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Con quale sistema conviene di piů andare in pensione anticipata nel 2025. Analisi casi, confronti ed esempi

di Marianna Quatraro pubblicato il
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sistemi pensione anticipata

Cosa prevedono i sistemi per andare in pensione prima nel 2025 e quando e a chi convengono a seconda dei diversi singoli casi

Sono diversi i sistemi che permettono di andare in pensione prima nel 2025 rispetto ai normali requisiti richiesti per la pensione di vecchiaia, cioè 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. Si tratta di forme di uscita anticipata ancora una volta temporanee, nell'attesa di una vera e propria riforma delle pensioni strutturale che possa finalmente rivedere gli attuali requisiti pensionistici previsti dalla Legge Fornero.

Quale sistema è il più conveniente per andare in pensione anticipata nel 2025

Non esiste, in realtà, un sistema per andare in pensione anticipata nel 2025 più conveniente per tutti in generale. La scelta migliore dipende dalla situazione personale, dal percorso lavorativo e dalla storia contributiva di ogni singolo lavoratore.

Tutto dipende dai singoli casi e dalle condizioni individuali dei lavoratori che puntano alla pensione, tra cui lavoratori usuranti, lavoratori precoci, donne con figli, o semplicemente chi sceglie di uscire prima perché stanco di lavorare o per motivi di salute.

Per identificare il sistema più vantaggioso nel proprio caso specifico, è necessario analizzare attentamente alcuni fattori chiave:

  • L'età anagrafica attuale
  • Gli anni di contributi maturati
  • La categoria professionale di appartenenza
  • La presenza di eventuali condizioni particolari (invalidità, caregiver, ecc.)
  • L'importo dell'assegno pensionistico desiderato
Confrontando tutte le opzioni disponibili in base a questi parametri, si può individuare la soluzione più adatta alle proprie esigenze.

Andare in pensione prima con la quota 103 nel 2025

Uno dei sistemi che permette di andare in pensione anticipata nel 2025 è la quota 103, che consente di lasciare il lavoro a 62 anni di età e con almeno 41 anni di contributi. Rispetto agli anni precedenti, sono aumentate le cosiddette finestre mobili, ovvero il periodo di tempo che intercorre tra la maturazione dei requisiti richiesti e l'uscita effettiva dal lavoro, passando da tre a sette mesi per i lavoratori dipendenti privati e da sei mesi a nove mesi per i lavoratori dipendenti pubblici.

Questo sistema per andare in pensione anticipata conviene a chi ha iniziato a lavorare relativamente presto e raggiunge i contributi richiesti, per cui non ha bisogno di attendere i 67 anni di età. Con Quota 103 si percepisce un importo relativamente ridotto di pensione, a causa del minor tempo di contributi versati (considerando la differenza tra 62 e 67 anni) e per il calcolo esclusivamente contributivo.

È importante sottolineare che la riduzione dell'importo non è permanente, ma rimane in vigore fino alla maturazione dei normali requisiti pensionistici, quando poi l'importo spettante viene ricalcolato secondo le regole vigenti.

Inoltre, dal 2024, confermato anche per il 2025, l'importo massimo dell'assegno pensionistico con Quota 103 non può superare 4 volte il trattamento minimo INPS, creando così un tetto massimo all'importo percepibile fino al raggiungimento dell'età per la pensione di vecchiaia.

Andare in pensione prima con opzione donna 2025, quando conviene

Alle donne lavoratrici e soprattutto con figli può convenire andare in pensione prima con opzione donna 2025, i cui requisiti richiesti per il prossimo anno sono di 61 anni di età, sia per le lavoratrici dipendenti che per le lavoratrici autonome, con anticipo sul requisito anagrafico di un anno per ogni figlio, entro un massimo di due, per cui si può andare in pensione a 60 anni se si ha un figlio e a 59 se si hanno due o più figli.

Per andare in pensione prima nel 2025 con opzione donna bisogna maturare 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2024, ma per la pensione definitiva con opzione donna sono previste finestre mobili che sono di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le lavoratrici autonome. Le lavoratrici che decidono di uscire prima nel 2025 con opzione donna devono accettare il calcolo della pensione esclusivamente con sistema contributivo finale.

Forse a causa del calcolo esclusivamente contributivo, andare in pensione prima con opzione donna non è poi così conveniente. A differenza di altri sistemi che permettono di uscire prima, i tagli calcolati sull'importo finale restano per sempre e possono rappresentare una significativa riduzione dell'assegno pensionistico, talvolta fino al 25-30% rispetto al calcolo con il sistema misto.

Non tutte le donne possono, però, andare in pensione anticipata nel 2025 con opzione donna, perché si tratta di un sistema che vale esclusivamente per donne che rientrano in specifiche categorie:

  • Donne licenziate o dipendenti in aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero
  • Donne con una disabilità riconosciuta superiore al 74%
  • Caregiver che assistono da almeno 6 mesi dal momento della domanda persone disabili conviventi, con handicap grave e legge 104
Queste restrizioni, introdotte negli ultimi anni, hanno drasticamente ridotto il numero di lavoratrici che possono accedere a questa misura. Secondo i dati dell'Osservatorio statistico dell'INPS, i prepensionamenti con Opzione Donna sono passati da 23.812 nel 2025 a soli 11.594 nel 2023, e si sono ulteriormente ridotti nel 2024.

Quando conviene andare in pensione prima nel 2025 con Ape sociale

A determinate e specifiche categorie di persone conviene, invece, andare in pensione anticipata nel 2025 con l'Ape sociale, ancora confermata per il prossimo anno seppur con un leggero aumento del requisito anagrafico richiesto.

Possono, in particolare, andare in pensione prima con l'Ape sociale nel 2025:

  • Disoccupati rimasti involontariamente senza lavoro, con 63 anni e 5 mesi di età, che abbiano maturato almeno 30 anni di contributi e abbiano esaurito da almeno 3 mesi tutti i sussidi di disoccupazione
  • Lavoratori impegnati in mansioni gravose da almeno 6 anni in via continuativa e che abbiano raggiunto 63 anni e 5 mesi di età e maturato almeno 36 anni di contributi (ridotti a 32 anni per operai edili, ceramisti e conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta)
  • Invalidi e disabili che abbiano raggiunto 63 anni e 5 mesi di età e 30 anni di contributi e invalidità riconosciuta superiore al 74%
  • Caregiver che assistono invalidi e disabili da almeno 6 mesi al momento della richiesta di pensione con Ape sociale
Chi rientra, dunque, in una di queste categorie di persone considerate svantaggiate ha l'opportunità di anticipare il momento dell'uscita fino a 4 anni, considerando che può lasciare il lavoro a 63 anni e 5 mesi invece che aspettare i 67 anni.

L'Ape sociale non è una vera e propria pensione, ma un'indennità di accompagnamento alla pensione erogata direttamente dall'INPS, che può arrivare fino a un massimo di 1.500 euro lordi mensili (per 12 mensilità all'anno) fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Un vantaggio importante dell'Ape sociale è che non comporta penalizzazioni sul calcolo della futura pensione di vecchiaia, a differenza di altre forme di uscita anticipata. Tuttavia, l'Ape sociale non è cumulabile con redditi da lavoro, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5.000 euro annui lordi.

Conviene andare in pensione prima con l'isopensione a lavoratori d'azienda

Ai lavoratori d'azienda conviene, infine, andare in pensione anticipata con l'isopensione, lì dove la propria realtà aziendale lo consente. L'Isopensione permette di andare in pensione prima fino a 7 anni rispetto ai normali requisiti pensionistici richiesti di 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi, quindi a 60 anni, ma vale solo per i lavoratori in esubero di aziende con più di 15 dipendenti e se ne può usufruire solo tramite stipula di accordi con le organizzazioni sindacali più rappresentative.

L'importo di isopensione spettante al lavoratore che deve essere di importo pari alla prestazione che percepirebbe una volta in pensione viene erogato, in 13 rate mensili anticipate, con decorrenza dal primo giorno del mese successivo la data di cessazione del rapporto di lavoro. Anche in questo caso, non ci sono penalizzazioni sull'importo di pensione, perché l'indennità di isopensione che viene riconosciuta dall'azienda al lavoratore uscito prima deve essere pari al trattamento pensionistico normalmente da avere.

L'isopensione è stata prorogata fino al 31 dicembre 2026, quindi è valida anche per il 2025, e rappresenta un'opportunità vantaggiosa per le aziende che necessitano di un ricambio generazionale o che stanno affrontando problemi di esubero del personale.

Pensione anticipata ordinaria, un'opzione senza limiti di età

Una delle forme più utilizzate per andare in pensione prima del previsto è la pensione anticipata ordinaria, che consente di lasciare il lavoro a prescindere dall'età anagrafica, ma esclusivamente in base agli anni di contribuzione versati.

Per accedere a questa misura nel 2025, occorre aver maturato:

  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini
  • 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne
Il vantaggio principale di questa forma di pensionamento è che non prevede alcuna penalizzazione nel calcolo dell'assegno. La pensione viene infatti calcolata secondo il sistema misto (retributivo fino al 1995 e contributivo dal 1996 in poi) per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996, garantendo così un trattamento economico più favorevole rispetto alle misure che impongono il calcolo interamente contributivo.

È però prevista una finestra di attesa di 3 mesi tra la maturazione dei requisiti e l'effettiva erogazione dell'assegno pensionistico. Questi requisiti rimarranno invariati fino al 31 dicembre 2026, dopodiché potrebbero essere adeguati in base all'aspettativa di vita.

Lavoratori precoci, pensione anticipata con 41 anni di contributi

Una categoria particolare che può beneficiare di condizioni agevolate per la pensione anticipata è quella dei lavoratori precoci. Si tratta di coloro che hanno iniziato a lavorare in giovane età e possono accedere alla pensione con:

  • 41 anni di contributi (indipendentemente dall'età)
  • Almeno 12 mesi di contributi versati prima del compimento dei 19 anni
Tuttavia, per accedere a questa misura, oltre ai requisiti contributivi, è necessario appartenere a una delle seguenti categorie:
  • Disoccupati che hanno concluso da almeno 3 mesi la fruizione dell'intera indennità di disoccupazione
  • Caregiver che assistono da almeno 6 mesi un parente convivente con handicap grave
  • Invalidi civili con riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%
  • Addetti a lavori usuranti o gravosi
Anche per i lavoratori precoci è prevista una finestra di 3 mesi prima dell'erogazione effettiva della pensione, ma il vantaggio principale sta nel requisito contributivo ridotto rispetto alla pensione anticipata ordinaria.

Lavoratori usurati, pensione anticipata con il sistema delle quote

Chi ha svolto lavori particolarmente faticosi e pesanti può accedere alla pensione anticipata attraverso il sistema delle quote, che combina età anagrafica e anzianità contributiva. Per i lavoratori usurati, i requisiti nel 2025 sono:

  • Quota 97,6 (somma di età e contributi) per i lavoratori dipendenti, con almeno 61 anni e 7 mesi di età
  • Quota 98,6 per i lavoratori autonomi, con almeno 62 anni e 7 mesi di età
  • Almeno 35 anni di contributi versati
Questi requisiti si applicano a chi ha svolto lavori usuranti per almeno 7 anni negli ultimi 10 oppure per la metà della vita lavorativa complessiva. Tra le attività considerate usuranti rientrano:
  • Lavori in galleria, cava o miniera
  • Lavori in cassoni ad aria compressa
  • Lavori svolti dai palombari
  • Lavori ad alte temperature
  • Lavori di asportazione dell'amianto
  • Lavoro notturno (con diversi requisiti in base al numero di notti lavorate)
  • Lavoro alla linea di catena
  • Conducenti di veicoli di capienza non inferiore a 9 posti, adibiti a servizio pubblico di trasporto
Per accedere a questa forma di pensionamento, la domanda va presentata all'INPS entro il 1° maggio dell'anno precedente a quello in cui si intende andare in pensione.

Pensione anticipata contributiva, a chi conviene e come funziona

Per i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995 (regime contributivo puro), esiste la possibilità di accedere alla pensione anticipata contributiva con:

  • 64 anni di età
  • Almeno 20 anni di contributi
  • Un assegno pensionistico pari ad almeno 3 volte l'assegno sociale (2,8 volte per le donne con un figlio, 2,6 volte per le donne con due o più figli)
Una importante novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 è la possibilità di utilizzare la rendita da previdenza complementare per raggiungere la soglia minima richiesta per l'accesso. In questo caso, però, il requisito contributivo sale da 20 a 25 anni (e salirà a 30 anni dal 2030).

Questa misura è particolarmente vantaggiosa per chi ha avuto carriere ben retribuite e ha investito nella previdenza complementare, ma presenta alcune limitazioni:

  • L'assegno è calcolato interamente con il metodo contributivo
  • È previsto un tetto massimo dell'importo, pari a 5 volte il trattamento minimo INPS fino al raggiungimento dell'età per la pensione di vecchiaia
  • Si applica una finestra di 3 mesi prima dell'erogazione effettiva

RITA: la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata

Un'ulteriore opzione per anticipare il pensionamento è rappresentata dalla RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata), che consente di ricevere in anticipo il capitale accumulato nel fondo pensione sotto forma di rendita.

La RITA può essere richiesta:

  • Con un anticipo massimo di 5 anni rispetto all'età per la pensione di vecchiaia (quindi a 62 anni nel 2025), se si è cessata l'attività lavorativa
  • Con un anticipo massimo di 10 anni (quindi a 57 anni nel 2025), se si è disoccupati da almeno 24 mesi
In entrambi i casi è necessario aver maturato almeno 5 anni di partecipazione a forme di previdenza complementare. La RITA non è una vera e propria pensione, ma rappresenta un'opportunità per chi ha investito nella previdenza complementare di anticipare l'uscita dal lavoro utilizzando i propri risparmi previdenziali.

Il vantaggio principale della RITA è il trattamento fiscale agevolato, con un'aliquota ridotta del 15% che può ulteriormente diminuire fino al 9% in base agli anni di partecipazione alla previdenza complementare.

Confronto tra le diverse opzioni, quale scegliere?

Per determinare quale sistema di pensionamento anticipato sia più conveniente nel 2025, è necessario valutare diversi fattori in base alla propria situazione personale:

Misura Vantaggi Svantaggi A chi conviene
Quota 103 Uscita anticipata a 62 anni Calcolo contributivo, tetto massimo all'assegno Chi ha iniziato a lavorare presto e ha 41 anni di contributi
Opzione Donna Uscita anticipata fino a 59 anni (con 2 figli) Calcolo contributivo, categorie limitate Donne in particolari condizioni di disagio
Ape Sociale Nessuna penalizzazione sulla pensione futura Importo massimo di 1.500 euro, categorie limitate Disoccupati, invalidi, caregiver, lavori gravosi
Isopensione Anticipo fino a 7 anni, nessuna penalizzazione Dipende dalla disponibilità dell'azienda Dipendenti di aziende con almeno 15 lavoratori
Pensione anticipata ordinaria Nessuna penalizzazione sul calcolo Requisiti contributivi elevati Chi ha carriere lavorative lunghe e continuative

Considerazioni finali sulla convenienza dei sistemi di pensione anticipata. Alcuni punti fermi

La scelta del sistema più conveniente per andare in pensione anticipata nel 2025 dipende da molteplici fattori personali. Non esiste una soluzione univoca che sia ideale per tutti i lavoratori.

In generale, possiamo affermare che:

  • La pensione anticipata ordinaria è la soluzione più vantaggiosa dal punto di vista economico, poiché non prevede penalizzazioni nel calcolo dell'assegno, ma richiede carriere lavorative lunghe e continuative.
  • L'Ape sociale rappresenta un'ottima soluzione per le categorie svantaggiate, in quanto non comporta riduzioni sulla pensione futura, anche se prevede un tetto massimo all'importo erogabile.
  • L'isopensione è molto conveniente per i lavoratori che possono accedervi, poiché consente un anticipo significativo senza penalizzazioni, ma dipende dalla disponibilità dell'azienda.
  • Quota 103 e Opzione Donna consentono un'uscita anticipata ma comportano una riduzione permanente dell'assegno a causa del calcolo contributivo.
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