Mentre il rimborso automatico è un processo standard e relativamente semplice, il risarcimento danni richiede una procedura più complessa.
Quando si parla di ritardi dei treni Trenitalia, esistono due tipi principali di compensazione per i passeggeri: il rimborso automatico del biglietto e il risarcimento danni.
Mentre il rimborso automatico riguarda un'indennità fissa basata sul ritardo accumulato, il risarcimento danni può risultare superiore in casi specifici e ben documentati. Vediamo meglio, anche quando è il caso di farsi affiancare da un avvocato:
In un caso specifico, un pendolare ha ottenuto un risarcimento di 1.400 euro - composto da 1.000 euro per danni esistenziali e 400 euro di risarcimento aggiuntivo - dopo essere rimasto bloccato per 24 ore su un treno a causa del maltempo. In casi particolarmente gravi, dove il disagio subito dai passeggeri è stato notevole, il risarcimento danni può essere molto più alto rispetto al rimborso automatico previsto dalle politiche standard di Trenitalia.
Il risarcimento danni è applicabile quando il ritardo è imputabile direttamente alla compagnia ferroviaria e ha causato un disagio rilevante, come lesioni esistenziali, mancata assistenza, o gravi disagi fisici. Bisogna quindi raccogliere prove del disservizio subito, come testimonianze, fotografie o video, e presentare una richiesta formale di risarcimento, che può richiedere l'intervento di un avvocato se la compagnia non accetta di indennizzare il passeggero.
Richiedere un risarcimento a Trenitalia che sia più alto del rimborso automatico del biglietto è possibile, ma richiede un approccio strutturato e la raccolta di prove adeguate, e magari farsi supportare da un avvocato esperto in diritto dei trasporti o in diritto del consumatore. Questo tipo di risarcimento è solitamente associato a danni esistenziali o morali che vanno oltre il semplice disagio economico derivante dal ritardo.
La prima cosa da fare è documentare in modo dettagliato il disservizio subito e dunque conservare il biglietto del treno e qualsiasi ricevuta o documento relativo al viaggio. In termini pratici significa registrare l'orario effettivo di arrivo rispetto a quello previsto. Quindi scattare foto o fare video che dimostrino il disservizio (ad esempio, condizioni disagevoli a bordo, mancanza di riscaldamento, sovraffollamento). Poi raccogliere testimonianze di altri passeggeri che abbiano vissuto lo stesso disagio.
Per poter richiedere un risarcimento superiore al semplice rimborso occorre dimostrare che il ritardo ha causato un danno che va oltre il disagio economico: Il danno esistenziale si verifica quando il ritardo provoca una lesione significativa alla qualità della vita del passeggero. Ad esempio, essere bloccati su un treno per molte ore senza cibo, acqua o informazioni adeguate, come avvenuto nel caso analizzato dalla Corte di Cassazione, che ha riconosciuto un risarcimento di 1.400 euro a un passeggero. Il danno morale o psicologico può essere richiesto se il ritardo ha causato ansia, stress o altre forme di disagio emotivo.
Il passo successivo è presentare un reclamo formale a Trenitalia che comprende la descrizione dettagliata del disservizio, le prove raccolte (foto, video, testimonianze), la richiesta esplicita di risarcimento per danni esistenziali o morali, indicando perché il semplice rimborso non è sufficiente. Se Trenitalia non risponde in modo soddisfacente al reclamo, è possibile tentare una conciliazione tramite organismi preposti o attraverso associazioni di consumatori. In casi più gravi, può essere necessario avviare un'azione legale. La giurisprudenza della Corte di Cassazione fornisce un precedente utile per ottenere risarcimenti più elevati, soprattutto se si riesce a dimostrare un danno.
Per la quantificazione del danno, il giudice può fare riferimento alle tabelle del Tribunale di Milano, utilizzate per stimare il valore dei danni non patrimoniali. Queste tabelle sono uno strumento comune nelle cause civili per danni esistenziali o morali e possono aiutare a stabilire l'entità del risarcimento.