L'euro digitale è una versione elettronica della moneta legale, emessa dalla Bce, che manterrà valore pari a un euro fisico.
Il progetto dell'euro digitale entra ora in una fase sperimentale concreta. In particolare, è PostePay a essere stata selezionata come uno dei 70 partner ufficiali della Bce incaricati di testare infrastruttura, usabilità e meccanismi operativi del futuro euro digitale.
La fase pilota, avviata nel maggio 2025, non si limita a una semplice sperimentazione tecnica. Si tratta di un laboratorio per verificare in che modo l'euro digitale possa affiancarsi al contante, senza sostituirlo, ma creando però un sistema alternativo per i pagamenti quotidiani. Con il coinvolgimento di istituzioni accademiche ome il Politecnico di Milano e la SDA Bocconi, l'Italia si candida a essere il primo banco di prova sociale, economico e tecnologico per la moneta elettronica pubblica europea. In questo contesto, il contributo di Poste è duplice: da un lato, offre l'esperienza infrastrutturale e tecnologica maturata nel settore fintech; dall'altro, mette a disposizione un canale di fiducia diretto con i cittadini per superare la diffidenza verso un cambiamento tanto radicale. Vogliamo approfondire:
L'idea della Bce è di offrire uno strumento moderno che si integra con le abitudini di pagamento di cittadini e imprese, ma anche capace di funzionare offline, proprio come il contante. Il portafoglio digitale, accessibile tramite la propria banca o tramite enti pubblici autorizzati come Poste Italiane, consentirà agli utenti di effettuare pagamenti istantanei, trasferimenti tra privati e operazioni commerciali senza necessità di connessione permanente. L'innovazione sta anche nella protezione della privacy con transazioni che, in modalità offline, saranno anonime come quelle in contanti, ma comunque sicure e tracciabili in caso di necessità legali.
Dal punto di vista tecnologico, l'euro digitale non comporta un cambiamento nelle infrastrutture esistenti, ma si basa su un'evoluzione dei sistemi Sepa e dei circuiti di pagamento attuali, con l'aggiunta di un layer digitale pubblico. Il tutto consentirà interoperabilità totale tra sistemi bancari, portafogli pubblici e privati, app di pagamento e sportelli fisici. Per i consumatori si tradurrà nella possibilità di pagare con lo smartphone, con la carta PostePay o con un QR code, ma con la differenza che non si passerà più attraverso i circuiti Visa o Mastercard bensì tramite una rete monetaria pubblica gestita dalle autorità monetarie europee.
L'obiettivo è costruire una vera alternativa ai sistemi di pagamento privati dominati da multinazionali americane, e offrire una risposta istituzionale alla crescita di criptovalute e stablecoin nel mondo della finanza decentralizzata. L'euro digitale, nelle intenzioni della Bce e del Parlamento europeo, è un'arma per proteggere la sovranità economica dell'Unione europea in un mercato dove l'innovazione viaggia a una velocità superiore alla regolamentazione.
Oggi, in Italia, l'80% delle transazioni elettroniche passa per i circuiti Visa, Mastercard o PayPal. Significa commissioni, dipendenza tecnologica e perdita di controllo sui dati da parte dello Stato e dei cittadini. Con l'euro digitale si punta a ridurre i costi delle transazioni, soprattutto per micro-pagamenti e per le attività commerciali più piccole, spesso penalizzate da commissioni bancarie sproporzionate. Ma non solo. Il nuovo sistema consentirebbe di ampliare l'accesso ai servizi finanziari anche a quei cittadini oggi esclusi perché non bancarizzati, anziani o residenti in aree interne.