Il sistema delle professioni regolamentate in Italia affronta, dopo oltre tredici anni dal precedente riordino, un processo di profonda revisione normativa. L'attuale intervento legislativo, promosso con più disegni di legge delega dal Governo attraverso i Ministeri della Giustizia, del Lavoro e della Salute, mira a riscrivere le regole di accesso, esercizio e organizzazione di numerosi settori professionali. La riforma dei professionisti nasce dall'esigenza di superare la frammentazione normativa e le stratificazioni regolamentari che hanno generato sovrapposizioni di competenze, incertezze applicative e disomogeneità tra i diversi ambiti ordinistici.
Il progetto governativo intende adeguare il quadro regolatorio ai cambiamenti socio-economici del Paese e agli standard europei, intervenendo su formazione, governance, compensi e disciplina degli Ordini, con l'obiettivo di promuovere l'autonomia intellettuale, l'indipendenza degli operatori e favorire l'aggiornamento costante delle competenze.
Le categorie professionali coinvolte nella riforma e le principali esclusioni
Il complesso delle misure concerne specifiche categorie, con ampi riflessi su oltre 1,6 milioni di iscritti agli Albi. Tra le professioni interessate dal riordino si annoverano:
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architetti e ingegneri, inclusi diversi rami specialistici dell'ingegneria
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consulenti del lavoro
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geometri
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periti industriali e agrari
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attuari
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altre professioni tecniche e intellettuali elencate nei decreti di settore
L'intento è definire i confini e le specificità di ciascuna professione per prevenire le cosiddette “invasioni di campo” tra competenze e attività riservate. Tuttavia, il testo della legge delega, nella versione attualmente approvata, esclude temporaneamente alcune categorie chiave come avvocati, notai, commercialisti, esperti contabili, nonché le professioni sanitarie, fisici, chimici e biologi.
Per queste sono previsti, o in corso di definizione, disegni di legge separati, a tutela delle numerose e complesse peculiarità normative di cui sono portatrici. Gli esclusi, in particolare, sono regolamentati da provvedimenti dedicati che tengono conto sia delle riforme ordinarie sia della delicatezza delle materie trattate.
I principi cardine della riforma: equo compenso, formazione e governance
L'intervento normativo sui professionisti ruota intorno a una serie articolata di principi guida, con lo scopo di garantire trasparenza, equità e aggiornamento in ogni fase del percorso professionale. Tra le principali innovazioni spicca la generalizzazione del principio di equo compenso, che impone l'adozione di parametri chiari nel rapporto tra professionista e cliente, anche nelle relazioni con soggetti “forti” come banche e assicurazioni. Viene demandata agli Ordini la revisione dei parametri di riferimento per compensi proporzionati alla quantità e qualità delle prestazioni. Le caratteristiche di fondo sono:
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Formazione continua: la riforma prevede il rafforzamento dell'obbligo di aggiornamento, introducendo una quota di crediti destinata specificamente alle nuove tecnologie, inclusa l'intelligenza artificiale, e alla digitalizzazione.
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Specializzazioni e certificazioni: le categorie che lo richiedano potranno attivare percorsi di specializzazione riconosciuti e certificazioni delle competenze, favorendo una maggiore selettività e differenziazione interna agli Albi.
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Governance degli organi professionali: l'architettura normativa assicura parità di genere nella composizione delle liste elettorali e degli organi degli Ordini, promuove rappresentanza meritocratica e introduce la possibilità di svolgere elezioni online.
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Tutele: il testo introduce la possibilità di rinviare scadenze tributarie e contributive per cause gravi (malattia, infortunio, maternità), con l'ampliamento delle condizioni di salvaguardia per la continuità professionale.
La riforma si propone, inoltre, di aggiornare la disciplina dei tirocini e dell'esame di Stato, eliminando barriere eccessive e valorizzando percorsi formativi più aderenti alle esigenze del mercato del lavoro.
Le novità per la disciplina degli Ordini e Albi professionali
L'impianto di revisione degli Ordini mira a rafforzarne la struttura pubblicistica, limitando l'uso del titolo professionale ai soli iscritti e rendendo più snello il sistema di vigilanza. Gli Ordini vengono inquadrati come enti pubblici non economici di natura associativa, responsabili dell'adozione, aggiornamento e vigilanza del codice deontologico e chiamati a garantire qualità, trasparenza e meritocrazia tramite:
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Consigli di disciplina (interni, non più nominati dai tribunali ma dagli stessi organi territoriali e nazionali, garantendo maggiore autonomia e rapidità nei procedimenti disciplinari)
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Polizza assicurativa obbligatoria (con possibilità di convenzioni collettive stipulate dagli Ordini nazionali per la tutela della responsabilità professionale degli iscritti)
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Definizione di attività riservate ed incompatibilità, per chiarire le competenze e prevenire interpretazioni elusive delle norme specialistiche
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Aggiornamento obbligatorio del codice deontologico, adattando le regole anche alle nuove tecnologie e alla digitalizzazione delle prestazioni
La delega legislativa prevede, inoltre, nuove modalità di elezione dei Consigli, introducendo rappresentanza di genere tramite quote, preferenze doppie e alternanza nei candidati, con una particolare attenzione all'affidabilità dei procedimenti e alla tutela dei diritti di difesa nelle procedure disciplinari, incluse le riunioni in modalità telematica.
Specificità della riforma per avvocati e commercialisti
L'avvocatura e l'area dei dottori commercialisti ed esperti contabili sono destinatarie di provvedimenti ad hoc, data la rilevanza sociale e il portato normativo di queste professioni. Per i primi, il testo elaborato dal Consiglio Nazionale Forense sancisce l'esclusività delle competenze legali esercitate in modo continuativo e connesse all'attività giurisdizionale. Viene riaffermata la libertà e l'indipendenza del professionista, il ritorno al giuramento professionale e l'obbligo per il CNF di curare il codice deontologico. In pratica:
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Reti forensi e società tra professionisti: la riforma consente la creazione di reti professionali, incluse strutture multidisciplinari, purché i legali mantengano la quota di maggioranza in capitale, diritti di voto e partecipazione agli utili nelle STP.
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Compatibilità e incompatibilità: viene ampliato l'elenco degli incarichi compatibili (ad esempio, amministratore di società di capitali, amministratore di condominio), mantenendo distinte le attività ritenute incompatibili con l'esercizio.
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Monocommittenza: l'attività in regime continuativo è inquadrata come prestazione intellettuale autonoma, senza sfociare in rapporti di subordinazione.
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Accesso e formazione: vengono razionalizzati i percorsi di tirocinio e rilevate nuove regole per la specializzazione.
Per i commercialisti, la bozza di riforma punta a rendere il sistema più aperto alle aggregazioni, con tirocinio retribuito e un nuovo sistema elettorale, meno restrittivo nelle incompatibilità e più flessibile nelle forme associative. La revisione delle modalità di voto e di rappresentanza interna mira a garantire la partecipazione diretta degli iscritti e a favorire l'innovazione nei percorsi di accesso, mantenendo la specificità delle funzioni contabili e fiscali nel rispetto della separazione dalle attribuzioni dei legali.
Le riforme per le professioni sanitarie: scudo penale e innovazione formativa
Il comparto sanitario è oggetto di un disegno di legge separato, che interviene sia sulla responsabilità penale sia sulla formazione delle figure sanitarie. Lo “scudo penale” viene introdotto limitando la punibilità del professionista sanitario ai soli casi di colpa grave, ove siano state osservate le linee guida ministeriali o le buone pratiche cliniche adeguate al caso concreto. La norma giuridica considera anche i fattori contestuali quali scarsità di risorse o complessità organizzative. Emergono allora:
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Modernizzazione della formazione: è avviato un processo di significativo aggiornamento dei percorsi di studio, integrando competenze tecnologiche e multidisciplinari per rispondere alle esigenze di una sanità in costante trasformazione.
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Specializzazioni integrate: per alcune categorie, tra cui biologi e infermieri, è prevista una ridefinizione delle specializzazioni e lo sviluppo di nuove aree formative legate a biotecnologie, genomica, bioinformatica e nutrizione avanzata.
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Coordinamento normativo: viene confermata la necessità di uniformare le regole di accesso e aggiornamento continuo a standard europei e planificare controlli più serrati sugli Ordini sanitari.
Le novità introdotte ridefiniscono la posizione e le tutele di una platea estesa di professionisti. Il riconoscimento del contributo economico, culturale e sociale portato dalle diverse professionalità diviene uno degli assi portanti del provvedimento. Gli interventi in materia di equo compenso, formazione e governance puntano ad innalzare la qualità delle prestazioni e a sostenere il ricambio generazionale all'interno delle categorie.
Queste misure dovrebbero inoltre incentivare la competitività e l'aggiornamento delle pratiche professionali, adeguando il comparto italiano alle best practice internazionali.
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