Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il settore chimico 2025 si distingue per la sua articolata disciplina in materia di welfare aziendale, tra cui rientrano i buoni pasto. Questa tipologia di benefit, inserita nei piani di welfare contrattuale e spesso valorizzata anche dal punto di vista fiscale, rappresenta uno degli strumenti più diffusi per il sostegno del potere d’acquisto e il benessere dei lavoratori, sia a tempo pieno che parziale.
Buoni pasto nel contratto chimico 2025: caratteristiche, destinatari e quadro normativo
I buoni pasto, inquadrati come benefit rientranti nei servizi sostitutivi di mensa aziendale, sono regolati dal Decreto Ministeriale 7 giugno 2017 n. 122 e dagli articoli 51 e 100 del Testo Unico sulle Imposte dei Redditi (TUIR). Possono essere erogati sia in formato elettronico che cartaceo ai lavoratori subordinati con qualunque tipo di contratto, indeterminato, determinato, full-time o part-time, come anche ai collaboratori coordinati e continuativi (co.co.co.), a condizione che il rapporto preveda almeno una presenza lavorativa (anche breve) durante la giornata.
Secondo la normativa vigente applicata al settore chimico:
- I buoni pasto spettano ai lavoratori sia full-time sia part-time, anche se l’orario giornaliero non include una pausa pranzo obbligatoria;
- L’accesso è previsto anche per chi opera tramite rapporti di collaborazione assimilati a lavoro dipendente;
- Non è necessario che vi sia una mensa fisica in azienda: i buoni pasto sono una soluzione alternativa legalmente riconosciuta dalla contrattazione collettiva e dalla prassi amministrativa (art. 144, comma 5, D. Lgs. 50/2016; DM MISE 122/2017);
- Non è tuttavia obbligatorio per il datore di lavoro concedere il buono pasto, a meno che non sia specificatamente previsto nel contratto nazionale di lavoro, nella contrattazione decentrata (aziendale/territoriale) o da accordi individuali preesistenti.
Nel settore chimico, la pratica più diffusa rimane quella di riconoscere i buoni pasto come parte integrante dei piani di welfare aziendale, rafforzando il legame tra benessere lavorativo, tutela della pausa e incentivazione del potere d’acquisto del personale. Il benefit è accessibile anche durante periodi di smart working, sulla base delle indicazioni dell’art. 20 della legge n. 81/2017, purché l’azienda abbia scelto di adottare tale soluzione senza discriminazioni tra lavoro da remoto e in presenza.
Importo dei buoni pasto nel Contratto Chimico CCNL 2025 e limiti mensili
I valori dei buoni pasto per il 2025 sono stati confermati secondo i massimali previsti dalla Legge di Bilancio e dalla normativa fiscale attualmente in vigore:
- Buono pasto elettronico: fino a 8 euro al giorno, totalmente esenti da tassazione (IRPEF) e contribuzione (INPS) sia per il lavoratore che per l’azienda fino a questo limite. L’IVA al 4% è interamente detraibile per l’azienda;
- Buono pasto cartaceo: fino a 4 euro al giorno, esente nelle stesse modalità.
4 ore, con un massimo teorico mensile di 23 buoni per i lavoratori a tempo pieno (corrispondente a 23 giornate lavorabili in un mese standard). È consentita la
cumulabilità fino a 8 buoni per singola transazione, rendendo possibile effettuare acquisti di maggiore importo presso gli esercizi convenzionati.
Modalità di erogazione: cumulo, utilizzo e limitazioni normative
La normativa prevede che i buoni pasto:
- Siano ceduti solo al destinatario titolare, non sono cedibili né monetizzabili;
- Possano essere usati esclusivamente presso esercizi convenzionati, supermercati, ristoranti, bar o e-commerce alimentari abilitati;
- Siano impiegabili anche quando la giornata lavorativa non prevede la pausa pranzo;
- Spettino anche per smart working e part-time se previsto dal regolamento interno;
- Siano cumulabili fino a 8 unità per ogni singola operazione;
- Non costituiscano retribuzione imponibile entro i massimi previsti;
- Rientrino tra i welfare aziendali regolati dal D. Lgs. 50/2016 e dal DM 122/2017.
Se il datore preferisce fornire servizi di mensa tradizionale o diffusa, o ancora corrispondere un’indennità mensa in busta paga, occorre sottolineare che,
a differenza del buono pasto, tali indennità sono soggette a imposizione fiscale e contributiva per l’intero importo corrisposto, salvo i rari casi previsti per cantieri o aree prive di servizi (tetto di € 5,29/giorno).
Buoni pasto e rinnovo contrattuale 2025, collegamento con le novità del CCNL
Il rinnovo del CCNL chimico 2025 non ha introdotto nuove discipline specifiche limitative od obbligatorie in tema di buoni pasto, ma conferma la centralità del welfare contrattuale e l’ampiezza delle materie delegate alla contrattazione aziendale.
Ulteriore rafforzamento del welfare aziendale:
- Incrementi retributivi significativi lungo il triennio di vigenza;
- Conferma e potenziamento dei piani welfare, con ampia possibilità di destinare crediti welfare a servizi come buoni pasto, flexible benefits, assistenza sanitaria integrativa (FASCHIM), previdenza complementare (Fonchim);
- Maggiore attenzione a permessi aggiuntivi per formazione, diritto allo studio e conciliazione vita-lavoro;
- Linee guida per l’utilizzo responsabile dell’Intelligenza Artificiale nei processi aziendali e programmi di sensibilizzazione su diversità, equità e inclusione;
- Tutele rafforzate per malattia e orario flessibile finalizzato alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro.
I buoni pasto, pur restando benefit a
discrezione dell’azienda salvo diversamente previsto dal contratto collettivo di secondo livello o da accordi integrativi, sono tra le opzioni di flexible benefit e rappresentano una delle scelte più praticate per la valorizzazione del welfare contrattuale.
Vantaggi fiscali e aziendali derivanti dai buoni pasto
L’adozione dei buoni pasto nel settore chimico comporta per l’azienda:
- Deduzione totale del costo sostenuto ai fini IRPEF/IRES e IRAP;
- IVA agevolata al 4% interamente recuperabile per gli elettronici;
- Pieno azzeramento della contribuzione previdenziale e fiscale per la quota esente;
- Miglioramento del clima aziendale e della produttività, effetto diretto sulle performance di gruppo;
- Facilità di gestione amministrativa, specie con le piattaforme digitali;
- Le tabelle retributive aggiornate e le novità su Confindustria.
Per il lavoratore, questo si traduce in un aumento reale del potere d'acquisto mensile, a parità di costo lordo aziendale rispetto a un’indennità lorda in busta paga. Un esempio pratico mostra come, a fronte di 10 buoni elettronici da 7,50 euro (75,00 €), il benefit sia integralmente spendibile mentre, se erogato in busta paga, viene eroso da tasse e contributi sino a ridurre fino a un terzo il valore reale percepito.
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