Il vero lavoro dell'investitore non si fa nel mezzo della crisi di Borsa, ma prima che essa arrivi e abbia un impatto.
Come dimostrato i recenti casi che in questi primi del 2025 stanno tenendo tutti in apprensione, quando i mercati crollano, la reazione più istintiva di ogni investitore è il panico. La paura di perdere quanto guadagnato o peggio ancora, parte del capitale iniziale, può diventare paralizzante. È proprio in questi momenti che entrano in gioco le emozioni, spesso nemiche di una gestione razionale degli investimenti. Mantenere la lucidità in mezzo al caos non è facile, ma è indispensabile. La volatilità dei mercati fa parte del ciclo naturale dell'economia, e ogni fase ribassista, per quanto brutale, è quasi sempre seguita da un periodo di ripresa.
Un primo passo è riconoscere che la paura è un'emozione naturale, e non va repressa, ma compresa. Leggere i dati, analizzare i fondamentali e ricordare le dinamiche di lungo periodo può aiutare a spezzare il cortocircuito emotivo che porta a vendere tutto in preda all'ansia. La storia dei mercati è costellata di crisi - dal 1929 fino al 2008, passando per il Covid nel 2020 - ma ogni volta, dopo il crollo, è arrivata una fase di ripresa, spesso rapida.
Chi investe con una visione di lungo termine dovrebbe concentrarsi su questo orizzonte, e non lasciarsi travolgere dagli sbalzi di breve periodo. L'impatto psicologico può essere ridotto anche evitando di controllare ossessivamente l'andamento del portafoglio: in una fase di turbolenza, il monitoraggio continuo produce solo altro stress e non migliora la qualità delle decisioni. Ricordare i propri obiettivi finanziari e la strategia costruita con calma è l'ancora a cui aggrapparsi nel mare mosso della Borsa. Andiamo oltre e approfondiamo:
La strategia migliore è spesso quella di non fare nulla. Restare investiti durante le fasi negative consente di partecipare al rimbalzo quando arriverà e storicamente chi è rimasto fuori dal mercato nei giorni di massimi rialzi ha visto ridursi i suoi rendimenti complessivi. Allo stesso tempo, un crollo può trasformarsi in un'opportunità. Chi ha liquidità disponibile può considerare di investire in modo graduale, acquistando titoli o fondi di qualità a prezzi ribassati, adottando la strategia del cosiddetto buy the dip.
Un altro aspetto è quello della diversificazione. Se un portafoglio ben costruito è distribuito su più asset e settori, le perdite saranno contenute e meno drammatiche. È in queste fasi che si capisce l'importanza di non concentrare tutto il proprio capitale in pochi strumenti. E per chi è esposto può essere il momento giusto per riequilibrare la propria asset allocation.
Il vero lavoro dell'investitore non si fa nel mezzo della crisi di Borsa, ma prima che essa arrivi e abbia un impatto. Costruire un portafoglio resiliente richiede pianificazione e metodo. Innanzitutto, ogni strategia dovrebbe includere una componente di liquidità di emergenza, pari ad almeno tre-sei mesi di spese vive. Questo cuscinetto consente di evitare il disinvestimento forzato nei momenti peggiori.
Un altro elemento è la coerenza con l'orizzonte temporale. Se si investe per il lungo termine, un calo di qualche settimana o mese non dovrebbe compromettere i piani. Chi invece sa di dover disporre dei capitali entro pochi anni dovrebbe esporsi meno all'azionario e preferire strumenti più stabili, anche se meno redditizi.
La disciplina comportamentale si allena con l'esperienza, ma anche con l'educazione. Leggere libri di finanza comportamentale, confrontarsi con consulenti, simulare scenari negativi, può aiutare a sviluppare una mentalità pronta alla tempesta. Anche l'automazione può essere utile: impostare piani di investimento ricorrente consente di acquistare sia nei momenti di euforia che in quelli di panico, livellando i rischi nel tempo.
Infine, è importante sapere che la tolleranza al rischio non è statica. Con l'età, gli obiettivi di vita, il patrimonio disponibile e le esperienze maturate, può cambiare. Rivedere la propria strategia è un atto di intelligenza finanziaria, non di debolezza.