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Come difendersi da una denuncia o accusa falsa? A chi rivolgersi, cosa fare, tempistiche e costi

di Marianna Quatraro pubblicato il
Accusa ingiusta cosa fare

Come reagire a una denuncia o accusa falsa, chi contattare, quali passi seguire. Proteggere i propri diritti con le giuste strategie di difesa

Accusare falsamente qualcuno di aver commesso un reato rappresenta un grave problema non solo morale, ma anche legale. Essere vittima di una denuncia falsa o di un'ingiusta querela comporta conseguenze pesanti per la reputazione, le emozioni e la stabilità economica di una persona. Questo fenomeno può verificarsi per diverse ragioni, spesso legate a conflitti personali, vendette o errori di valutazione. 

Cos'è un'accusa ingiusta e come riconoscerla

Un'accusa ingiusta si verifica quando una persona viene accusata di aver commesso un reato o un illecito senza che vi siano prove sufficienti o quando l'accusatore è a conoscenza della falsità di tali dichiarazioni. Questo comportamento può configurarsi nel reato di calunnia secondo l'art. 368 del Codice Penale, qualora l'accusatore denunci un individuo pur sapendo che è innocente. Le motivazioni dietro queste accuse possono variare, includendo vendette personali, conflitti lavorativi o tentativi di ottenere vantaggi.

Riconoscere un'accusa ingiusta richiede l'analisi di diversi aspetti:

  • Mancanza di prove concrete: spesso queste accuse si basano unicamente su dichiarazioni verbali prive di riscontri oggettivi come documenti, fotografie o testimoni neutrali.
  • Contraddizioni nelle dichiarazioni: l'accusatore può fornire versioni incoerenti o modificare i dettagli durante il corso delle indagini.
  • Intento malevolo: la presenza di conflitti pregressi tra accusatore e accusato può indicare una motivazione vendicativa dietro l'accusa.
In fase processuale, una testimonianza non corroborata della persona offesa potrebbe non essere sufficiente per giustificare una condanna, a meno che non sia supportata da altri elementi probatori. Inoltre, per individuare un'accusa ingiusta, è importante verificare se l'accusatore agiva con dolo, ossia piena consapevolezza dell'innocenza dell'imputato. In tali casi, quest'ultimo può avvalersi del supporto di un avvocato penalista per raccogliere prove che dimostrino la falsità delle accuse e la mala fede del querelante.

Come difendersi legalmente da un'accusa falsa

Difendersi da un'accusa falsa richiede un approccio legale efficace e strutturato. Il primo passo da compiere è rivolgersi immediatamente a un avvocato penalista, esperto nella gestione di casi simili. È importante agire tempestivamente per costruire una strategia di difesa mirata.

La difesa legale si basa primariamente sull'onere della prova. Secondo il diritto penale italiano, l'onere di dimostrare la colpevolezza di un imputato ricade sul pubblico ministero. Tuttavia, l'accusato può produrre prove a suo favore per smontare le accuse e mettere in dubbio la credibilità dell'accusatore.

Tra i passaggi chiave per difendersi, si possono individuare i seguenti:

  • Accesso al fascicolo delle indagini preliminari: è importante analizzare il materiale raccolto dalla procura per individuare eventuali contraddizioni o elementi non coerenti con la versione accusatoria.
  • Memorie difensive: il legale dell’accusato può depositare memorie per contestare formalmente le accuse e offrire una diversa interpretazione dei fatti.
  • Esame dell’imputato: l’imputato può richiedere di essere sottoposto a interrogatorio per presentare la propria versione dei fatti e rispondere direttamente alle accuse.
  • Sollecitare indagini difensive: un’agenzia investigativa autorizzata può raccogliere prove complementari, come testimonianze o documenti utili a dimostrare l’infondatezza delle accuse.
Un altro strumento è il contraddittorio durante il processo, che permette di sottoporre l’accusatore a rigorose domande per evidenziare eventuali incongruenze. In alcuni casi, potrebbe essere strategico avanzare una controquerela per calunnia, se emergesse che l’accusatore ha agito sapendo dell’innocenza dell’imputato.

Il ruolo delle indagini difensive e degli investigatori privati

Le indagini difensive costituiscono uno strumento utile per chiunque debba difendersi da un'accusa priva di fondamento. Permettono all'imputato, tramite il proprio avvocato penalista, di raccogliere prove a proprio favore secondo quanto stabilito dall'articolo 327-bis del Codice di Procedura Penale. Questo processo può includere la raccolta di documenti, la ricerca di nuovi testimoni e persino la richiesta di perizie tecniche.

Un aspetto rilevante delle indagini difensive è la possibilità di avvalersi di investigatori privati autorizzati. Questi possono agire in modo mirato per ottenere informazioni difficili da individuare attraverso metodi convenzionali, utilizzando strumenti come pedinamenti, riprese video nei limiti permessi dalla legge e l'intervista a testimoni in spazi pubblici. Ad esempio, una dichiarazione di un testimone o la comprovazione di un alibi potrebbe ribaltare l'intero processo accusatorio.

Un'agenzia investigativa, collaborando con il legale dell'imputato, offre il vantaggio di maggiore flessibilità nelle indagini rispetto ai metodi giudiziari. Tuttavia, tutte le prove raccolte devono essere conformi alle norme di legge per essere ritenute valide in sede processuale. Gli investigatori possono anche comparire in tribunale come testimoni diretti, evidenziando l'origine e la validità delle prove raccolte.

Oltre ai singoli individui, le aziende possono sfruttare le indagini difensive per proteggere il proprio patrimonio o reputazione nei confronti di accuse ingiustificate, utilizzando strumenti di controllo autorizzati per verificare il comportamento di dipendenti o collaboratori.

Risarcimenti per accusa ingiusta, cosa sapere

Un’accusa ingiusta può generare gravi danni non solo di natura economica, ma anche sul piano morale, personale e professionale. In queste circostanze, la legge italiana prevede la possibilità di richiedere un risarcimento danni.

Per ottenere il risarcimento, è necessario dimostrare che l'accusatore ha agito in mala fede, ovvero pienamente consapevole dell’innocenza della persona accusata, rispettando i criteri previsti dal reato di calunnia. Questo richiede prove tangibili sulla falsità dell’accusa e sull’intento doloso del querelante. Una volta provata l’innocenza nel procedimento penale, la vittima ha diritto a costituirsi parte civile nel processo contro l’accusatore, per richiedere il risarcimento dei danni subiti.

I danni che possono essere richiesti includono:

  • Danni patrimoniali: spese legali, perdita di opportunità lavorative e redditi mancati a causa della vicenda.
  • Danni morali: sofferenza psicologica derivante da un processo penale ingiusto.
  • Danni all'immagine: compromissione della reputazione personale o professionale.
Nel caso in cui il procedimento penale contro il falso accusatore non porti a una condanna penale, è comunque possibile avviare un procedimento civile per ottenere il risarcimento. Tale azione può essere intrapresa anche se il giudice penale non riconosce il reato di calunnia, purché si dimostri che l’accusa infondata ha causato danni oggettivi all’accusato.
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