Il calendario delle scadenze per il concordato preventivo biennale subisce modifiche: ecco tutte le novità ufficialmente approvate.
In sede di Consiglio dei ministri è stato approvato il tanto atteso provvedimento che modifica vari aspetti del patto tra il fisco e le partite Iva, rivedendo le scadenze per l’adesione e i versamenti in riferimento al concordato preventivo biennale fiscale. Le procedure di adesione sono iniziate il 15 giugno per i titolari di partita Iva che applicano gli Isa. Per i forfettari, l’inizio è stato posticipato di un mese, permettendo l'invio dei dati per l'elaborazione della proposta fiscale solo a partire dal 15 luglio.
Anche la scadenza per l’adesione è stata prorogata: il termine per il concordato, insieme alla dichiarazione dei redditi, è stato fissato al 31 ottobre. È stato inoltre confermato il rinvio dei versamenti delle imposte, con una maggiorazione dello 0,40 per cento, fino al 30 agosto. Le principali novità sono:
La scadenza per l'adesione e l'invio della dichiarazione dei redditi viene spostata dal 15 ottobre al 31 ottobre. Confermata la proroga per il versamento del saldo e del primo acconto delle imposte, con una maggiorazione dello 0,40%, fino al 30 agosto.
Novità in arrivo per le partite Iva che intendono aderire al concordato preventivo biennale. Il decreto correttivo introduce nuove cause di esclusione. Resteranno escluse dal patto con il fisco le partite Iva che nel periodo d’imposta precedente hanno conseguito redditi esenti, esclusi o non concorrenti alla base imponibile superiori al 40% del reddito derivante dall’esercizio di attività d’impresa, arti e professioni.
Stop anche per i nuovi forfettari: il decreto sancisce l’esclusione delle partite Iva che nel 2024 hanno aderito al regime agevolato di tassazione. Fuori dal concordato, che avrà dei costi da sostenere, anche società ed enti coinvolti nel 2024 in operazioni di fusione, scissione, conferimento e società di persone e associazioni che hanno subito modifiche alla compagine sociale.
Novità anche in riferimento al calcolo del secondo acconto in scadenza il 30 novembre. Secondo le anticipazioni, in attesa del testo ufficiale del decreto correttivo, chi opterà per il metodo storico potrà versare l’imposta dovuta applicando una flat tax del 15% sul differenziale tra il reddito concordato per il 2024 e il reddito 2023. Questa aliquota scende al 12% per i forfettari e al 4% per le nuove attività.
Per quanto riguarda l’Irap, l’imposta sostitutiva sarà del 3%. L'obiettivo di queste modifiche è rendere più conveniente l’adesione al concordato preventivo biennale, evitando così il fallimento di uno strumento su cui il Governo punta per ottenere risorse destinate alla prossima Legge di Bilancio.