" e "assegno sociale" sono tecnicamente due prestazioni diverse:
- La pensione sociale era la prestazione assistenziale esistente fino al 31 dicembre 1995, riservata ai cittadini ultrasessantacinquenni in condizioni economiche disagiate;
- L'assegno sociale ha sostituito la pensione sociale a partire dal 1° gennaio 1996, mantenendo sostanzialmente gli stessi requisiti ma con alcune modifiche nei criteri di accesso e nel calcolo dell'importo.
Oggi, quando si parla genericamente di "pensione sociale", ci si riferisce in realtà all'assegno sociale, che è la prestazione attualmente in vigore. I cittadini che avevano già ottenuto la pensione sociale prima del 1996 hanno continuato a percepirla con le vecchie regole, mentre per le nuove domande si applicano i criteri dell'assegno sociale.
Assegno sociale come parametro per altre prestazioni
L'importo dell'assegno sociale serve anche come parametro di riferimento per altre prestazioni previdenziali e assistenziali. In particolare:
- Per la pensione anticipata contributiva a 64 anni, l'importo della pensione deve essere almeno pari a 3 volte l'assegno sociale (circa 1.616,04 euro mensili nel 2025), ridotto a 2,8 volte per le donne con un figlio e a 2,6 volte per le donne con due o più figli;
- Per la pensione di vecchiaia contributiva, l'importo minimo deve essere almeno pari all'assegno sociale (538,69 euro mensili nel 2025);
- Per la pensione integrativa in forma di capitale al 100%, è possibile ottenerla solo se la rendita derivante dalla conversione del 70% del montante finale è inferiore al 50% dell'assegno sociale (circa 269,34 euro mensili nel 2025).
Questi collegamenti tra l'assegno sociale e altre prestazioni previdenziali dimostrano l'importanza di questa misura come riferimento per l'intero sistema di welfare italiano.
Come prepararsi per richiedere l'assegno sociale nel 2025
Per chi si appresta a richiedere l'assegno sociale nel 2025, è utile seguire alcuni passaggi preparatori:
- Verificare il possesso dei requisiti: controllare di avere l'età richiesta (67 anni), la residenza effettiva in Italia da almeno 10 anni continuativi e redditi inferiori ai limiti previsti;
- Raccogliere la documentazione necessaria: preparare i documenti d'identità, il codice fiscale, l'eventuale permesso di soggiorno per i cittadini extracomunitari, le dichiarazioni dei redditi e altri documenti attestanti la situazione reddituale;
- Attivare l'identità digitale: ottenere lo SPID, la CIE o la CNS per poter presentare la domanda online sul sito dell'INPS;
- Consultare un patronato: rivolgersi a un patronato per ricevere assistenza gratuita nella preparazione e presentazione della domanda;
- Presentare la domanda tempestivamente: inoltrare la richiesta non appena maturati i requisiti, considerando che l'assegno decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda.
È importante ricordare che l'assegno sociale viene erogato in via provvisoria sulla base dei redditi dichiarati al momento della domanda, e che l'INPS procede annualmente alla verifica del mantenimento dei requisiti reddituali e di residenza.
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