Nel 2025 l'ingegneria, in tutte le sue declinazioni, resta una delle lauree piů spendibili sul mercato.
La figura dell'ingegnere continua a esercitar fascino tra i giovani italiani. Ma conviene ancora intraprendere un percorso lungo e impegnativo come quello ingegneristico? La risposta non è univoca e va articolata considerando le dinamiche del mercato del lavoro, le aspettative salariali, le specializzazioni richieste e le trasformazioni in atto nei settori produttivi.
Nel 2025 l'ingegneria, in tutte le sue declinazioni, resta una delle lauree più spendibili sul mercato, con un tasso di occupazione tra i più alti in Italia. Secondo i dati forniti dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri e confermati anche dal consorzio AlmaLaurea, il tasso di occupazione a un anno dalla laurea supera il 91%, con una media che si mantiene elevata anche a cinque anni dal titolo. Ma al di là dei numeri, ciò che colpisce è la varietà di ruoli ricoperti dagli ingegneri: dalla produzione industriale al digitale, dalla sanità all'energia, dalla logistica all'intelligenza artificiale, l'ingegnere è ormai una figura chiave della modernità. Vediamo quindi:
Nel dettaglio, le lauree più richieste nel 2025 sono quelle in ingegneria industriale, elettronica, energetica e informatica, mentre cresce con forza l'interesse per l'ingegneria biomedica e per quella gestionale, che unisce competenze ingegneristiche a quelle organizzative.
Oggi un buon ingegnere deve sapere lavorare in team internazionali, utilizzare fluentemente almeno una lingua straniera e avere una forte propensione alla risoluzione dei problemi. La conoscenza di software di simulazione, modellazione, data analysis o machine learning è sempre più richiesta, a conferma che il confine tra ingegneria classica e digitale si sta dissolvendo.
Nel panorama italiano, la laurea in ingegneria continua a garantire tra gli stipendi più elevati, già a pochi anni dall'ingresso nel mondo del lavoro. Gli ingegneri del settore industriale, dell'informazione e ICT guadagnano in media tra i 1.900 e i 2.200 euro netti al mese nei primi anni di carriera. Alcune specializzazioni, come quelle legate all'intelligenza artificiale o alla cybersecurity, arrivano a retribuzioni superiori, soprattutto se si lavora per grandi gruppi internazionali o startup ad alta intensità tecnologica.
La crescita retributiva è stabile e continua: dopo cinque o sei anni di carriera, molti ingegneri raggiungono posizioni apicali come project manager, responsabili di produzione, coordinatori di area tecnica o consulenti esterni, con stipendi che possono toccare i 3.500 euro netti e oltre. Un altro aspetto riguarda l'autonomia lavorativa: molti ingegneri, grazie alle competenze acquisite, intraprendono la libera professione, aprendo studi tecnici o società di consulenza.
Ma non è solo questione di soldi. Gli ingegneri sono tra i lavoratori più soddisfatti perché operano in contesti stimolanti, dinamici e in evoluzione. Il problem solving, la progettazione, la possibilità di vedere i risultati del proprio lavoro sono fattori che incidono sulla qualità della vita professionale.