Cosa cambia per la sanatoria di una veranda con il nuovo Decreto Salva Casa. I requisiti e le condizioni sanabili, le pratiche e l'iter da seguire con i relativi costi e tempi. E cosa rimane insanabile
Il Decreto Salva Casa introduce nuove misure di semplificazione per favorire e velocizzare la regolarizzazione delle piccole difformità edilizie. Questo provvedimento rappresenta un'importante opportunità per i proprietari di immobili che necessitano di regolarizzare situazioni di irregolarità relative alle verande.
Con questa normativa cambiano alcune condizioni per sanare le irregolarità costruttive sulle verande. Sono state, innanzitutto, modificate le tolleranze costruttive relative alle dimensioni delle opere realizzate senza eventuali permessi obbligatori.
Nel caso di lievi irregolarità edilizie, le percentuali di difformità tollerabile relative ad altezze, superfici e aperture restano nel limite al 2% (già attualmente in vigore) per le abitazioni sopra i 500 metri quadrati.
La novità più significativa riguarda gli immobili di dimensioni più contenute: la tolleranza aumenta fino al 5% per le abitazioni sotto i 100 metri di superficie. Questo ampliamento della tolleranza permette a molti proprietari di regolarizzare piccole difformità senza dover ricorrere a procedure più complesse.
Un aspetto rilevante del Decreto è che alcune tipologie di verande sono state inserite tra i lavori in edilizia libera, eliminando la necessità di qualsiasi sanatoria. In particolare, il Decreto Salva Casa considera in edilizia libera:
Con l'entrata in vigore del Decreto Salva Casa, la procedura di sanatoria di una veranda è stata notevolmente semplificata. Il cambiamento più significativo riguarda l'eliminazione del requisito della doppia conformità per le difformità parziali.
La doppia conformità (conformità dell'opera sia alla normativa urbanistica vigente al momento della realizzazione, sia a quella in vigore al momento della sanatoria) resta obbligatoria solo per gli abusi totali. Per le ipotesi di difformità parziale rispetto al titolo depositato in Comune, come la chiusura di una veranda, è stata introdotta una procedura semplificata.
Ad esempio, secondo la normativa vigente, è possibile chiudere un balcone o una terrazza con una veranda utilizzando le vetrate VePa o strutture amovibili senza alcun permesso edilizio.
Se, tuttavia, in passato è stata realizzata una veranda che ha creato un nuovo ambiente esterno alla casa con strutture fisse, modificando di fatto la volumetria dell'abitazione, è ora possibile regolarizzare la situazione semplicemente versando una sanzione al Comune e ottenendo il permesso necessario.
È fondamentale precisare che tale sanatoria è possibile solo a condizione che, secondo il principio di legalità urbanistica, all'epoca della costruzione fosse tecnicamente possibile ottenere il permesso di edificare una veranda. Non è quindi una sanatoria indiscriminata, ma una semplificazione per regolarizzare situazioni che, in origine, avrebbero potuto essere autorizzate.
Per quanto riguarda l'aspetto economico della sanatoria, la normativa prevede il pagamento di una sanzione amministrativa che viene calcolata in proporzione all'incremento di valore dell'immobile conseguente alla realizzazione dell'opera non autorizzata.
L'importo della sanzione può variare considerevolmente in base all'entità della difformità e può arrivare fino ad un massimo di 30.984 euro per le irregolarità più rilevanti, come ad esempio una veranda chiusa che ha comportato un significativo aumento della superficie abitabile.
Oltre alla sanzione amministrativa, è necessario considerare anche:
Il Decreto Salva Casa permette di sanare diverse tipologie di irregolarità edilizie relative alle verande. Ecco le principali casistiche che possono beneficiare della nuova normativa:
Rientrano in questa categoria le verande che presentano dimensioni leggermente diverse rispetto a quelle autorizzate, nei limiti delle nuove tolleranze costruttive (2% per immobili sopra i 500 mq e 5% per immobili sotto i 100 mq).
Si tratta di verande che, pur essendo state realizzate senza i necessari permessi, risultano conformi alle norme urbanistiche ed edilizie sia al momento della costruzione sia attualmente.
Questa tipologia di intervento, che ha comportato la trasformazione di uno spazio aperto in uno chiuso con conseguente aumento della volumetria, può ora essere regolarizzata attraverso la procedura semplificata, purché rispetti i vincoli urbanistici.
Per avviare la procedura di sanatoria di una veranda ai sensi del Decreto Salva Casa, è necessario predisporre una documentazione specifica e seguire un iter ben definito.
La documentazione necessaria include generalmente:
Nonostante l'ampia portata del Decreto Salva Casa, esistono situazioni in cui non è possibile beneficiare della sanatoria semplificata per le verande.
Non possono essere sanati:
Prima di avviare qualsiasi procedura, è quindi fondamentale verificare la normativa locale e consultare un tecnico che conosca approfonditamente le specificità del territorio.