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Come fare domanda per votare fuori sede nei referendum 8-9 Giugno 2025. Istruzioni e tempi da Ministero Interno

di Marianna Quatraro pubblicato il
votare fuori referendum

Quali sono le modalità e le procedure di voto per il referendum sul lavoro di giugno per chi è fuori sede: ecco cosa e come fare

Come si può fare domanda per votare fuori sede ai referendum dell’8-9 giugno 2025? Il prossimo giugno 2025, gli italiani saranno chiamati a votare su diversi quesiti referendari sul lavoro, ma anche sulla cittadinanza italiana.

Potranno votare tutti, come democraticamente stabilisce la legge, e anche chi è fuori sede, per motivi di studio, o di lavoro, o di cura. Vediamo come si potrà fare.

  • Le istruzioni per dare domanda per votare fuori sede
  • Cosa prevedono i quesiti del referendum

Le istruzioni per dare domanda per votare fuori sede

Per poter votare se si è fuori sede, bisogna fare domanda al Comune di domicilio entro e non oltre il 4 maggio.

La procedura prevede la compilazione di un modulo disponibile sul sito del ministero dell'Interno in cui si devono inserire le proprie generalità e il motivo per cui si chiede di votare fuori sede (studio, lavoro o cura). 

Al modulo si devono anche allegare una copia di un documento di riconoscimento in corso di validità; la copia della tessera elettorale e la copia della certificazione o della documentazione che attesti la condizione di elettore fuori sede.

Precisiamo che ogni Comune ha adottato le proprie modalità, che quindi possono essere diverse: in alcuni si può inviare la richiesta solo via Pec o mail, in altri si può consegnarla anche fisicamente all'ufficio elettorale, mentre in altri ancora è previsto l'accesso tramite Spid. 

Se la domanda viene accolta, entro il 3 giugno i Comuni devono inviare ai richiedenti la certificazione di ammissione al voto da presentata alle sezioni elettorali a cui si è stati assegnati per permettere di votare.

Ricordiamo che il giorno del voto, l’elettore deve presentarsi con l’attestazione ricevuta e un documento di identità valido e dovrà decidere se votare sì o no ai quesiti riportati. 

Ma cosa prevedono i quesiti del referendum

Il referendum in programma a giugno si articola in quattro quesiti sul diritto del lavoro che riguardano, in particolare:

  • l’abrogazione del contratto di lavoro a tutele crescenti- Disciplina dei licenziamenti illegittimi;
  • l’abrogazione parziale relativa a Piccole imprese- Licenziamenti e relativa indennità;
  • abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi;
  • esclusione della responsabilità solidale del committente, dell'appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell'attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: abrogazione.
Relativamente al quesito sulla cittadinanza italiana, prevede una riduzione da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana.

Votando sì, si potrebbero rafforzare le tutele dei lavoratori contro licenziamenti arbitrari, nonché limitare l'abuso dei contratti a termine, favorendo la stabilizzazione, aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro grazie a controlli più stringenti sui subappalti e contribuire all’evoluzione del diritto del lavoro, includendo le nuove forme di occupazione digitale. 

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