L’obiettivo di Dacia è colmare il vuoto lasciato da altri costruttori che stanno spingendo verso fasce di prezzo sempre più elevate
Dacia Duster è da anni il modello simbolo del marchio Dacia, un SUV compatto che ha saputo conquistare il pubblico europeo grazie a un mix efficace di praticità, robustezza e prezzo contenuto. Adesso, in un mercato in rapida evoluzione, anche per lei si avvicina il momento del grande salto. La versione elettrica della Dacia Duster è già nei piani del Gruppo Renault, ma non sarà un’operazione semplice: mantenere l'identità low-cost e l’appeal rugged in un mondo dominato dall’aumento dei costi tecnologici rappresenta una sfida di grande portata.
A rendere possibile questa trasformazione è la piattaforma CMF-B, già utilizzata dalla Duster di terza generazione, lanciata nel 2024. Si tratta di un’architettura flessibile, condivisa con Renault e Nissan, capace di ospitare motori a benzina, ibridi ed elettrici. Grazie a questa struttura modulare, Dacia potrà sviluppare una versione completamente elettrica della Duster senza dover riprogettare da zero l’intera vettura, riducendo così i costi e i tempi di produzione.
Secondo le prime dichiarazioni ufficiali, la Duster elettrica non debutterà prima del 2028, probabilmente in coda al lancio della Sandero EV previsto per il 2027. Questo ritardo è strategico: il marchio vuole testare il terreno della mobilità a zero emissioni partendo da modelli urbani più accessibili, prima di avventurarsi nel segmento SUV elettrico compatto. In questo modo, potrà valutare l’evoluzione dei costi di produzione, dei prezzi delle batterie e dell’accoglienza del pubblico.
Mantenere il concetto di value for money con un powertrain elettrico è un'impresa delicata. Secondo le anticipazioni circolate sui media specializzati, il prezzo della Dacia Duster elettrica si collocherà tra i 25.000 e i 30.000 euro, una soglia ancora inferiore rispetto a molti rivali diretti, ma decisamente più elevata rispetto alle attuali Duster a benzina e diesel, che partono da circa 20.000 euro. Tuttavia, questo salto di prezzo sarà giustificato da contenuti tecnici inediti, costi delle batterie in calo e, si spera, incentivi governativi.
Se da un lato Dacia punta a contenere i costi, dall’altro dovrà garantire un’autonomia adeguata alle esigenze dei suoi clienti. Sebbene non ci siano ancora dati ufficiali, si ipotizza una distanza reale di circa 300 km con una singola ricarica, in linea con altri modelli del segmento dotati di batterie attorno ai 50 kWh. È uno standard sufficiente per la maggior parte degli usi quotidiani e brevi viaggi, pur non ambendo alle percorrenze di EV di fascia superiore.
Un altro elemento interessante è la possibilità di una trazione integrale, resa disponibile oggi nelle varianti mild hybrid tramite motore elettrico sull’asse posteriore. Questo approccio potrebbe essere replicato anche nella versione elettrica pura, trasformando la Duster in uno dei pochissimi SUV elettrici compatti con capacità off-road reali. La presenza di un secondo motore elettrico posteriore aumenterebbe la versatilità del veicolo senza compromettere l’efficienza.
Per quanto riguarda la produzione, è molto probabile che la versione elettrica venga realizzata nello stabilimento rumeno di Mioveni o, in alternativa, nello stabilimento marocchino di Tangier, dove già vengono assemblate le versioni termiche. Mantenere la produzione in aree a basso costo operativo è essenziale per preservare la competitività del prodotto, soprattutto rispetto ai competitor cinesi o a brand europei con linee premium.
L’obiettivo di Dacia è colmare il vuoto lasciato da altri costruttori che stanno spingendo verso fasce di prezzo sempre più elevate. In un panorama dove modelli come la Jeep Avenger, la Peugeot e-2008 o la Hyundai Kona Electric sfiorano o superano i 35.000 euro, la Duster elettrica si propone come l’alternativa pragmatica, concreta, essenziale e sostenibile. Un’auto per chi vuole passare all’elettrico senza indebitarsi per un decennio.