Nell'ambito del processo di revisione delle discipline che regolano le professioni ordinistiche, il recente intervento normativo promosso dal Governo ha suscitato ampio dibattito in ambito giuridico e professionale. Mentre sono stati adottati provvedimenti di riorganizzazione per gli ordinamenti forensi e sanitari, nonché una riforma generale delle professioni, il segmento legato a dottori commercialisti ed esperti contabili è stato oggetto di uno slittamento nella calendarizzazione legislativa.
Questa decisione, intervenuta nel corso della seduta del Consiglio dei Ministri del 4 settembre 2025, ha evidenziato una gestione differenziata dei profili professionali regolamentati dallo Stato. L'evidente esclusione temporanea dei commercialisti dal percorso di riforma immediato ha generato non solo una riflessione sulla specificità della categoria ma anche interrogativi sulle priorità del legislatore, sulle modalità di coinvolgimento degli ordini professionali e sulle prospettive di sviluppo della competitività professionale nel contesto italiano ed europeo nel quadro dei prossimi appuntamenti e incontri.
Il percorso della riforma: motivazioni, rinvii e tappe legislative
L'istanza di rinnovamento degli ordinamenti professionali deriva da profonde trasformazioni nei settori socio-economici e dagli effetti della normativa europea sulla concorrenza tra professionisti. Il processo legislativo in atto ha visto la presentazione di più disegni di legge delega, tra cui quello relativo alla riforma professioni commercialisti, rimandato a successiva discussione dal Consiglio dei Ministri.
Dall'analisi delle motivazioni dei commercialisti emergono due leve principali: la necessità di adeguare regole e strutture al mutato contesto socio-produttivo e il tentativo di stimolare l'ingresso di nuove generazioni, così da contrastare l'invecchiamento della popolazione professionale evidenziato da dati demografici (calo degli under 40 e aumento significativo degli over 60 tra gli iscritti agli albi).
Il percorso legislativo della riforma si sviluppa su più fasi:
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Presa in carico da parte del Governo e predisposizione degli schemi di legge delega.
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Esame preliminare in Consiglio dei Ministri, che può comportare rinvii per esigenze di coordinamento politico o organizzativo.
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Assegnazione degli schemi alle commissioni parlamentari per il parere consultivo, in un termine di 30 giorni.
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Redazione dei decreti attuativi entro dodici mesi dall'approvazione della delega, con successivo parere parlamentare e definizione del testo definitivo.
Contenuti principali della proposta di riforma per i commercialisti
Il disegno di legge delega relativo all'ordinamento di dottori commercialisti ed esperti contabili si presenta con una struttura articolata e diversi punti qualificanti. Tra i nuclei normativi di maggiore interesse si annoverano:
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Ridefinizione delle competenze professionali: Le attività tipiche sono state aggiornate per includere settori come la consulenza tributaria, contabile, economico-aziendale, la gestione delle crisi d'impresa e la mediazione, al fine di allineare il profilo professionale alle attuali esigenze di mercato.
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Disciplina dell'esercizio collettivo: Introduzione di norme per l'attività in forma associata o societaria, favorendo la competitività e la qualità dei servizi.
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Riforma del sistema elettorale degli organi: Si ipotizza un modello misto volto a garantire rappresentanza diretta e trasparenza, con uno schema elettivo che prevede il 50% dei componenti eletti dagli iscritti e il restante 50% dai consiglieri degli ordini territoriali.
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Applicazione dell'equo compenso: Estensione dell'obbligo di proporzionalità ed equità nei compensi a favore dei professionisti, rafforzando il potere contrattuale nei confronti dei vari tipi di clienti.
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Revisione della disciplina del tirocinio: Viene introdotta la possibilità di svolgere parte del tirocinio contestualmente alla laurea magistrale, per diminuire i tempi di accesso alla professione e favorire l'occupazione giovanile.
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Specializzazioni e formazione continua: Previste nuove norme sulle specializzazioni, con la creazione di elenchi interni all'albo e un rafforzamento della formazione su tecnologie innovative e intelligenza artificiale.
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Rinforzo della responsabilità: Introduzione dell'obbligo di polizza assicurativa professionale collettiva, per accrescere le tutele degli utenti e la sicurezza professionale.
Le reazioni della categoria: posizioni e criticità evidenziate da ANC, ADC e altri Ordini
L'iter della
riforma professioni commercialisti ha incontrato un acceso confronto interno alla categoria, sfociato in posizioni divergenti tra organi nazionali, associazioni rappresentative e Ordini locali. In particolare, l'Associazione Nazionale Commercialisti (ANC) e l'Associazione Dottori Commercialisti (ADC) hanno espresso perplessità sia sul metodo sia sul merito del provvedimento. ANC ha formalmente sollecitato il rinvio dell'iter, ponendo l'accento su rischi di interferenza con i processi elettorali in corso, la legittimità del Consiglio nazionale uscente, la potenziale insorgenza di contenziosi e l'assenza di reale confronto con la base.
Secondo queste voci, la riforma rischierebbe di apparire come una normativa imposta dall'alto, compromettendo la condivisione democratica all'interno della categoria e la rappresentatività delle nuove governance che si formeranno al prossimo turno elettorale. Analogamente, le federazioni sindacali (ADC, ANC, ANDOC, UNICO) hanno chiesto al Governo una pausa di riflessione, evidenziando possibili criticità nel nuovo sistema elettorale, nei rapporti con la previdenza di categoria e nel rispetto dei principi costituzionali di trasparenza e partecipazione.
Una parte degli Ordini territoriali, tra cui Milano e Roma, ha lamentato lo scarso coinvolgimento nell'elaborazione del testo e la redistribuzione dei poteri che il nuovo assetto elettorale comporterebbe. La tesi avanzata è quella di un percorso che, pur dichiaratamente inclusivo, rischia di generare conflittualità e incognite sulla corretta rappresentanza dell'intera categoria.
Obiettivi dichiarati e impatti attesi della riforma su competitività e accesso alla professione
Tra le direttrici principali della riforma emergono il rafforzamento dell'attrattività della professione e la promozione della competitività sul mercato nazionale e internazionale. Dal quadro normativo e dalle comunicazioni istituzionali, il principale obiettivo è quello di aggiornare la regolamentazione superando barriere normative e burocratiche che riducono il ricambio generazionale e complicano l'accesso al mercato, con particolare attenzione ai giovani laureati. Riassumendo:
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Modernizzazione: L'introduzione di regole più flessibili per il tirocinio e la incentivazione delle specializzazioni sono indirizzate a valorizzare nuove competenze, rendendo il profilo del commercialista più attuale.
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Inclusione: Le modifiche proposte sostengono la parità di genere e il ricambio negli organi direttivi, infondendo trasparenza e una governance più rappresentativa.
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Tutela: L'estensione dell'obbligo assicurativo collettivo mira a rafforzare laprotezione dei clienti e ad accrescere la fiducia nei confronti della categoria.
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Sostenibilità previdenziale: Le misure relative al periodo di tirocinio anticipato non dovrebbero minacciare gli equilibri del sistema previdenziale di categoria, come chiarito dal Consiglio nazionale.
Le prossime date e nuovi incontri per la riforma della professione di commercialista
Dopo il rinvio del disegno di legge delega, il calendario dei lavori prevede alcuni incontri determinanti per il completamento dell'iter riformatore:
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Consiglio dei Ministri: L'esame definitivo della proposta è atteso in una delle prossime riunioni del Governo.
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Adozione dei decreti attuativi: Il provvedimento, una volta approvato, prevede dodici mesi per l'elaborazione dei decreti attuativi da parte del Ministero della Giustizia, in coordinamento con il Ministero dell'Università e previa consultazione del Consiglio Nazionale dei Commercialisti.
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Scadenze elettorali: Il rinnovo degli organi degli Ordini territoriali è fissato per febbraio 2026, mentre quello del Consiglio nazionale sarà ad aprile dello stesso anno, influenzando in maniera significativa il contesto decisionale.