Quali sono i migliori studi civili e penali 2025 a cui rivolgersi se si avesse bisogno di un avvocato? La seconda edizione del contest del Corriere della Sera dedicato alle migliori law firm in Italia nel 2025 ha premiato ben 74 studi legali, su 200 candidati, nella categoria Top Ranking delle grandi eccellenze e 85 nella categoria Studi Legali dell’Anno 2025, ossia gli elenchi delle eccellenze standard.
- La classifica dei migliori studi legali 2025
- I criteri usati per stilarla
La classifica dei migliori studi legali 2025
Stando a quanto stilato dal Corriere, a guidare
la classifica dei migliori studi legali 2025 c’è il 42 Law firm a seguire tra i più grandi nel nostro Paese vi sono:
- A&AS- Albè & Associati studio legale;
- A.L. assistenza legale;
- Advant Nctm;
- Andersen in Italy;
- Baccaredda boy Studio Legale;
- Baker McKenzie;
- Bruno e Associati;
- Bovesi and Partners;
- CDR Cattaneo Dall'Olio Rho & Partners;
- Cocuzza Studio Legale;
- Deloitte Legal;
- Gianni e OrigonI;Grimaldi Alliance;
- ICT Legal consulting;
- Green Hose Legal Advisory;
- LCA Studio legale;
- Mandico & Partners;
- Maiso e Associati;
- Molinari Studio legale;
- Mpmlegal;
- Paolo Patrizio Legal;
- Pavia e Ansaldo Studio legale;
- Pirola Pennuto Zei e Associati.
I criteri usati per stilarla
I criteri usati da Corsera per la valutazione degli studi legali sono stati definiti dal comitato scientifico di Ranking Professioni-Corriere della Sera e riguardano diversi macro parametri, a partire da quello riferito alle
voci strutturali di uno studio, come fatturato, numero di sedi operative, clienti attivi nella propria regione e totale clienti, aumento del trend di fatturato nell’ultimo anno, aumento del numeri dei soci, dipendenti, collaboratori e associati nell’ultimo anno, numero di citazioni su articoli e riviste specializzate, numero di pubblicazioni libri a firma dei soci, associati o collaboratori dello studi.
A seguire sono stati considerati:
- la valutazione e la valorizzazione delle risorse umane;
- l’attrazione e la fidelizzazione dei talenti;
- l’innovazione, cioè il numero di social media in cui è attivo in modo continuativo lo studio e la presenza o meno di un proprio sito Internet, la presenza di ruoli e figure professionali part time o full time dedicate alla gestione delle risorse umane, utilizzo dello smart working;
- l’uso delle nuove tecnologie, anche in termini di formazione e aggiornamento dei professionisti.