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Cosa fare se ci si fa male sul lavoro e quando viene riconosciuto infortunio o non ci si rientra

di Luigi Mannini pubblicato il
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Infortuni lavoro cosa fare

Cosa fare in caso di infortunio sul lavoro: procedure da avviare, criteri per il riconoscimento dell’infortunio e quando non č possibile rientrare

Subire un incidente durante lo svolgimento delle proprie mansioni lavorative è un'eventualità che può capitare in qualsiasi contesto professionale. Questi episodi sono più frequenti in ambienti come cantieri o stabilimenti industriali, ma nessun settore ne è completamente immune. Quando si verifica un trauma sul posto di lavoro, è fondamentale conoscere la corretta procedura da seguire, sia per tutelare la propria salute che per garantirsi i diritti previsti dalla normativa vigente. Diversi aspetti entrano in gioco dopo un infortunio professionale: dal risarcimento del danno, alla continuità della retribuzione, fino alle agevolazioni come l'esenzione dalle spese sanitarie.

Quando un incidente viene riconosciuto come infortunio sul lavoro

Non tutti gli incidenti che accadono durante l'orario di lavoro vengono automaticamente classificati come infortuni sul lavoro. Per essere riconosciuto come tale, l'evento deve avere specifiche caratteristiche:

  • Una lesione che comprometta l'integrità psico-fisica del lavoratore
  • Una causa violenta, ovvero un fatto improvviso e concentrato nel tempo
  • L'occasione di lavoro, cioè un nesso causale tra l'attività lavorativa e l'incidente
È importante sottolineare che l'infortunio deve causare un'inabilità temporanea assoluta per più di tre giorni per essere indennizzabile dall'INAIL. Gli eventi che comportano un'assenza inferiore non rientrano nella tutela assicurativa dell'Istituto.

Infortunio in itinere: tutela nel tragitto casa-lavoro

La protezione assicurativa INAIL si estende anche agli infortuni occorsi durante il normale percorso di andata e ritorno tra l'abitazione e il luogo di lavoro, i cosiddetti infortuni in itinere. Questa tutela è regolamentata dall'articolo 12 del D.Lgs. n. 38/2000 e copre:

  • Il tragitto casa-lavoro e viceversa
  • Il percorso tra due luoghi di lavoro per chi ha più rapporti di lavoro
  • Il tragitto verso il luogo di consumazione dei pasti in assenza di mensa aziendale
Per essere indennizzabile, l'infortunio in itinere deve verificarsi sul percorso considerato normale, senza deviazioni o interruzioni non necessarie. È possibile utilizzare mezzi di trasporto privati quando ciò sia necessario, ma in questo caso sono esclusi gli infortuni causati dall'abuso di sostanze o dalla guida senza patente.

Malore sul posto di lavoro, quando è considerato infortunio

Un aspetto particolarmente delicato riguarda i casi in cui un lavoratore viene colto da malore durante lo svolgimento delle proprie mansioni. In linea generale, un malore improvviso come un infarto può essere considerato infortunio sul lavoro solo se si verifica in particolari condizioni:

  • Deve essere dimostrato che l'evento è conseguenza di condizioni di lavoro eccezionali
  • Il sovraccarico lavorativo deve riguardare un periodo recente e limitato
  • Deve esserci un nesso causale diretto tra le condizioni di lavoro e l'insorgenza del malore
Situazioni che possono qualificare un malore come infortunio includono turni eccessivamente lunghi, carichi di lavoro insostenibili, condizioni ambientali particolarmente gravose o la presenza di patologie preesistenti che rendono più rischiosa l'attività lavorativa.

Se il malore viene riconosciuto come infortunio sul lavoro, il lavoratore ha diritto alle stesse prestazioni previste per gli altri tipi di infortunio, compresa l'indennità temporanea e l'eventuale indennizzo per danni permanenti.

Procedura da seguire in caso di infortunio sul lavoro

La prima azione da intraprendere dopo aver subito un trauma sul luogo di lavoro è denunciare l'accaduto all'INAIL (Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro). Questo ente, oltre a garantire il risarcimento, gestisce anche l'indennità sostitutiva della retribuzione durante il periodo di assenza dal lavoro.

Il percorso corretto prevede di recarsi immediatamente al pronto soccorso per ricevere le cure necessarie e ottenere il certificato medico che attesti la natura dell'infortunio. Tale documentazione deve essere poi consegnata al proprio datore di lavoro, che ha l'obbligo di trasmetterla all'INAIL per via telematica entro due giorni dalla ricezione.

In base alla prognosi indicata nel certificato, l'INAIL può prolungare il periodo di assenza previsto anche dopo la scadenza iniziale, attraverso una valutazione svolta nei propri ambulatori. Nei casi più gravi, quando l'infortunio comporta una prognosi superiore a 30 giorni o ha esito mortale, il datore di lavoro è tenuto a denunciare l'accaduto anche all'autorità locale di pubblica sicurezza del comune in cui si è verificato l'incidente.

Retribuzione durante il periodo di infortunio

Durante l'assenza per infortunio sul lavoro, la retribuzione viene garantita secondo modalità precise:

  • Per il giorno dell'infortunio, il datore di lavoro corrisponde il 100% della retribuzione giornaliera
  • Dal secondo al terzo giorno, il datore di lavoro eroga il 60% dello stipendio
  • Dal quarto giorno fino al novantesimo, l'INAIL subentra mantenendo la percentuale del 60% della retribuzione media giornaliera
  • Dal novantunesimo giorno fino alla completa guarigione, l'indennità INAIL sale al 75% della retribuzione media
Questa progressione garantisce al lavoratore infortunato un sostegno economico durante tutto il periodo di recupero, salvaguardando il suo diritto a una retribuzione anche quando non può svolgere le proprie mansioni.

Copertura assicurativa INAIL

L'INAIL offre una copertura assicurativa completa che include diverse tipologie di prestazioni:

Questa copertura è fondamentale per garantire che il lavoratore riceva tutte le cure necessarie senza dover sostenere spese aggiuntive e possa contare su un supporto economico durante il periodo di recupero.

Procedura per i lavoratori autonomi

Nel caso di lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, liberi professionisti), la procedura da seguire in caso di infortunio sul lavoro presenta alcune differenze rispetto a quella dei lavoratori dipendenti. Il lavoratore autonomo deve farsi carico personalmente di tutte le operazioni che per i dipendenti sono di competenza del datore di lavoro, compresa la trasmissione della denuncia dell'incidente e del certificato all'INAIL.

Anche in questo caso, è necessario recarsi al pronto soccorso o dal medico per ottenere il certificato medico e poi procedere con la denuncia all'INAIL entro i termini stabiliti. La tempestività è fondamentale per non perdere il diritto alle indennità previste.

Indennizzi INAIL, criteri e modalità di calcolo

Il risarcimento al lavoratore viene corrisposto dall'INAIL secondo parametri ben definiti. Nel caso in cui l'infortunio sia avvenuto per una fatalità e siano state rispettate tutte le norme di sicurezza, l'indennizzo viene calcolato sulla base di tabelle predisposte dall'Istituto.

Se invece si accerta che non sono state rispettate le norme anti-infortunistiche, scatta la responsabilità penale e il lavoratore può agire in sede civile per ottenere un risarcimento più adeguato al danno subito.

L'INAIL ha aggiornato periodicamente gli importi relativi alla retribuzione per la liquidazione delle rendite ai mutilati e agli invalidi del lavoro. Questa rivalutazione avviene sulla base della variazione effettiva dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati accertata dall'Istat.

Quando l'infortunio diventa malattia, conseguenze pratiche

Quando l'INAIL non riconosce un evento come infortunio sul lavoro, questo viene automaticamente trasformato in malattia comune. Ciò comporta un cambiamento significativo nella gestione dell'assenza e nelle prestazioni economiche:

  • Il lavoratore è soggetto alle fasce di reperibilità per le visite fiscali INPS
  • Il periodo di assenza viene conteggiato ai fini del periodo di comporto, con possibile rischio di licenziamento in caso di assenze prolungate
  • Le prestazioni economiche sono generalmente inferiori rispetto a quelle previste per l'infortunio
  • In caso di postumi permanenti, il lavoratore non ha diritto automatico all'indennizzo per danno biologico, ma deve intraprendere la procedura per il riconoscimento dell'invalidità civile
Esiste una convenzione tra INAIL e INPS che regola la gestione dei casi dubbi, garantendo la continuità delle prestazioni al lavoratore mentre gli enti definiscono le rispettive competenze.

Casistiche in cui l'infortunio non viene riconosciuto

Esistono situazioni in cui l'INAIL può rifiutare di riconoscere un evento come infortunio sul lavoro, negando quindi l'indennizzo previsto. Queste comprendono:

  • Il rischio elettivo, quando il lavoratore ha posto in essere deliberatamente azioni pericolose non necessarie e prive di nesso con l'attività lavorativa
  • L'autolesionismo o la simulazione di infortunio
  • L'aggravamento doloso delle lesioni per trarne vantaggio
  • L'assenza di causa violenta o di un vero e proprio trauma
  • L'assenza di nesso causale tra l'incidente e l'attività lavorativa
In questi casi, l'evento viene riqualificato come malattia comune e non come infortunio professionale, con conseguenze significative sulle prestazioni economiche e sanitarie a cui il lavoratore ha diritto.

 

 

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