Quali beni non vanno mai in successione e non passano mai in eredità. I motivi e le cause stabilite dalle attuali normative e giurisprudenza
Quando si parla di successione, molti pensano che tutto ciò che apparteneva al defunto venga automaticamente trasferito agli eredi. In realtà, non tutti i beni possono essere inclusi nell’asse ereditario. Esistono categorie di diritti e beni che, per legge, vengono esclusi dalla successione: il loro trattamento particolare tutela sia la natura personale di alcuni rapporti, sia interessi pubblici o familiari.
Alcune situazioni giuridiche si estinguono con la persona che ne è titolare e non sono suscettibili di essere trasmesse agli eredi. I diritti strettamente personali sono un esempio tipico. Il codice civile italiano (art. 5 c.c.) prevede che tali diritti, intrinsecamente collegati all’identità, alla dignità o all'intimo sentire del soggetto, non possano essere oggetto di successione. Tra questi rientrano:
Tali esclusioni rispondono sia a esigenze di certezza giuridica sia alla volontà di evitare che interessi e qualità non patrimoniali possano essere oggetto di contesa o abuso post mortem. Di conseguenza, gli eredi non possono in alcun modo rivendicare, cedere o disporre di questi diritti.
Sotto il profilo delle indennità lavorative e previdenziali, la legge italiana individua diverse situazioni nelle quali certi valori economici non rientrano nell’asse ereditario. Una delle ipotesi più discusse riguarda il trattamento di fine rapporto (TFR): se il lavoratore aveva destinato, secondo le regole contrattuali o normative, l’indennità a specifici beneficiari (ad esempio il coniuge superstite o i figli minori), tale importo viene liquidato direttamente a questi soggetti, prescindendo dalle regole sulle quote ereditarie.
Lo stesso principio si applica alle prestazioni assicurative a beneficiario designato, ai fondi pensione complementari e a talune indennità di preavviso: quando il contratto o la normativa attribuisce l’importo a un nominativo scelto, questa somma non costituisce parte della successione e non può essere divisa tra tutti gli eredi a prescindere dalle volontà del defunto.
I casi particolari sono i seguenti
Un’ulteriore categoria da valutare è quella dei compensi e crediti professionali. Non tutti gli onorari o diritti derivanti da attività lavorativa sono automaticamente trasmissibili agli eredi. Il principio generale prevede che entrino nell'asse ereditario solo i crediti già maturati e definiti al momento della morte.
Vi sono tuttavia diverse eccezioni:
Le norme che escludono determinati beni o diritti dalla successione non sono casuali. Esse sono costruite per tutelare il rispetto della persona, la volontà individuale e il buon funzionamento delle pratiche successorie. La protezione della dignità del defunto, ad esempio, impone che non si possano ereditare incarichi pubblici o diritti personalissimi.
Vi è inoltre l’intenzione di garantire la certezza nelle procedure, escludendo dalla massa beni che non possono essere oggetto di valutazione economica oggettiva o che, per loro natura, non sarebbero frazionabili (ad esempio funzioni, rappresentanze, situazioni affettive). Le normative puntano anche a prevenire conflitti tra eredi o con enti terzi, assicurando che denaro e beni spettanti per specifica destinazione legale non siano oggetto di litigi.
In sintesi:
Categoria bene | Motivo esclusione |
Diritti strettamente personali | Natura individuale, intrasmissibili |
Indennità a beneficiario designato | Tutela soggetto indicato, rapidità di liquidazione |
Compensi non maturati | Manutenzione rapporto personale col defunto |
L’applicazione concreta di questi principi può essere illustrata con esempi di vita vissuta, come: