Il ministro Giorgetti apre a eventuali novità per le pensioni nella prossima Legge di Bilancio, ma sempre in un quadro di sostenibilità finanziaria
Quali sono le nuove aperture del ministro Giorgetti ad una possibile riforma delle pensioni 2025 tanto attesa? La riforma del sistema pensionistico torna al centro del dibattito politico e, dopo le diverse proposte avanzate nelle scorse settimane da autorevoli enti e soggetti, ora interviene anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, spiegando che si cercherà di intervenire sulla questione della prossima Legge di Bilancio.
Del resto, si va verso la scadenza delle misure di pensione anticipata prorogate già con la scorsa Legge di Bilancio per cui risulta sempre più necessario capire cosa si potrà fare per evitare il pieno ritorno alla Legge Fornero.
Al momento, però, non sembra esserci ancora alcuna certezza su quale sarà il futuro delle pensioni, per cui non resta che attendere i prossimi mesi, dopo l’estate, per capire come ci si muoverà e se effettivamente saranno definiti interventi reali e concreti sulle pensioni.
Nell’attesa di capire come si muoverà il governo in direzione di novità per le pensioni, sono diverse le nuove proposte in merito avanzate di recente, a partire da quella proposta dagli esperti dell'INPS e del Centro studi di Itinerari Previdenziali.
Il piano dovrebbe prevedere le seguenti modifiche alla legge Fornero:
Anche il Cnel ha recentemente parlato della possibilità di aumentare di 5 anni il requisito contributivo per andare in pensione di vecchiaia, portando così ad un aumento da 20 a 25 anni dei contributi necessari per l’uscita.
Dal canto suo, l’Upb, Ufficio parlamentare di bilancio, ha proposto una revisione dei requisiti più flessibili per andare in pensione, ma solo a condizione di effettuare ricalcoli contributivi degli assegni, per garantire sostenibilità finanziaria della misura.
Intanto sembra che l’esecutivo stia valutando la possibilità di introdurre la Quota 41, per permettere di andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall'età, accettando, però, una riduzione del 20% dell'assegno pensionistico.