Via libera dallUpb a nuove uscite anticipate per la riforma delle pensioni 2025-2026 del governo Meloni. Quali sono le condizioni da rispettare
Cosa riporta la relazione dell’UPB sulla riforma delle pensioni 2025-2026 del Governo Meloni? La prossima riforma delle pensioni 2025-2026 torna ad essere al centro delle discussioni.
Gli auspici (di tutti) restano quelli di intervenire sulle attuali norme, considerate molto stringenti ma la mancanza di risorse economiche continua a rendere la questione incerta.
Dopo anni di proposte e mai un nulla di fatto concreto per cambiare le pensioni, si va verso la definizione della nuova Manovra Finanziaria che, si spera, possa prevedere qualche modifica.
Secondo l’Upb, si potrebbero stabilire nuovi requisiti anagrafici più flessibili, per permettere ai lavoratori di scegliere quando collocarsi a riposo senza dover attendere gli attuali previsti per la pensione di vecchiaia (67 anni di età e almeno 20 anni di contributi), che per molti sono difficili da raggiungere.
Non c’è, dunque, una chiusura nei confronti di una riforma delle pensioni che, si auspica, possa essere definita nella prossima Manovra Finanziaria 2025, ma si tratta di possibilità che potrebbero diventare valide solo a determinate condizioni.
Secondo quanto spiegato dall’UPB, infatti, la revisione dei requisiti per andare in pensione, più flessibili, sarebbe possibile con il contestuale ricalcolo contributivo degli assegni.
Come sottolineato, se è vero i requisiti pensionistici meno stringenti contribuiscono a facilitare il turnover a lavoro tra generazioni, spingendo gli ingressi dei più giovani nel mondo occupazionale e anche la stabilizzazione di chi è già occupato, è anche vero che, per non pesare sui conti e considerando le scarse risorse economiche disponibili, bisogna contestualmente agire sul fronte finanziario.
E il ricalcolo contributivo della pensione finale sarebbe certamente un sistema in grado di equilibrare uscite anticipate e conti, perchè permetterebbe di non intaccare gli eventuali equilibri.