Come potrebbero cambiare i requisiti e gli importi per andare in pensione secondo la nuova proposta del Cnel: cosa prevede e i chiarimenti
Qual è il nuovo piano del Cnel per la riforma delle pensioni 2025-2026 del governo Meloni? Si rientra nel vivo del dibattito sulle pensioni, all’indomani della presentazione (ad aprile) della prima bozza del Def, Documento di economia e finanza che anticipa le misure della prossima Legge di Bilancio, che nulla riportava in merito.
Essendo, però, prossimi alla scadenza di Quota 103, Ape sociale e Opzione Donna per l’uscita anticipata, si torna a punta l'interesse sulla questione, perchè qualcosa si dovrà fare, pur non essendo molto rosee al momento le previsioni economiche per l'attuazione di eventuali novità in merito.
Servono, infatti, innanzitutto le risorse per iniziare a ridurre il deficit. Ma il Cnel ha avanzato una nuova proposta di riforma delle pensioni.
In particolare, si paventa l’ipotesi di aumentare di 5 anni il requisito contributivo per raggiungere la pensione di vecchiaia.
Questa novità porterebbe da 20 a 25 anni i contributi necessari per l’uscita.
Si tratta di una modifica che potrebbe arrivare al posto di Quota 41 (tanto spinta dalla Lega) per una flessibilità in uscita ma senza quote.
Tale aumento che si affiancherebbe anche a quello anagrafico perchè, secondo le stime, in futuro per andare in pensione non basteranno più gli attuali 62 anni ma si arriverà a dover raggiungere tra i 64 e i 72 anni.
Secondo il Cnel, per avere la possibilità di andare in pensione di vecchiaia a 67 anni di età (per il momento) e 25 anni di contributi deve cambiare anche l’importo del trattamento spettante.
La proposta avanzata è quella di raggiungere un assegno almeno pari a 1,5 volte l’assegno sociale, più alto, dunque, del limite attuale che è pari a 1.
Al momento non ci sono ulteriori informazioni e dettaglio sul nuovo piano pensionistico del Cnel.
La proposta definitiva dovrebbe essere pronta per i primi di luglio e non sarà una proposta di legge ma solo un’indicazione che il governo potrà accogliere o meno.
Del resto, ulteriori eventuali novità per le pensioni dovranno essere decise nella Manovra di fine anno, e probabilmente arrivare al 2026 per la piena attuazione. Tutto al momento è ancora molto incerto e poco concreto.