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Guadagno 300mila euro all'anno ma talvolta ho problemi di liquidità. E non è l'unica persona che lo dice

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Guadagno 300mila euro all'anno

Il problema sta nel fatto che, aumentando il reddito, tendono a incrementare anche le proprie spese fisse.

Negli ultimi anni, sempre più persone con redditi elevati, spesso superiori ai 300.000 euro all'anno, dichiarano di avere problemi di liquidità. Questa affermazione può suonare paradossale, soprattutto se confrontata con la realtà di milioni di famiglie che faticano davvero a sbarcare il lunario. Dietro queste dichiarazioni si cela una dinamica economica e psicologica complessa, che merita di essere analizzata con attenzione.

  • Il paradosso dei ricchi in difficoltà
  • Come le spese crescono con i guadagni
  • La cruda realtà della maggioranza

Il paradosso dei ricchi in difficoltà

Un esempio recente di questa apparente contraddizione è quello dell'avvocata internazionale Almudena Bernabeu, che ha dichiarato: "Guadagno 300mila euro l'anno, ma non sono ricca, anzi. Ho mutui, spese, carte di credito da pagare e a volte ho problemi di liquidità". Questa affermazione mette in luce un fenomeno sempre più diffuso tra i cosiddetti HENRY (High Earners Not Rich Yet), ovvero persone con guadagni elevati che però non riescono a costruire un reale patrimonio. Nonostante le entrate consistenti, queste persone spesso adottano uno stile di vita particolarmente costoso, con spese proporzionate ai guadagni e, in alcuni casi, anche superiori.

Il problema sta nel fatto che, aumentando il reddito, tendono a incrementare anche le proprie spese fisse, spesso per mantenere uno standard di vita percepito come adeguato al proprio status. Mutui elevati, rate di auto di lusso, iscrizioni a scuole private e vacanze esclusive possono rapidamente erodere anche i conti più cospicui. La mancanza di una corretta gestione finanziaria e di un'adeguata pianificazione dei risparmi porta così a situazioni di difficoltà, nonostante le elevate entrate mensili.

Come le spese crescono con i guadagni

Un termine che descrive questa dinamica è lifestyle inflation ovvero l'inflazione dello stile di vita. Man mano che le persone guadagnano di più, aumentano anche le loro spese, spesso per mantenere un determinato status sociale o per seguire un modello di consumo ostentato. L'acquisto di beni di lusso, la frequentazione di ambienti esclusivi e le spese per servizi premium diventano abitudini quotidiane, trasformando i guadagni elevati in semplici mezzi per sostenere un circolo vizioso di consumi.

Questa dinamica è pericolosa perché impedisce l'accumulo di risparmi e ostacola la costruzione di una stabilità finanziaria a lungo termine. Anche chi percepisce uno stipendio annuo a sei cifre può ritrovarsi a vivere paycheck to paycheck, ovvero dipendendo dallo stipendio mensile per coprire tutte le spese, senza mai mettere da parte un capitale. Questo stile di vita, seppur privilegiato, è in realtà fragile e soggetto a rischi elevati in caso di imprevisti economici o professionali.

La cruda realtà della maggioranza

Se da un lato alcuni lamentano difficoltà economiche pur guadagnando cifre considerevoli, dall'altro milioni di persone devono fare i conti con entrate molto più modeste e spesso insufficienti. In Italia, lo stipendio medio annuo si aggira intorno ai 30.000 euro, con una parte della popolazione che vive con meno di 1.500 euro al mese. Per queste persone, le difficoltà economiche non riguardano il mantenere un tenore di vita elevato, ma riuscire a coprire le spese essenziali, come l'affitto, le bollette e il cibo.

La disuguaglianza economica si fa sentire in modo drammatico, con una parte della popolazione che vive nella continua ansia di non riuscire ad arrivare a fine mese, mentre altri, pur avendo disponibilità economiche molto superiori, lamentano problemi di liquidità per via di spese superflue.

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