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Come pagare l'Imu 2025 in ritardo dopo la scadenza e pagare meno sanzioni possibili

di Marianna Quatraro pubblicato il
Come pagare Imu 2025 ritardo dopo scaden

Quali sono le soluzioni per pagare l'Imu in ritardo senza elevate sanzioni e come fare

Dimenticare una scadenza fiscale può avvenire a chiunque, ma quando si tratta dell’Imposta Municipale Unica, Imu, le conseguenze possono essere gestite. Nel caso del 2025, pagare l’imposta sugli immobili oltre il termine previsto non significa automaticamente incorrere nelle sanzioni più pesanti, grazie alla possibilità offerta dal ravvedimento operoso. Questa procedura consente ai contribuenti di regolarizzare il versamento tardivo minimizzando le penalità, a patto che si agisca prima dell’avvio delle attività formali di accertamento da parte del Comune. 

Scadenze IMU 2025: chi deve pagare e quando

L’IMU rappresenta un tributo essenziale per il finanziamento dei Comuni ed è dovuta dai possessori di immobili diversi dall’abitazione principale (salvo che si tratti di abitazioni di lusso nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9). Tra i soggetti obbligati al pagamento si annoverano:

  • proprietari di fabbricati, aree edificabili e terreni agricoli;
  • titolari di diritti reali quali usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie;
  • concessionari di aree demaniali;
  • locatari in caso di leasing immobiliare.
Per il 2025, il calendario delle scadenze Imu è il seguente:
  • Acconto: 16 giugno 2025;
  • Saldo: 16 dicembre 2025.
L’importo dell’acconto corrisponde di norma al 50% dell’imposta totale annua, calcolata sulle aliquote vigenti nell’anno precedente, se quelle nuove non sono ancora state deliberate dal Comune. La seconda rata di saldo si paga entro dicembre, considerando le aliquote pubblicate sul Prospetto delle aliquote ministeriale dal proprio Comune di riferimento.

Si segnala che l’IMU non è dovuta per l’abitazione principale non di lusso e per le pertinenze (con limiti), nonché per specifiche casistiche come immobili occupati abusivamente o destinati ad usi particolari (ad es. edilizia sociale).

Ravvedimento operoso: come pagare l’IMU 2025 in ritardo e ridurre le sanzioni

In caso di mancato pagamento entro i termini, la normativa permette al contribuente di sanare spontaneamente la posizione irregolare optando per il ravvedimento operoso, che consente il versamento dell’IMU dovuta accompagnato da sanzioni ridotte rispetto al regime ordinario, oltre agli interessi legali calcolati in base al ritardo.

Il vantaggio principale del ravvedimento risiede nel fatto che quanto più tempestivo è il pagamento rispetto alla scadenza, tanto più contenuta sarà la sanzione applicata. Ciò si traduce in una reale opportunità di risparmio sulle penalità, purché non siano già intervenuti atti impositivi, quali avvisi di accertamento o comunicazioni formali da parte del Comune.

La procedura prevede che il contribuente calcoli l’imposta dovuta, sommi la sanzione così ridotta e gli interessi e versi il totale utilizzando il modulo di pagamento F24, avendo cura di barrare la casella specifica riservata al ravvedimento. La possibilità di ravvedersi riguarda sia l'acconto sia il saldo IMU, e si applica fino ai limiti temporali previsti dalla legge per ciascuna modalità (dai 14 giorni fino a oltre un anno dalla scadenza, o comunque fino a ricevimento di comunicazione dal Comune).

Le sanzioni ridotte e le tempistiche per ogni modalità di ravvedimento

Le modalità di ravvedimento previste dalla normativa si articolano in relazione al tempo intercorso tra la scadenza originaria e il momento della regolarizzazione, applicando aliquote e percentuali distinte:

  • Ravvedimento sprint: pagamento entro 14 giorni dalla scadenza con sanzione ridotta a 0,083% per ogni giorno di ritardo;
  • Ravvedimento breve: dal 15° al 30° giorno successivo alla scadenza, sanzione fissata all’1,25% sull’importo dovuto;
  • Ravvedimento intermedio: dal 31° al 90° giorno, sanzione dell’1,39%;
  • Ravvedimento lungo: dopo 90 giorni ed entro un anno, la penalità sale al 3,125%;
  • Ravvedimento oltre un anno: regolarizzazione oltre i dodici mesi, con sanzione aumentata al 3,572%;
  • Dopo comunicazione ufficiale: sanzione del 4,17% (1/6 della base), solo se non preceduto da accertamento formale e senza richiesta di adesione.
La seguente tabella sintetizza le aliquote applicabili in base ai ritardi:
Tempi di regolarizzazione Sanzione applicata
Entro 14 giorni (sprint) 0,083% al giorno
Dal 15° al 30° giorno 1,25%
Dal 31° al 90° giorno 1,39%
Oltre 90 giorni ed entro 1 anno 3,125%
Oltre 1 anno 3,572%
Dopo comunicazione formale 4,17%

È importante ricordare che il ravvedimento non è più consentito una volta ricevuto l’atto di accertamento vero e proprio.

Come calcolare interessi e sanzioni per il ravvedimento IMU 2025

La determinazione dell’esborso per il ravvedimento prevede il calcolo puntuale non solo dell’imposta dovuta, ma anche delle maggiorazioni di legge:

  • Sanzione: si applica la percentuale prevista in base al ritardo, come illustrato in precedenza.
  • Interessi legali: gli interessi sono calcolati al tasso annuo legale vigente, che per il 2025 è stato fissato al 2%. La formula prevede:
Interessi = Importo dovuto x 2% x (giorni di ritardo) / 365
Ad esempio, su un importo di 1.000 euro pagato con 20 giorni di ritardo, l’interesse sarà di circa 1,10 euro.

Per il ravvedimento IMU il calcolo corretto delle sanzioni e degli interessi risulta cruciale per evitare contestazioni successive. Il contribuente deve sempre prestare attenzione alle delibere comunali, che fissano le aliquote da applicare per ciascun anno di riferimento, verificabili sul portale del MEF Dipartimento Finanze.

Procedura per il pagamento tardivo: compilazione modello F24 e altri strumenti

La regolarizzazione di IMU non versata si esegue principalmente attraverso il modello F24, che consente anche l’eventuale compensazione di crediti fiscali.

  • Dati richiesti: codice catastale del Comune, codice tributo specifico (ad esempio 3912 per abitazione principale non esente, 3918 per gli altri immobili), anno di riferimento, importi dovuti e la quota riferibile all’ente comunale.
  • Casella “Ravvedimento”: da barrare per segnalare il pagamento tardivo e usufruire delle sanzioni ridotte.
I codici tributo e le istruzioni sono reperibili sulle piattaforme dell’Agenzia delle Entrate e MEF. In alternativa, il versamento può essere effettuato tramite bollettino postale dedicato (meno utilizzato), in cui vanno indicati gli stessi dati identificativi.

Precisiamo che al momento non è ancora utilizzabile la piattaforma PagoPA per l’IMU. 

Conseguenze del mancato pagamento: accertamenti, riscossioni e prescrizione

L’omesso versamento non regolarizzato comporta una serie di conseguenze rilevanti:

  • Sanzione ordinaria del 25% applicata sull’imposta non corrisposta (ridotta dal 30% dopo il 1° settembre 2024;
  • Interessi su base legale per ogni giorno di ritardo;
  • Possibili sanzioni gravi per omessa o infedele dichiarazione: dal 40% al 200% in funzione della violazione e della tempestività della regolarizzazione.
In caso di mancato ravvedimento e ricevimento dell’avviso di accertamento, si attiva la riscossione coattiva: il Comune può ricorrere a fermo amministrativo, pignoramenti su conti o stipendi, ipoteche sugli immobili.

La prescrizione del debito IMU interviene in cinque anni dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui era dovuto il versamento. Tutti gli atti interruttivi, come accertamenti o ingiunzioni, rinnovano il termine.

Agevolazioni, esenzioni e riduzioni sull’IMU: chi può non pagare o pagare meno

La normativa prevede numerose esenzioni e riduzioni IMU per particolari soggetti e tipologie immobiliare. Le principali sono:

  • Abitazione principale non di lusso e relative pertinenze (una per categoria C/2, C/6 e C/7 per ogni contribuente);
  • Immobili occupati abusivamente, previa presentazione di idonea denuncia;
  • Case concesse a titolo gratuito a parenti di primo grado in possesso dei requisiti e con residenza nel Comune;
  • Immobili storici o artistici;
  • Abitazioni locate a canone concordato (riduzione del 25% della base imponibile);
  • Immobili inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati (riduzione del 50% della base);
  • Pensionati residenti all’estero per un solo immobile (riduzione del 50%);
  • Terreni agricoli di coltivatori diretti/IAP e altre casistiche specificate nel pros


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